IL SOLE 24 ORE ON LINE 8.10.2010

Proteste e tafferugli contro i tagli alla scuola. Gelmini: bisogna avere il coraggio di cambiare

di Claudio Tucci


Ha preso il via prestissimo, quando era ancora buio, la protesta degli studenti contro i tagli alla scuola e le riforme del ministro Gelmini. E non sono mancati i tafferugli con a Milano un funzionario della Digos leggermente ferito all'occhio destro dopo che un giovane gli ha spruzzato del liquido urticante. Momenti di tensione anche a Torino, con lancio di fumogeni e altri oggetti, tra cui bottiglie, contro la polizia, mentre a Verona tre persone estranee ai manifestanti si sono messe a lanciare bengala, fumogeni e uova con all'interno vernice blu contro una filiale di una banca. Subito è scattato l'intervento dei poliziotti per limitare i danni, ma uno degli agenti è stato colpito al volto da una fiammata di un bengala riportando delle lievi ferite.

La mobilitazione - che coincide con quella dei sindacati Usi e Unicobas, che si fermeranno per l'intera giornata, e Flc-Cgil, che incroceranno le braccia per un'ora - è stata aperta con una sorta di blitz davanti al ministero dell'Istruzione.

Gli studenti di Unione degli studenti e Link hanno affisso due striscioni all'ingresso del dicastero di viale Trastevere, spiegando poi il gesto come necessario «per dare il buongiorno al ministro» in una giornata speciale. Sul primo striscione c'era scritto: «8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia». Sull'altro «La paura fa 90... cortei in Italia».

Non si è fatta attendere la replica del ministro Gelmini: «Bisogna avere il coraggio di cambiare. È indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale». Per ottenere questi obiettivi, aggiunge, «stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile». E ai ragazzi in corteo ha mandato questo messaggio: «La protesta di oggi mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra».

Le manifestazioni contro la riforma della scuola stanno avendo una «grande partecipazione in tutte le città italiane», sottolinea in una nota l'Unione degli studenti. «A Torino - prosegue il comunicato - stanno manifestando 30 mila studenti, a Bologna 20mila, a Milano 15mila, a Firenze 5 mila e anche nelle città più piccole da Siena a Cosenza, da Catanzaro a Genova si registra la partecipazione di più seimila studenti. A Milano davanti all'ingresso del provveditorato i manifestanti hanno srotolato uno striscione polemico nei confronti dell'introduzione della cultura militare nelle scuole, e hanno posto una sagoma del ministro Gelmini, vestita in abiti militari, che è diventata bersaglio del lancio di uova, rotoli di carta igienica e di qualche petardo. Nella capitale dove il corteo è giunto davanti il ministero dell'Istruzione, si registrano più di 30mila persone. «Una partecipazione così alta - dichiara Stefano Vitale, dell'Unione degli Studenti - è ben al di sopra delle migliori aspettative».

Dati contestati da Beatrice Lorenzin (Pdl) secondo cui la «manifestazione a Roma ha fatto flop». Solidale invece con la protesta dei ragazzi il senatore Pd e capogruppo in commissione Istruzione al Senato Antonio Rusconi, secondo cui la Gelmini ha riservato «solo amare medicine per studenti, insegnanti e famiglie». Diverse le posizioni dei sindacati. Se per il numero uno della Cisl Scuola, Francesco Scrima «le ragioni della buona scuola si difendono con più forza se si offrono proposte, e non solo proteste», per il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo: «Quella di oggi è una giornata di lotta straordinaria che ha per protagonisti i giovani. Ragazzi che non si rassegnano a un futuro senza prospettive, a una scuola e a una università che vengono smantellate».

8 ottobre 2010


 
RIVIERA 24.IT
Imperia - Lo sciopero, primo di una serie di agitazioni sindacali che si protrarranno sino alla fine dell'anno, trova motivazione nei tagli imposti dalla recente Riforma Gelmini. L'astensione del lavoro è avvenuta sia nella prima che nell'ultima ora di lezione.

Hanno scioperato oggi, in tutta la provincia di Imperia, gli inseganti aderenti alle sigle sindacali CGIL e Unicobas. L'astensione dal lavoro ha coinvolto praticamente tutte le scuole, dalle materne alle medie superiore. Buona l'adesione all'iniziativa: circa il 70% degli inseganti.

Lo sciopero, primo di una serie di agitazioni sindacali che si protrarranno sino alla fine dell'anno, trova motivazione nei tagli imposti dalla recente Riforma Gelmini. L'astensione del lavoro è avvenuta sia nella prima che nell'ultima ora di lezione.
"Abbiamo scelto questa modalità di protesta - commenta Alixia Patri, Segretario provinciale della CGIL Scuola - per non creare disagio tra studenti e genitori, per non inficiare troppo sulla decurtazione della busta paga degli insegnanti ma al contempo mantenere alta la visibilità necessria per rimarcare l'importanza dell'iniziativa di protesta"

