Direttiva generale sull'azione amministrativa e sulla gestione per l'anno 2006
Visto il decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni e integrazioni, in particolare,
gli artt. 4 e 14, che fanno obbligo all'organo d'indirizzo politico di
adottare annualmente, con apposita direttiva, le linee generali che individuano
obiettivi, priorità, piani e programmi;
Visto il decreto legislativo
16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni e integrazioni, contenente
il T.U. delle disposizioni legislative vigenti in materia d'istruzione;
Vista la legge 3 aprile 1997,
n. 94 e successive modificazioni e integrazioni, recante norme di contabilità
generale dello Stato in materia di bilancio;
Visto il decreto legislativo
7 agosto 1997, n. 279, concernente l'individuazione delle unità
previsionali di base del bilancio dello Stato;
Vista la legge 10 marzo 2000,
n. 62, recante norme per la parità scolastica e disposizioni sul
diritto allo studio e all'istruzione;
Visto il D.P.R. 8 marzo 1999,
n. 275, contenente il regolamento in materia di autonomia delle istituzioni
scolastiche;
Visto il decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 286, contenente disposizioni sul riordino e potenziamento
dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei
rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle Amministrazioni
Pubbliche;
Visto il decreto legislativo
30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni e integrazioni, relativo
al riordino delle Amministrazioni dello Stato, a norma dell'art. 11 della
legge 15 marzo 1997, n. 59;
Visto la direttiva del Presidente
del Consiglio dei Ministri dell'8 novembre 2002 recante indirizzi per la
programmazione strategica e per la predisposizione delle direttive generali
dei Ministri sull'attività amministrativa e sulla gestione;
Tenuto conto dell'avvenuto
mutamento del vertice politico dell'Amministrazione dell'Istruzione e della
separazione del Ministero dell'Istruzione da quello dell'Università
e della Ricerca, in attuazione del decreto legge18 maggio 2006, n. 181,
convertito, con modificazioni, nella legge 17 luglio 2006, n. 233;
Visto il succitato decreto
legge181/2006 e la relativa legge di conversione, che nell'istituire il
Ministero della Pubblica Istruzione, al comma 7 dell'art. 1, trasferisce
al Ministero della Pubblica Istruzione le funzioni già di competenza
del soppresso Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca, come definite dall'art. 50 - comma 1 - lettera a) - del D.L.vo
30 luglio 1999, n. 300;
Visto il comma 23 dell'art.
1 del medesimo decreto legge, che rimette la definizione dell'assetto organizzativo
del Ministero della Pubblica Istruzione ad apposito regolamento da adottare
ai sensi dell'art. 4 del D.L.vo 30 luglio 1999, n. 300;
Vista la direttiva del Presidente
del Consiglio dei Ministri del 6 giugno 2006, pubblicata nella G.U. n.
137 del 15 giugno 2006;
Visto il D.P.C.M. 14 giugno
2006, con il quale si è proceduto alla ricognizione delle strutture
amministrative e delle risorse strumentali e di personale trasferite al
Ministero della Pubblica Istruzione;
Visto il decreto ministeriale
n. 1 del 2 gennaio 2006, concernente l'assegnazione per l'anno finanziario
2006, ai Centri di responsabilità amministrativa del Ministero della
Pubblica Istruzione, delle risorse finanziarie iscritte nelle unità
previsionali di base;
Tenuto conto della necessità
di riconsiderare e adeguare i contenuti della direttiva generale per l'azione
amministrativa e la gestione n. 687/MR del 30 gennaio 2006, sulla base
del nuovo quadro politico e istituzionale, al fine di definire, ai sensi
degli artt. 4 e 14 del decreto legislativo n. 30 marzo 2001, n. 165, e
successive modificazioni e integrazioni, attraverso apposita direttiva,
le missioni e gli obiettivi dell'Amministrazione dell'Istruzione per la
restante parte dell'anno 2006 e, in particolare, per l'avvio dell'anno
scolastico 2006/2007;
Ritenuto, altresì che,
per i motivi di cui sopra, nell'attuale fase di transizione, occorre far
riferimento all'attuale assetto dell'Amministrazione scolastica;
Visto il decreto ministeriale
n. 4018/FR del 31 maggio 2006, di sospensione dell'attuazione del progetto
nazionale, promosso con D.M. n. 775 del 31 gennaio 2006, concernente l'innovazione
degli ordinamenti liceali e dei relativi percorsi di studio;
Visto il decreto ministeriale
n. 46 del 13 giugno 2006, con il quale è stata disposta la sospensione
degli effetti del D.M. 28 dicembre 2005, concernente le tabelle di confluenza
dei percorsi del previgente ordinamento in quelli delle tipologie liceali
previste dal D.L.vo 17 ottobre 2005, n. 226 e la corrispondenza dei relativi
titoli di studio;
Visto il decreto ministeriale
n. 47 del 13 giugno 2006, con il quale è stato previsto che le scuole
possano, nella loro autonomia, disciplinare fino al 20% i curricoli scolastici
dell'ordinamento vigente;
Vista la direttiva del Presidente
del Consiglio dei Ministri 6 giugno 2006, recante "Definizione dei criteri
di carattere generale per il coordinamento dell'azione amministrativa del
Governo, intesi all'efficace controllo e monitoraggio degli andamenti di
finanza pubblica per l'anno 2006;
Vista la legge 12 luglio 2006
n. 228, di conversione, con modificazioni, del D.L.12 maggio 2006, n. 173,
recante proroga dei termini per l'emanazione di atti di natura regolamentare.
Ulteriori proroghe per l'esercizio di deleghe legislative e in materia
di istruzione e in particolare i commi 5, 6,7 e 8 dell'art. 1;
Visto il decreto legge 4 luglio
2006, n. 223, concernente il contenimento e la razionalizzazione della
spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto
all'evasione fiscale;
Ritenuto che, nelle more dell'emanazione
del regolamento di cui al già citato comma 23 dell'art. 1, decreto
legge 18 maggio 2006, n. 181, la presente direttiva debba essere aggiornata
sulla base delle modifiche introdotte in seguito alla definizione degli
assetti istituzionali e organizzativi conseguenti all'emanazione del regolamento
stesso;
Viste le proposte formulate
dai Dipartimenti e dalle Direzioni Generali in cui si articola il Ministero
della Pubblica Istruzione;
la seguente direttiva generale
per l'attività e la gestione per l'anno 2006 che modifica e integra
quella n. 687/MR del 30 gennaio 2006.
