LA PARTITA SULL'ORARIO E LA RIFORMA DEGLI ORGANI COLLEGIALI
 
 
Più di un anno fa l'Unicobas denunciava che l'assenza totale dell'orario dei docenti (viene ribadito solo quello di ATA e DS), espunto dall'ultimo contratto (quello del concorsone), avrebbe aperto la strada ad una progressiva ingerenza, resa possibile dalla "decontrattualizzazione", molti facevano finta di non capire.

 Eppure la strategia diviene sempre più chiara.

 Ciononostante, perché mai bisognerebbe quindi aspettare la controriforma degli OOCC? Già la "autonomia" assegna ai Consigli di Circolo o Istituto (organismi dove la componente docente è in minoranza) l'approvazione ultima del POF (sino all'anno scorso di competenza del Collegio Docenti).

 E sempre l'autonomia stabilisce che l'orario è di competenza del POF.

 E non si tratta solo delle articolazioni o della "flessibilità" dello stesso, ma proprio anche della sua complessiva durata, legata a progetti, piani di apertura delle scuole (che possono variare), etc.

 Quest'anno, visto che c'erano le elezioni RSU (che molti colleghi colpevolmente hanno sottovalutato, ma che erano decisive per definire quali sindacati contratteranno in futuro) CGIL, CISL, UIL e SNALS hanno ricontrattato (quest'estate) che l'orario sancito nel CCNL '95 rimane PROVVISORIAMENTE in vigore.

 Dove vogliono andare a parare? Dal prossimo anno, e via via di seguito, con la dovuta parsimonia italica, vogliono che ci si abitui al concetto di un monte ore annuo (unico elemento restante, una volta abolito l'orario settimanale).

 Li "sostiene anche il disordino dei cicli, visto che nel documento propedeutico "i saggi" hanno inserito l'elemento del monte di 1000 ore annue per il futuro primo ciclo (diventano circa 25 h. settimanali, così si riesce persino ad aumentare l'orario dei docenti delle elementari).

 Allora, quale sarebbe l'orario annuale? Quello che risulta dallo scorporo dei 32 gg. di ferie (+ 4) sanciti contrattualmente (unico "paletto" rimasto).

 Equivarrebbe a dire: 
1) si lavora per tutte le ore relative ai restanti giorni dell'anno (giorni limitrofi al Natale compresi), che vengono "riversate" nel periodo di apertura della scuola agli alunni; 
2) si lavora anche d'estate, escluso il canonico mese di ferie; 
3) si fa un "misto".

 Ma sempre "gratis et amore Dei", perché stiamo parlando di ore che secondo i DS (partito e "Dirigenti"), la CGIL (e non solo) sarebbero DOVUTE.

 Così questi saprofiti di insegnanti cominciano finalmente a lavorare (esattamente come gli operai e gli impiegati, ai quali secondo loro - e non solo - saremmo parificabili).
 

QUANDO DICIAMO CHE OCCORRE USCIRE DAL PUBBLICO IMPIEGO, NON DICIAMO SOLO UNO SLOGAN (checché ne dicano i Cobas, che sono contrari, come il loro partito, Rifondazione).

 La Funzione Docente non è parificabile ad alcuna altra funzione, e richiede uno status particolare e specifico: ci siamo mai chiesti come mai il LAVORO SOMMERSO non emerge in sede contrattuale? Abbiamo mai riflettuto sul fatto che il nostro lavoro esprime un tipo di impegno CONCENTRATO e NON ESTESO (dilazionabile nel tempo, governabile e differibile).

 RIFLETTETE GENTE, RIFLETTETE.

ma cercate di riflettere in fretta.
 

PS Nei Centri di Formazione Professionale, nati con proprietà sindacali ed oggi gestiti da agenzie a capitale misto pubblico-privato, i "docenti" (non abilitati), godono di 36 h. settimanali di lavoro e sono intercambiabili col personale amministrativo: un anno docente, l'altro magazziniere.

 I CFP, sono, peraltro, l'esempio cui far soggiacere l'istruzione professionale statale (vd. accordo sul lavoro sottoscritto nel '96 dal governo dell'epoca e dalla triplice dell'epoca al completo a livello confederale: D'Antoni, Cofferati, Larizza).

 L'istruzione professionale statale, la volevano regionalizzare (o no?).

 Crediamo davvero che abbiano abdicato da tale idea? Così potranno godere tutti, anche Bossi, che avrà la sua Scuola Nazionale Padana, con gli schiavi "terroni" che comunque vi insegnano.

CON LA RIFORMA DEGLI ORGANI COLLEGIALI - a dimostrazione che il vero obiettivo è l'eliminazione di chi è realmente autonomo e non allineato - s'intende fare in modo che i lavoratori della scuola, docenti ed ATA, non possano più eleggere direttamente i membri dei nuovi Consigli Provinciali o Regionali, nominati in futuro dai Distretti, così che se non raggiungeremo il 50% + 1 dei voti ci falceranno e dovessimo anche raggiungere il 49% su base provinciale o regionale resteremmo senza rappresentanti, se non otterremo almeno il 51% nei distretti eletti dalla "base".

 Chi sono i responsabili? BASTA VEDERE CHI HA FIRMATO IL DDL, LEGGERE GLI EMENDAMENTI DELLE FORZE POLITICHE, per scoprire che c'è ben poca "opposizione".

 Questo, naturalmente, si appaia al tentativo di confondere i ruoli.

 E infatti nella riforma è previsto che la componente docente venga mandata ancor più in minoranza nei Consigli di Circolo/Istituto, assegnando poi a questo organismo (come fa l'autonomia) la titolarità a decidere ultimativamente sul POF, si fa il resto.

 E l'orario, essendo legato al POF, viene indicato di concerto, così come corsi di "recupero" ed altro: se passa l'ottica custodialistica caldeggiata spesso dalla componente genitori (scuola parcheggio) l'aumento d'orario è assicurato.

 Nessuno ha mai affermato che i medici dovrebbero scrivere anamnesi e terapie sotto la dettatura dei pazienti, ma parecchi ritengono che noi dovremmo farci indicare metodologia e didattica da soggetti che non ne hanno le competenze specifiche.

 Nessuno ha mai affermato che gli avvocati dovrebbero venire "valutati" dai magistrati, ma molti credono che noi si dovrebbe venire giudicati dai Dirigenti Scolastici,  che già l'autonomia premia a discapito degli organi collegiali, mentre con la "riforma" degli stessi le forze politiche si premurano di far scomparire gli ultimi baluardi di democrazia rimasti, adeguando tali organi ad una dipendenza dal "dirigente" persino nella nomina (consegnatagli ad libitum) dei collaboratori: così si eliminano le "incongruenze" che hanno costretto quest'anno De Mauro a far marcia indietro ribadendo ob torto collo che nella nomina di qualsiasi figura legata alla didattica occorreva ancora sentire il Collegio Docenti.

 Veniamo via via privati degli organi di autodifesa professionale.

 Perché, quindi, l'Unicobas si batte per l'istituzione di un ORDINE PROFESSIONALE DEI DOCENTI? Un altro elemento di riflessione (contrastato ancora dai sindacati "ufficiali" così come dai Cobas - casualità?).
 
 

Stefano d'Errico, segretario nazionale dell'Unicobas scuola