DESTINATARI
Nelle more dell'emanazione
del regolamento di cui al comma 23 dell'art. 1 del decreto legge18 maggio
2006, n. 181 convertito, con modificazioni, nella legge 17 luglio 2006,
n. 233, che definirà l'assetto organizzativo del Ministero della
Pubblica Istruzione nelle sue strutture centrali e periferiche, i destinatari
della presente direttiva sono i due capi Dipartimento, i dieci Direttori
generali centrali e i diciotto Direttori generali regionali in cui attualmente
si articola il Ministero della Pubblica Istruzione nelle sue strutture
centrali e periferiche.
A conclusione dell'iter di
perfezionamento della presente direttiva, con la registrazione da parte
della Corte dei Conti, i capi Dipartimento procederanno all'emanazione
di coerenti linee di indirizzo operativo per le materie di rispettiva competenza
delle Direzioni generali. Esse dovranno essere improntate alla massima
sintonia con gli indirizzi, le missioni e gli obiettivi della presente
direttiva, ferma restando la distinzione tra responsabilità di indirizzo
politico e responsabilità connesse alla gestione amministrativa.
L'assegnazione degli obiettivi
ai dirigenti generali e di secondo livello deve essere finalizzata a garantire,
anche e soprattutto nell'attuale delicata fase di transizione e di riordino
dell'Amministrazione, la continuità, con i dovuti adattamenti, dell'azione
amministrativa e la piena operatività dei centri di responsabilità,
in un'ottica di rinnovata efficacia ed efficienza, anche ai fini della
valutazione dei risultati.
I due Dipartimenti e le rispettive
Direzioni generali centrali, ferme restando le missioni e gli obiettivi
di competenza, nell'esercizio delle loro funzioni strumentali di interesse
comune, opereranno in stretto raccordo, affinché vengano assicurati
il continuo flusso delle reciproche informazioni, un effettivo coordinamento
delle aree di intervento, dei compiti comuni e le opportune collaborazioni
in funzione delle comuni finalità.
Gli Uffici scolastici regionali,
fermi restando le attribuzioni e gli obiettivi di competenza, continueranno
a svolgere gli adempimenti di carattere organizzativo, amministrativo e
operativo attribuitigli dalla vigente normativa regolamentare e quelli
di cui alla presente direttiva, anche in coerenza con gli indirizzi operativi
predeterminati dal Dipartimento per l'Istruzione e dal Dipartimento per
la Programmazione Ministeriale, per la Gestione del Bilancio e per le Risorse
Umane e dell'Informazione. Assicureranno, inoltre, un'assidua presenza
ed operatività sul territorio e la messa a dimora delle risorse
finanziarie, al fine di realizzare la massima efficacia, efficienza ed
economicità nel raggiungimento degli obiettivi.
La presente direttiva generale
per l'attività e la gestione per l'anno 2006 viene articolata per
ragioni di assetto logico e sistematico e per comodità di riferimenti
e di consultazione in tre sezioni, la prima relativa all'istruzione, la
seconda alla programmazione, alla gestione del bilancio, alle risorse umane,
all'informazione, alle tecnologie e la terza ai controlli e al monitoraggio
e ciò pur nel rispetto del disegno unitario al quale debbono uniformarsi
le missioni e gli obiettivi dell'Amministrazione complessivamente intesa.
Le missioni e gli obiettivi
delineati dalla presente direttiva, con il supporto tecnico-metodologico
del Servizio di controllo interno, sono quelli desumibili, oltre che dalle
norme generali dell'ordinamento e dalla legislazione di settore:
– dal Programma politico del
Ministro illustrato in Parlamento il 29 giugno 2006, in sede di audizione;
– dal Documento di Lisbona,
approvato dal Consiglio dei Ministri dell'U.E. nel maggio 2003;
– dal Documento di programmazione
economico-finanziaria e dagli altri documenti programmatici;
– dalle leggi finanziarie
e di bilancio;
– dalle iniziative legislative
in itinere.
In tale quadro di riferimento dovrà essere assicurato l'indispensabile raccordo tra il processo di programmazione strategica e gli atti di programmazione finanziaria.
PROSPETTIVE DI SCENARIO
DELL'AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA
I princìpi e i valori
cui deve ispirarsi l'Amministrazione scolastica vanno individuati innanzitutto
nella centralità e nel rispetto verso la persona, nella solidarietà
ed equità sociale, nell'affermazione dei diritti di cittadinanza,
nella massima inclusione, nel culto della democrazia e nello spirito di
servizio. In tale quadro di riferimento la scuola va considerata un patrimonio
di tutto il Paese, in quanto costituisce luogo privilegiato di crescita
umana, sociale e culturale delle nuove generazioni e fattore di sviluppo
complessivo e di benessere della collettività.
Ciò premesso, si indicano,
prima degli obiettivi, le prospettive di scenario alla cui realizzazione
deve tendere l'azione dell'Amministrazione scolastica.
• Affermare e sostenere
la funzione pubblica della scuola, indipendentemente dal soggetto che gestisce
l'offerta formativa, in quanto luogo dove si gettano le fondamenta dell'etica
pubblica, rispettosa delle scelte e degli orientamenti e delle convinzioni
di ciascuno, a garanzia della democrazia.
• Assicurare
il carattere unitario del sistema nazionale pubblico di istruzione, sia
pure nel rispetto delle attribuzioni e della pari dignità di ciascun
soggetto e livello istituzionale coinvolto, stabilendo con chiarezza, in
un quadro di sussidiarietà e cooperazione alla luce della Costituzione
vigente, i rapporti tra lo Stato, le regioni e gli enti locali, e le scuole
autonome. L'obiettivo è di procedere ad intese per la qualificazione
di un sistema educativo unitario, di validità nazionale, senza rischi
di segmentazione territoriale che produrrebbe insostenibili diseguaglianze
dei giovani e delle famiglie nell'accesso all'istruzione e nella qualità
dei suoi processi e dei suoi risultati.
• Dar vita ad
una scuola che coniughi equità ed eccellenza, capace di garantire
le pari opportunità di tutti nell'accesso all'istruzione e nella
possibilità di successo formativo, l'eccellenza dei risultati e
la valorizzazione dei meriti individuali e che quindi metta al centro l'alunno,
non quale passivo destinatario dell'offerta formativa ma come soggetto
attivo e protagonista delle sue scelte e della sua crescita culturale,
educativa e formativa. Una scuola che non lasci indietro nessuno e che
sia il perno del sistema formativo, per combattere la dispersione scolastica,
la deprivazione culturale e le diverse tipologie di carenze di alfabeti
di base e funzionali, le discriminazioni e i pregiudizi, valorizzando le
differenze al fine di realizzare una scuola che sia anche luogo di integrazione,
patto di responsabilità individuale e collettiva, progetto condiviso.
• Contribuire
alla costruzione di una società plurale e coesa in cui la scuola
faccia da ponte tra le varie culture e gli stranieri siano considerati
cittadini con pienezza di diritti e doveri.
• Valorizzare
il ruolo e la professionalità degli insegnanti, quali titolari di
una missione delicata e complessa, rendendoli protagonisti attivi e partecipi
di un progetto condiviso e migliorandone la condizione retributiva e i
percorsi di carriera anche per favorire l'ingresso dei migliori talenti,
di modo che la scuola possa beneficiare del loro impegno e della loro qualità
professionale.
• Creare le
condizioni e predisporre gli interventi per innalzare di due anni l'obbligo
di istruzione, come condizione di consolidamento ed arricchimento delle
competenze di base, di contenimento della dispersione e degli abbandoni
precoci, di orientamento più consapevole dei giovani e delle loro
famiglie rispetto alle scelte successive. Coerente a questa misura è
l'innalzamento al 16 esimo anno dell'età minima per l'ingresso al
lavoro.
• Rivalutare,
ai fini del rafforzamento del valore dei titoli di studio e del loro pieno
riconoscimento da parte delle università e del mondo del lavoro,
il valore formativo delle prove finali dei corsi di studio di istruzione
secondaria superiore, l'importanza dell'impegno nello studio e il significato
del merito individuale, rivedendo le modalità di composizione delle
commissioni di esame, al fine di evitare la perfetta coincidenza tra chi
ha erogato la formazione e chi ne viene chiamato a giudicare i risultati
finali.
• Modificare
le condizioni culturali ma anche materiali per favorire la piena attuazione
dell'autonomia delle scuole valorizzando i princìpi ispiratori delineati
nella legge n. 59/1997 ed operando affinché vengano scongiurati
fenomeni degenerativi quali il localismo e l'autoreferenzialità.
• Riaffermare
il ruolo delle famiglie, non controparte o indirette destinatarie del servizio
scolastico, ma soggetti ed interlocutori importanti con cui stringere un
patto formativo.
• Sviluppare
la dimensione europea della scuola italiana, formando le nuove generazioni
alla cittadinanza europea.
• Realizzare,
d'intesa con gli altri soggetti pubblici coinvolti, un piano pluriennale
di incremento del patrimonio edilizio scolastico e di messa a norma degli
edifici scolastici.
A) OBIETTIVI PRIORITARI DELL'AREA DELL'ISTRUZIONE
A.1) Garantire il regolare
e puntuale inizio dell'anno scolastico: attraverso il tempestivo adeguamento
dell'organico di diritto alle situazioni di fatto, la costituzione e la
rilevazione dei posti e delle cattedre, l'assegnazione del personale, le
nomine in ruolo e il conferimento delle supplenze nel rispetto dei termini
previsti dalla legge n. 333/2001. Al fine di consentire le condizioni di
funzionalità ed efficacia dell'attività degli istituti scolastici
con l'assegnazione dei docenti alle classi fin dal 1° settembre saranno
apportati gli opportuni adattamenti agli assetti che dovessero risultare
non coerenti con le presenti linee di indirizzo e di governo del sistema
scolastico;
A.2) adottare le soluzioni
per procedere alla graduale riduzione del precariato nell'ottica della
sua eliminazione, dando attuazione al D.M. n. 50 del 30 giugno 2006, applicativo
della legge n. 143 del 2004, agendo sulla definizione della consistenza
dell'organico attraverso interventi che diano stabilità ed efficacia
all'offerta formativa e predisponendo un piano pluriennale che preveda
la copertura dei posti vacanti e disponibili e l'attivazione di procedure
concorsuali in grado di assorbire il turn-over;
A.3) avviare dal prossimo
mese di settembre una campagna di interlocuzione e di ascolto delle scuole
sui temi di più significativo rilievo, in particolare, su quelli
relativi alla riforma degli ordinamenti nel secondo ciclo, coinvolgendo
nell'esame e nell'approfondimento dirigenti scolastici, studenti, famiglie,
associazioni professionali, istituzioni culturali, soggetti ed organi a
vario titolo competenti e coinvolti;
A.4) porre in essere gli
interventi volti ad assicurare la graduale generalizzazione della scuola
dell'infanzia per corrispondere alle diffuse richieste delle famiglie,
riducendo o eliminando il fenomeno delle liste di attesa e potenziando,
con i Ministeri e con le Amministrazioni locali competenti, le risorse
professionali e strutturali esistenti;
A.5) assicurare la realizzazione
e lo sviluppo del tempo pieno e del tempo prolungato, quali modelli
didattici, pedagogici e organizzativi che tenendo conto dei bisogni educativi
degli allievi e delle esigenze delle famiglie rispondano ad una importante
finalità sociale. In quest'ottica occorrerà valorizzare e
potenziare in tutto il primo ciclo e come parte integrante del curricolo,
lo svolgimento di attività laboratoriali, ludico-espressive, artistiche
e motorie finalizzate allo sviluppo di competenze ed abilità tecnico-operative
e di una formazione culturale ricca ed equilibrata;
A.6) proseguire, incentivare
e monitorare la sperimentazione dei percorsi di istruzione e formazione
professionale di cui all'Accordo-Quadro realizzato in sede di Conferenza
unificata del 19 giugno 2003, favorendo lo sviluppo di reti di servizio
sul territorio, a partire dal biennio dell'istruzione secondaria superiore,
in un'ottica di proficua interazione ed integrazione tra istruzione tecnica,
istruzione professionale, formazione professionale;
A.7) dare avvio ad iniziative
ed interventi per valorizzare e modernizzare l'impianto culturale e didattico
degli istituti tecnici e professionali, rivalutandone i percorsi formativi
di grande importanza per il Paese e per i giovani, che garantiscono sia
l'accesso all'università sia quello nel mercato del lavoro. In tale
ottica occorrerà ripristinare e rafforzare il valore professionalizzante
dei percorsi, gli spazi di apprendimento laboratoriale e i contesti operativi,
assicurando la possibilità per gli allievi di conseguire qualifiche
e diplomi professionalizzanti di livello e fisionomia diversi. Il settore
tecnico-professionale dovrà inoltre essere sviluppato anche su livelli
post-secondari e di alta specializzazione, anche di tipo non accademico.
A.8) attivare le
iniziative e gli interventi volti a riqualificare e modernizzazione gli
indirizzi di carattere umanistico e artistico, attraverso la valorizzazione
di tutti gli aspetti nei quali si manifesta la creatività del nostro
Paese: design, moda, restauro, cinema, editoria, media, dell'artigianato
artistico, concorrono, infatti, accanto al patrimonio ingente di beni culturali,
a delineare il profilo composito dell'estro inventivo e artistico del nostro
Paese, Paese che del made in Italy ha fatto la cifra di uno stile
apprezzato in tutto il mondo e risorsa di grande rilevanza economica. Nel
contesto di tali interventi andrà potenziata l'educazione musicale
e artistica nel ciclo di base e nel secondo ciclo, sia all'interno dei
curricoli di ciascun indirizzo che attraverso l'istituzione di percorsi
specialistici finalizzati al conseguimento di qualifiche professionali
e di diplomi. I poli di istruzione e formazione tecnica superiore, oggi
collegati alla ricerca, devono essere strutturati anche tenendo conto di
queste esigenze;
A.9) dare attuazione,
con le flessibilità e gli adeguamenti necessari, all'alternanza
scuola-lavoro, creando le condizioni perché le istituzioni scolastiche
possano stipulare apposite convenzioni con le imprese e con le associazioni
rappresentative di specifici ambiti professionali, culturali e sociali
nonché progettare e attuare percorsi formativi in alternanza, riservati
agli studenti di ogni ordine di istruzione compresi nella fascia di età
15-18 anni. Dovrà in sostanza essere potenziato il rapporto tra
sistema scolastico e mondo della produzione e del lavoro sulla base di
convenzioni con imprese e soggetti pubblici e privati;
A.10) sostenere, soprattutto
nel Mezzogiorno d'Italia, azioni e misure rivolte ai giovani e alla popolazione
adulta, per assicurare competenze, di base e di livello tecnico-professionale,
solide e coerenti con gli standard e i livelli definiti in sede comunitaria,
nell'ottica della formazione continua. Azioni e misure che dovranno caratterizzarsi
per maggiore incisività nell'ambito di un coordinamento multiregionale
che ricomprenda le esigenze locali in un quadro strategico complessivo
che permetta lo scambio delle migliori pratiche;
A.11) predisporre interventi
finalizzati al potenziamento e all'ampliamento delle iniziative di educazione
degli adulti, per favorire l'inclusione sociale, la riconversione e
il reinserimento di particolari categorie di persone; ciò in raccordo
con i sistemi della formazione professionale, del volontariato e del privato
sociale, attraverso la definizione di percorsi e modelli formativi idonei,
l'individuazione di adeguate soluzioni di carattere strutturale, organizzativo
e operativo e la realizzazione di percorsi rispondenti alle rilevate esigenze.
Si renderà così possibile fare dell'apprendimento lungo tutto
l'arco della vita un volano importante per l'acquisizione di competenze
aggiornate, per lo sviluppo e la valorizzazione del capitale umano, per
la promozione della cittadinanza attiva;
A.12) rafforzare l'istruzione
e la formazione tecnica superiore (Ifts),
al fine di realizzare gradualmente un sistema strutturato e organico, introducendo
e sviluppando modelli e poli formativi stabili e visibili con elevato tasso
di alta specializzazione;
A.13) definire, in tutto
il sistema educativo e d'intesa, ove occorre, con le regioni gli obiettivi
formativi, i livelli essenziali delle prestazioni, gli standard di riferimento
e avviare l'individuazione di criteri di valutazione del sistema istruzione
e delle singole istituzioni scolastiche, al fine di realizzare in trasparenza
la comparabilità dei percorsi e dei risultati, di orientare l'azione
didattica, superare le criticità e individuare possibili miglioramenti
e soluzioni adeguate;
A.14) intensificare ed
estendere le iniziative di qualificazione e di formazione del personale
della scuola, soprattutto nel campo metodologico-didattico, all'ampliamento
delle competenze linguistiche e scientifiche, all'utilizzazione delle tecnologie
didattiche, ai profili relazionali e comunicativi. Tra i numerosi progetti
di formazione avviati bisognerà riservare particolare cura a quelli
volti ad individuare e sperimentare modalità didattiche più
funzionali al miglioramento degli apprendimenti di base da parte degli
alunni, al fine di ovviare alla critica situazione evidenziata dall'indagine
Ocse-Pisa;
A.15) proseguire nell'azione
di consolidamento e di potenziamento dell'autonomia scolastica:
– sviluppando il sistema di
consulenza e supporto alle istituzioni scolastiche per diffondere la cultura
dell'autonomia;
– incoraggiando e sostenendo
la promozione di reti di scuole per scambi di servizi e per l'ampliamento
dell'offerta formativa;
– incentivando ulteriormente
il confronto e l'interazione tra scuola, società, territorio e mondo
del lavoro;
– dando applicazione ai protocolli
di intesa già sottoscritti e stipulandone di nuovi con enti, organismi
e associazioni al fine di creare le condizioni per una formazione integrata,
che risponda alle esigenze e alle vocazioni specifiche dei diversi territori
di riferimento, ma non autoreferente né appiattita nella dimensione
del localismo e improntata a logiche di diversificazione coerenti con i
contesti di riferimento e con le propensioni e le vocazioni degli allievi;
A.16) rafforzare e valorizzare
la contitolarità e la corresponsabilità educativa dei docenti,
favorendo la definizione e l'istituzione da parte dei collegi dei docenti,
di propri modelli didattici, pedagogici e organizzativi e di percorsi educativi
e formativi coerenti con i diversi contesti e con le varie realtà
locali;
A.17) favorire autonome
scelte da parte delle scuole nell'adozione degli strumenti di valutazione
individuale dell'alunno, che dovranno rispondere a criteri di flessibilità
e progressività; in tale contesto andrà garantita la tutela
della privacy degli alunni, dando applicazione, in attesa della pronuncia
del Garante per la privacy, a quanto disposto con la nota ministeriale
prot. n. 5596 del 12 giugno 2006, con particolare riferimento alla gestione
dei dati sensibili degli alunni e all'inserimento, nel Portfolio delle
competenze individuali, della valutazione relativa alla religione cattolica;
A.18) valorizzare la componente
familiare nel progetto educativo, anche grazie all'associazionismo
dei genitori, sensibilizzandoli a partecipare attivamente alle iniziative
promosse dalle istituzioni scolastiche in un'ottica di reale partenariato
educativo, fondato sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione
delle parti, nel rispetto delle competenze;
A.19) contrastare e prevenire
il fenomeno dell'abbandono scolastico, con il coinvolgimento di tutti
i livelli istituzionali interessati, gli enti locali, l'associazionismo
e il volontariato, specie nelle aree a forte rischio di marginalità
sociale e culturale, intervenendo soprattutto in funzione preventiva e
ponendo in essere azioni formative capaci di motivare e rimotivare, compensare
i deficit accumulati, assecondare e valorizzare le propensioni, gli interessi,
gli stili di apprendimento, le intelligenze e i talenti, per rientrare
gradualmente nei parametri europei e raggiungere, nel 2010, l'obiettivo
del 10% posto dal processo di Lisbona. Il raggiungimento di tale obiettivo
sarà perseguito:
– elevando l'obbligo scolastico
fino a 16 anni, con la costituzione di un biennio obbligatorio e flessibile,
atto a consolidare ed arricchire le competenze di base, a consentire un
orientamento più consapevole rispetto alle scelte future, a contrastare
con successo il rischio di dispersione e di abbandono precoce;
– prevedendo e realizzando
percorsi misti tra formazione e lavoro in grado di assicurare il conseguimento
di qualifiche professionali e di crediti formativi;
– costituendo anagrafi informatizzate
a livello centrale, regionale e provinciale dei soggetti in obbligo scolastico,
attivando servizi di orientamento rivolti alle famiglie e ai ragazzi;
A.20) rafforzare e diffondere
le iniziative di orientamento in un'accezione ampia e globale, quale
indispensabile supporto per la maturazione integrale dei giovani, e progetto
complessivo volto ad individuare, stimolare e indirizzare le attitudini
di ciascuno;
A.21) promuovere la centralità
e il protagonismo dei giovani, anche attraverso occasioni di incontro,
aggregazione, partecipazione, socializzazione, che contribuiscano a favorire
la formazione, a integrare lo sviluppo della personalità, a soddisfare
il bisogno di comunicare e di instaurare relazioni significative, a costruire
il senso di appartenenza e l'identità sociale di ciascuno, quali
premesse per l'assunzione di responsabilità nei confronti della
collettività;
A.22) incentivare nei giovani
la pratica della cittadinanza attiva, attraverso il loro fattivo impegno
nel campo della solidarietà della cooperazione e del volontariato,
quali risorse atte a favorire il rispetto degli altri, l'autostima, l'assunzione
di responsabilità con se stessi e nei confronti degli altri, la
formazione di personalità autonome e forti, dotate di senso critico,
di capacità progettuale, aperte alla conoscenza, disponibili ad
affrontare la realtà, in grado di vivere e sostenere i valori della
democrazia, trasferendone i princìpi nella pratica quotidiana;
A.23) diffondere la pratica
delle attività motorie e sportive,
nella consapevolezza del valore educativo e formativo delle stesse quale
opportunità di crescita umana dei giovani, di educazione al rispetto
delle regole, di valorizzazione della coesione di gruppo, di prevenzione
e contrasto dei fenomeni e delle patologie tipici dell'età giovanile;
A.24) creare le condizioni
per tenere aperte le scuole anche di pomeriggio, coinvolgendo in tale
progetto le famiglie e i diversi soggetti e organismi del territorio (enti
locali, imprese, espressioni associative rappresentative di interessi diffusi),
per offrire ai giovani e alle famiglie spazi di incontro e cooperazione
e per far nascere il senso di appartenenza alla propria istituzione scolastica;
A.25) individuare ed adottare
le misure finalizzate ad una sempre più adeguata e proficua integrazione
degli studenti stranieri, promuovendone la formazione, la crescita
umana, civile e culturale, l'educazione alla cittadinanza attiva e alla
legalità e l'acquisizione dei requisiti per divenire cittadini a
pieno titolo. E ciò attraverso la sistematizzazione, il coordinamento,
la razionalizzazione degli interventi e stimolando la realizzazione, da
parte delle scuole, di specifici progetti e programmi di lavoro d'intesa
con le agenzie educative del territorio, gli enti locali e il mondo del
volontariato. Le iniziative suddette dovranno concorrere a potenziare l'apprendimento
della lingua italiana non solo degli alunni ma anche dei loro familiari,
favorendo la conoscenza e lo scambio interculturale;
A.26) assumere iniziative
volte a dare reale sostegno agli alunni diversamente abili:
– favorendo l'effettiva collaborazione
tra scuole e aziende sanitarie;
– rivedendo il criterio di
assegnazione degli insegnanti di sostegno, in modo da assicurare non solo
docenti numericamente corrispondenti alle reali necessità, ma anche
professionalmente preparati;
– favorendo il superamento
delle difformità nell'integrazione scolastica tra scuola di base
e scuola secondaria superiore;
– operando affinché
dalle esperienze maturate in oltre un trentennio vengano tratte indicazioni
utili a potenziare l'efficacia delle azioni volte all'integrazione degli
alunni in difficoltà;
A.27) garantire un adeguato
supporto didattico agli alunni ricoverati in strutture sanitarie, degenti
a domicilio o internati in strutture di recupero,
intervenendo con iniziative e misure che permettano loro di non interrompere
il proprio corso di studi e di reinserirsi nelle classi di appartenenza;
A.28) concludere le operazioni
relative al corso-concorso per l'immissione in ruolo di nuovi 1.500 capi
di istituto con l'obiettivo di dare continuità e stabilità
alla conduzione delle istituzioni scolastiche;
A.29) predisporre gli atti
preparatori all'emanazione del bando di un nuovo concorso per oltre 1.200
posti di capo di istituto, riservato a coloro che abbiano maturato
un anno di incarico di presidenza;
A.30) procedere all'assunzione
in ruolo del terzo contingente di 3.060 insegnanti di religione cattolica,
si da pervenire ad una definitiva stabilizzazione di tale categoria di
docenti;
A.31) dare compiuta applicazione
al Contratto Collettivo Nazionale del personale della Scuola, relativamente
al biennio economico 2004/2005, per quanto di competenza dell'Amministrazione
scolastica centrale e periferica e delle singole istituzioni scolastiche
nonché procedere alla predisposizione delle linee di indirizzo propedeutiche
all'avvio della nuova fase contrattuale; predisporre interventi di natura
legislativa per portare a soluzione la questione del personale docente
inidoneo ai compiti di istituto ma idoneo ad altri compiti;
A.32) elaborare e portare
ad attuazione un piano pluriennale di incremento e di adeguamento del patrimonio
edilizio scolastico,
d'intesa con gli organismi interessati nonché con gli altri soggetti
a vario titolo coinvolti e competenti, prestando attenzione anche alla
necessità di creare strutture confortevoli, spazi attrezzati, biblioteche,
laboratori, ecc.. Per quanto concerne gli edifici scolastici già
utilizzati, pianificare la loro messa a norma e l'abbattimento delle barriere
architettoniche, dando priorità alle realtà che presentino
situazioni di insufficienza e di accentuato degrado. Stipulare protocolli
d'intesa tra il Ministero, le regioni, le autonomie locali, soggetti a
vario titolo competenti e interessati, al fine di rendere disponibili ulteriori
risorse da impiegare per la messa a norma degli ambienti, ai sensi del
D.L. n. 626 del 1994 e delle successive norme di integrazione e modifica.
Predisporre gli atti per il rifinanziamento della legge n. 23 del 1996;
A.33) dare assistenza e
consulenza alle istituzioni scolastiche soprattutto sul piano gestionale
e amministrativo-contabile, in funzione di una effettiva attuazione
dell'autonomia scolastica e piena consonanza tra i tempi di messa a disposizione
delle risorse finanziarie e gli obiettivi da raggiungere;
A.34) proseguire l'attività
di sostegno della scuola paritaria, concorrendo a consolidare e ampliare
i relativi servizi, svolgendo attività di monitoraggio, di indirizzo,
di consulenza e di vigilanza, al fine di dare puntuale applicazione alla
legge n. 62/2000, sia sotto il profilo tecnico, giuridico e finanziario
che del corretto funzionamento, nell'ottica del raggiungimento delle finalità
educative;
A.35) sviluppare l'attività
finanziaria e di bilancio relativa all'anno 2006, in sintonia con il
Dipartimento per la Programmazione Ministeriale e per la Gestione Ministeriale
del Bilancio, delle Risorse Umane e dell'Informazione e con la Direzione
Generale per la Politica Finanziaria e per il Bilancio, avvalendosi degli
elementi e dei dati forniti dalle Direzioni Generali e dagli Uffici scolastici
regionali e attraverso un efficace e puntuale coordinamento delle iniziative
e un costante monitoraggio degli esiti. In tale ottica andranno realizzate
modalità, modelli organizzativi e procedure per migliorare il grado
di conoscenza e responsabilizzazione dei livelli gestionali ed operativi,
centrali e periferici e ciò sia nella fase di previsione delle risorse
in relazione ai compiti cui attendere e agli obiettivi da raggiungere,
che nella fase attuativa e di utilizzo delle stesse;
A.36) implementare,
attraverso interventi programmati e mirati, i processi di convergenza
e di adeguamento alle politiche educative e di formazione dell'U.E.
per il raggiungimento degli obiettivi comuni stabiliti in sede di Consiglio
europeo di Lisbona, realizzando il monitoraggio degli relativi esiti;
A.37) promuovere e sostenere
la realizzazione degli obiettivi europei di coesione sociale, competitività
e cooperazione attraverso l'attivazione delle procedure di accesso
ai fondi strutturali, la partecipazione attiva e impegnata alla programmazione
e al corretto e tempestivo utilizzo degli stessi;
A.38) potenziare e diffondere
la dimensione europea dell'educazione, valorizzando la complementarietà
e la coerenza degli strumenti e delle risorse transnazionali, per una efficace
implementazione sul territorio nazionale delle opportunità offerte
dalla cooperazione;
A.39) promuovere e qualificare
la partecipazione delle scuole ai programmi di azione comunitaria Socrates
e Leonardo da Vinci, nella prospettiva del nuovo programma integrato
per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita
A.40) sostenere e incrementare
la partecipazione attiva e responsabile ai progetti delle Organizzazioni
internazionali Ocse, Unesco, Consiglio d'Europa ad integrazione e sostegno
dei processi di riforma nazionali;
A.41) incentivare le iniziative
di cooperazione nell'area dei Balcani e del Mediterraneo e rafforzare
i rapporti avviati con Cina, Russia e Usa.
UFFICI SCOLASTICI REGIONALI
La presente Direttiva ha
come destinatari anche i responsabili degli Uffici scolastici regionali,
i quali, come è noto, concorrono, in maniera organica e funzionale,
all'attuazione del " disegno complessivo del sistema dell'istruzione ed
al raggiungimento degli obiettivi educativi e formativi della "società
della conoscenza". Ai fini suaccennati va ulteriormente sviluppata una
stretta e puntuale interazione e collaborazione tra i citati Uffici scolastici
e l'Amministrazione centrale, sia nella fase programmatoria e propositiva
che in quella attuativa delle norme generali, delle direttive del Ministro
e degli indirizzi dei capi Dipartimento. Gli Uffici scolastici regionali
dovranno garantire l'ordinato e puntuale avvio dell'anno scolastico, ponendo
in essere tutti gli adempimenti relativi alle numerose e complesse fasi
operative con scrupolosa attenzione entro i tempi previsti dalle vigenti
disposizioni. Ai fini suddetti i competenti Direttori generali regionali,
collaborati dai responsabili degli Centri dei servizi amministrativi, seguiranno
direttamente l'organizzazione e la conduzione dei relativi servizi, intervenendo
con i supporti e le risorse che dovessero rendersi necessari. A tale fine
saranno effettuate puntuali e ricorrenti ricognizioni e verifiche delle
attività svolte. Gli Uffici scolastici regionali riporranno particolare
cura nella definizione dei seguenti adempimenti:
– consolidamento e valorizzazione
dell'autonomia scolastica in un quadro di relazioni reticolare che ponga
al centro del sistema dell'istruzione le istituzioni scolastiche e veda
come soggetti attivi i livelli istituzionali interessati, le regioni, gli
enti locali, gli organismi rappresentativi delle realtà territoriali,
il mondo della produzione e del lavoro, ecc.;
– attivazione di iniziative
di formazione rivolte al personale della scuola sui più moderni
ed attuali temi dell'innovazione, in linea con gli obiettivi, le indicazioni
e gli standard europei;
– attuazione delle politiche
nazionali relative agli studenti;
– elaborazione e inoltro alla
Direzione Generale per la Politica Finanziaria e per il Bilancio e al Dipartimento
per l'Istruzione di proposte relative all'assegnazione delle risorse finanziarie;
– raccordi, tramite il Dipartimento
per l'Istruzione, con la Direzione Generale per le Risorse Umane, con riguardo
a questioni relative alla gestione del personale dell'Amministrazione;
– consolidamento ed ampliamento
dei rapporti con la Direzione Generale per le Relazioni Internazionali
sui temi e sulle iniziative relative alla dimensione europea dell'educazione
e della formazione;
– previsione, allocazione
e utilizzo in tempo utile delle risorse finanziarie, nel rispetto delle
esigenze temporali delle istituzioni scolastiche, in una logica di sistema
che coinvolga e responsabilizzi nell'ambito di un disegno unitario, gli
Uffici della Direzione regionale e quelli dei Csa;
– monitoraggio dei flussi
di cassa delle scuole, per una puntuale ricognizione dell'andamento dei
movimenti finanziari e di spesa delle scuole stesse, anche a supporto delle
valutazioni di cui al punto successivo;
– verifica dei livelli di
efficienza gestionale delle scuole, di efficacia dell'attività formativa
e di osservanza degli standard programmati, al fine di accertare se e in
che misura siano stati raggiunti da parte dell'Amministrazione gli obiettivi
di indirizzo e di governo strategico del sistema scolastico;
– prosecuzione nella rilevazione
e nell'analisi già avviate a livello regionale nel corso del 2003
- anche in relazione alle specifiche richieste della Corte dei Conti -
per la valutazione della gestione economico-finanziaria delle scuole e
dei livelli di realizzazione dei piani dell'offerta formativa.
In tale ottica, gli Uffici scolastici regionali proseguiranno la rilevazione e l'analisi:
– delle linee caratterizzanti
la gestione amministrativo-contabile delle scuole, con specifico riferimento
alle modalità di allocazione delle risorse finanziarie, alle tipologie
e capacità di spesa, alla verifica della correttezza e della legittimità
degli adempimenti, al rispetto dei tempi;
– delle tendenze emergenti
dall'utilizzazione delle risorse finanziarie per la realizzazione del programma
annuale in termini di articolazione, efficacia e coerenza della programmazione
in funzione del Pof e del conseguente rispetto delle esigenze e dei fabbisogni
formativi;
– del raggiungimento degli
obiettivi formativi ed educativi relativi ai livelli di realizzazione dei
progetti-attività previsti dal Pof annuale nonché alla valutazione
del risultato-impatto degli interventi educativi e formativi realizzati.
Ai fini dell'effettuazione delle rilevazioni e delle analisi sopra menzionate, andrà riservata particolare attenzione alle risultanze degli interventi dei collegi dei revisori dei conti.
B) OBIETTIVI PRIORITARI DELL'AREA DELLA PROGRAMMAZIONE, DEL BILANCIO, DELLE RISORSE UMANE, DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DELLA COMUNICAZIONE
B.1) l'attività di supporto alle decisioni strategiche e di programmazione del Ministero necessita di un patrimonio informativo che consenta, in modo coordinato e tempestivo, di prospettare scenari, orientare le innovazioni di sistema, valutare il grado di fattibilità di opzioni politiche alternative. A tal fine si dovrà:
B.1.1) completare
il riordino e l'integrazione dei flussi di dati interni ed esterni
all'Amministrazione, eliminando incongruenze, ridondanze e le lacune più
critiche;
B.1.2) implementare e perfezionare
il patrimonio informativo esistente, attraverso analisi di settore validate
e un costante aggiornamento dei dati disponibili;
B.1.3) rafforzare la
cultura di un comune patrimonio informativo, attraverso maggiori e programmati
raccordi e interazioni tra i Dipartimenti, anche al fine di migliorare
la programmazione dell'intero processo di domanda, produzione e analisi
dei dati, con conseguente risparmio di spesa;
B.2) supporto ai processi
di valutazione del sistema scuola
Considerati gli scenari internazionali
in cui si colloca la filiera dell'istruzione e della formazione e l'urgenza
del Paese di disporre di una offerta formativa di qualità a fronte
di una domanda crescente di istruzione e formazione, continua ad essere
in primo piano la necessità di promuovere una cultura della valutazione
dell'intero sistema. In tale prospettiva le competenti strutture del Ministero
dovranno:
B.2.1) provvedere a
monitorare il rapporto tra i costi e i risultati del sistema Istruzione
nei diversi livelli organizzativi e territoriali;
B.2.2) garantire nell'ottica
di un allineamento ad una dimensione europea, l'interazione con gli organismi
che curano i confronti tra i diversi Paesi, per monitorare l'effettiva
convergenza tra gli obiettivi fissati in sede europea e le strategie nazionali
di settore e per assicurare l'adeguatezza delle metodologie adottate ai
fini di una corretta comparazione tra sistemi;
B.2.3) supportare attraverso
la produzione di studi, analisi statistiche, elaborazione di dispositivi
di valutazione - concordati con Invalsi - la valutazione periodica dei
risultati del sistema educativo e delle singole istituzioni scolastiche
e favorire il coordinamento delle diverse iniziative di analisi e di monitoraggio
del sistema condotte in ambiti diversi;
B.3) interventi nell'organizzazione e gestione del personale dell'Amministrazione: la separazione del Ministero dell'Istruzione da quello dell'Università e della Ricerca determina un cambiamento che deve essere portato a compimento ridisegnando la struttura istituzionale ed organizzativa dell'Amministrazione. Nelle more dell'emanazione dei necessari provvedimenti si dovrà intanto, in collegamento con il Dipartimento per l'Istruzione, provvedere a gestire la transizione:
B.3.1) assicurando la
gestione delle risorse umane sotto i profili organizzativo, retributivo,
culturale, valoriale e motivazionale;
B.3.2) attuare il piano
di formazione già definito nel 2005 per il personale delle aree
funzionali dell'Amministrazione e aggiornare la ricognizione di nuovi bisogni
formativi, con definizione di un nuovo piano di formazione per promuovere
una più elevata professionalità manageriale nella dirigenza;
B.3.3) dare applicazione
alla direttiva n. 4072 del 12 maggio 2005 che ha definito il nuovo sistema
sperimentale di valutazione della dirigenza amministrativa e tecnica;
B.4) sviluppo delle relazioni
sindacali: assumere iniziative capaci di ottimizzare le relazioni sindacali
attraverso la definizione di intese a carattere programmatico finalizzate
al recupero motivazionale del personale, all'elevazione della qualità
dei servizi e della produttività;
B.5) adeguamento luoghi
di lavoro: completare le iniziative per il miglioramento della qualità
degli ambienti di lavoro, per il recupero e la messa a norma dei locali
e per l'ottimizzazione della distribuzione degli spazi;
B.6) interventi di programmazione
finanziaria e di bilancio da realizzare con la collaborazione del Dipartimento
per l'Istruzione, anche ai fini della definizione puntuale sia delle priorità
sia dei livelli essenziali delle prestazioni:
B.6.1) avviare la ricognizione
del bilancio del Ministero al fine di verificare eventuali sprechi di
risorse; razionalizzare e riqualificare la spesa tenendo conto delle
specificità del sistema educativo, quali l'integrazione dei
diversamente abili, la durata complessiva dei percorsi di istruzione, la
consistenza oraria dei curricoli, l'insegnamento religioso, e delle
emergenze e priorità, come l'integrazione scolastica degli
immigrati e lo sviluppo dei livelli di istruzione degli adulti;
B.6.2) avviare le necessarie
iniziative finalizzate alla modifica della filosofia del bilancio dell'Istruzione,
basandolo non più sulla spesa corrente, ma anche sugli investimenti
strategici, definendo, in base a criteri oggettivi e scientifici
i livelli essenziali delle prestazioni e, quindi, della spesa pro-capite;
B.6.3) operare affinché
a tutti i livelli organizzativi ma in particolare presso le strutture periferiche
ed enti vigilati, si disponga di meccanismi e strumenti di controllo
di gestione in modo da assicurare maggiore rigore e consapevolezza
nella spesa e, quindi, determinare le condizioni per assicurare una
più elevata capacità di previsione e di controllo dell'Amministrazione;
B.6.4) sviluppare e ottimizzare
ulteriormente adeguati meccanismi per fornire informazioni tempestive
e affidabili sui flussi di spesa delle strutture decentrate, al fine di
porre in essere interventi idonei ad ottimizzare l'impiego delle
risorse finanziarie;
B.6.5) proseguire nelle
iniziative di programmazione e di controllo dell'impiego di risorse
finanziarie, con la realizzazione anche di modelli organizzativi che
consentano di ottimizzare la conoscenza e la responsabilizzazione
dei livelli organizzativi centrali e periferici, sui flussi di cassa e
di spesa;
B.6.6) sviluppare il
sistema di controllo di gestione nelle istituzioni scolastiche, tenendo
conto delle sperimentazioni già effettuate per definire i
modelli di controllo da rendere disponibili alle istituzioni scolastiche
al fine di monitorare e valutare l'andamento gestionale del sistema scolastico
in tutte le sue articolazioni;
B.6.7) costituire il
nuovo Nucleo di valutazione degli investimenti (Nuv) per effettuare valutazioni,
sia ex-ante che ex-post, sui programmi e i progetti di investimento
del Ministero nel settore dell'Istruzione, rafforzando l'attività
di analisi, valutazione e verifica delle iniziative di investimento;
B.7) Interventi nel campo della comunicazione
B.7.1) far progredire
il processo di interazione della comunicazione interna ed esterna, inteso
come potenziamento della capacità di ascolto da parte dell'Amministrazione,
in modo da favorire flussi comunicativi in una logica di rete e
quindi rendere più veloce, coerente e affidabile la capacità
di risposta ai diversi portatori di interessi;
B.7.2) realizzare attività
e forme di comunicazione esterna che dovranno essere concordate e coordinate
dalla competente struttura dell'Amministrazione, al fine di veicolare l'immagine
dell'Amministrazione e di dare risposte rapide e corrette alle domande
degli utenti;
B.7.3) proseguire le
iniziative relative alla comunicazione interna, attraverso il potenziamento
dell'Urp centrale e il rafforzamento del raccordo con gli UU.RR.PP.
territoriali, in funzione di una sempre più efficace interazione
con i soggetti istituzionali coinvolti, per conseguire un risultato
apprezzabile di coerenza e omogeneità di informazione, pur nel
rispetto delle specificità territoriali;
B.7.4) completare le
iniziative formative a favore del personale del Ministero, da estendere,
attraverso analoghi interventi, anche al personale della scuola, allo
scopo, tra l'altro, di implementare un sistema di comunicazione
istituzionale dalle scuole all'esterno, alla stregua di quanto previsto
dalla normativa vigente;
B.7.5) assicurare il
potenziamento dell'attivita' didattica a distanza utilizzando gli strumenti
informatici e multimediali per sostenere e rendere sempre più
incisiva e capillare l'attività di comunicazione ed informazione
nella scuola. Procedere al rinnovo e all'integrazione della convenzione
con la RAI;
B.8) Interventi nel campo dell'innovazione tecnologica
B.8.1) riordino
del patrimonio applicativo del settore istruzione per adeguarlo al mutato
assetto organizzativo del Ministero e per potenziare, anche attraverso
le tecnologie più innovative, la fruibilità dei servizi
offerti;
B.8.2) sviluppare iniziative
volte a realizzare un nuovo sistema di protocollo elettronico nonché
il completamento della nuova rete a larga banda di collegamento
degli Uffici del Ministero;
B.8.3) istituire un
nuovo servizio di posta elettronica per tutto il personale della scuola
e la generalizzazione del progetto cedolino on-line; realizzare
una banca dati per l'adozione dei libri di testo; costituire un'anagrafe
nazionale degli studenti;
B.8.4) proseguire le
numerose iniziative già avviate nelle scuole, per diffondere una
maggiore dimestichezza con gli strumenti informatici. In particolare
dovranno essere implementati i seguenti progetti: Biblioteche nelle
scuole; Scuola in ospedale (HSH@Network); @apprendere digitale; Cipe
scuola; Robot a scuola;
B.8.5) proseguire le
iniziative a sostegno della formazione dei docenti nell'area della didattica
con le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, anche
in modalità e-learning, che dovranno riguardare in
particolar modo la nuova edizione del progetto Fortic, destinato alla formazione
dei docenti, e il progetto Kidsmart, destinato a bimbi di età
pre-scolare;
B.8.6) utilizzare le
nuove tecnologie come leva per favorire la formazione dei giovani in condizioni
di svantaggio, con l'obiettivo di ridurre il digital divide. Nell'ambito
di tale obiettivo verranno attivati i progetti: "Maestri di strada"
che si rivolgerà ad alunni in età scolare che non frequentano
più la scuola; "Aurora", destinato ai minori degli istituti
penitenziari minorili o in strutture di ricovero; nonché
progetti destinati a promuovere rapporti di integrazione tra scuole e realtà
locali che si trovano ad operare nei contesti delle Comunità
montane.
C) OBIETTIVI DELL'AREA
DEI CONTROLLI E DEL MONITORAGGIO
L'attività di controllo,
verifica e monitoraggio riguarda tutte le priorità politiche e i
correlati obiettivi strategici di intervento dell'Amministrazione.
Accanto alle iniziative poste in essere dai singoli Uffici centrali
e periferici, il Servizio di controllo interno (Secin), nel contesto dei
compiti previsti dal D.L.vo n. 286/1999, continuerà a fornire
il supporto nelle diverse fasi della programmazione e redazione
della direttiva generale sull'azione amministrativa e la gestione e produrrà
un rapporto semestrale e un rapporto finale nei quali saranno analizzati
i dati del monitoraggio della direttiva stessa, formulando valutazioni
e proposte volte a consentire gli aggiustamenti necessari per superare
eventuali criticità rilevate come ostacoli al raggiungimento
degli obiettivi nei tempi previsti.
La presente direttiva sarà sottoposta ai controlli di legge. Una volta concluso l'iter di perfezionamento, con la registrazione da parte della Corte dei Conti, verrà trasmessa al Dipartimento della Funzione Pubblica e resa nota tramite i siti internet e intranet di questo Ministero.
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