Alixia Patri ci descrive le motivazioni dello sciopero aprendo e chiudendo con uno slogan:"Un'ora del tuo lavoro per non rinunciare al futuro di tutti. Questo chiede la FLC CGIL con lo sciopero di venerdì 8 ottobre a quasi un milione e mezzo di lavoratori della conoscenza  - scuola e università, pubbliche e private, ricerca, formazione professionale e AFAM) - È una delle tante iniziative promosse per accendere i riflettori e rompere il silenzio sullo stato di queste istituzioni, sempre più degradato e sul disagio di chi vi lavora. Solo il Ministro Gelmini dice che va tutto bene, nonostante i fatti la smentiscano e i dati Ocse bollano l'Italia in coda negli investimenti in conoscenza. Ormai il re è nudo. Quello che il governo si ostina a chiamare riforma è solo la foglia di fico che copre tagli, tagli e ancora tagli, di risorse umane e finanziarie, nonostante qualche rattoppo dell'ultim'ora. Tagli e precarietà. Così si impoverisce l'intero Paese e non solo i lavoratori di questi settori a cui viene negato il rinnovo contrattuale, nonostante abbiano gli stipendi più bassi d'Europa, e con esso qualunque prospettiva di avanzamento professionale, di formazione e aggiornamento - il Segretario conclude affermando -Non è tempo di rassegnarsi, da qui nasce la campagna autunnale"

di Luca Simoncelli


08/10/2010

UNITA'.IT

Scuola, i video da tutta Italia. 300mila in piazza, tafferugli a Milano

Francesca Puglisi, Responsabile Scuola della Segreteria PD, in una nota afferma: "Il ministro Gelmini ascolti il disagio che oggi migliaia di studenti stanno manifestando dalle piazze di tutta Italia, invece di continuare a negare l'evidenza perche', purtroppo, se qui c'e' qualcuno che abusa di vecchi slogan e' proprio il ministro, quando parla di scuola come 'luogo di indottrinamento politico della sinistra'. Altro che qualita' della scuola: gli studenti, dopo gli interventi del governo, sono costretti a stare in aule sovraffollate oltre il limite della decenza e della sicurezza e pagano in prima persona e tutti i giorni i tagli operati dal governo. E quindi il governo dia alle scuole autonome le risorse umane e finanziarie per l'innovazione didattica che serve per riallineare i livelli di apprendimento degli studenti italiani a quelli dei coetanei europei".

La rete calcola che oggi siano scesi in piazza in tutta Italia «circa 300mila studenti» in «più di 100 piazze italiane». Chiedono investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica, una didattica nuova e più diritti per gli studenti. Insomma, una scuola pubblica e non la sua demolizione di fatto.

A Verona il corteo, precisa la stessa Questura, era totalmente pacifico quando tre persone, estranee alla manifestazione, hanno lanciato bengala, fumogeni e uova con dentro della vernice blu contro una filiale di una banca. La polizia è intervenuta ma un agente è stato colpito al volto da una fiammata di un bengala ferendosi lievemente. I tre sono stati portati in Questura. Il corteo è proseguito.

A Firenze, il corteo vede una folta partecipazione. Qualcuno dalla testa della manifestazione ha lanciato un fumogeno, bottiglie di vetro e uova contro la sede della scuola privata degli Scolopi, in via Cavour. Un gesto che ha suscitato la reazione e la protesta degli altri studenti che sfilavano. Piccolo tafferuglio poi davanti alla prefettura: spintoni e qualche pugno, alcuni ragazzi sono poi identificati dalle forze dell'ordine intervenute. Gli animi si sono placati e il corteo ha ripreso la sua marcia. Cortei anche a Siena e Livorno.

A Milano ci sono stati tafferugli vicino all'Università statale. Gli studenti, 20mila per gli organizzatori, la metà per la Questura, verso il Provveditorato hanno lanciato uova e petardi verso la sagoma di Mariastella Gelmini. E, dicono agenzie di stampa, sono state lanciate pietre verso l'edificio del Provveditorato. Una delegazione degli studenti è stata lasciata passare e ha costruito con cartoni e sacchi una piccola struttura militare davanti il cancello d'ingresso: «Provveditorato limite invalicabile: zona militare, vigilanza a cura del generale Colosio». Gli insulti più frequenti contro il provveditore Giuseppe Colosio e Mariastella Gelmini. Ha aperto il il corteo un manifesto che ritrae il ministro dell'istruzione con una tuta mimetica dell'esercito. «Ci tagliano gli insegnanti, ci riducono i laboratori, ci costringono in classi da oltre 30 studenti», ha spiegato Gianmarco del coordinamento dei collettivi studenteschi. «È vergognoso - ha aggiunto - che invece il ministero avalli progetti che di fatto introducono l'educazione militare nelle scuole».

Sempre a Milano alcuni studenti riferiscono di essere stati caricati dalla polizia. Un funzionario della Digos della Questura è rimasto leggermente ferito all'occhio destro dopo che un giovane gli ha spruzzato del liquido urticante durante il confronto nei pressi dell'ateneo. Un docente precario racconta che la polizia in piazza Missori ha caricato con manganellate un gruppo di universitari in corteo non autorizzato. Al momento non risultano feriti.

A Roma continua la protesta davanti al ministero dell'istruzione. «Dimissioni» urlano le migliaia di ragazzi e ragazze mentre continuano ad arrivare altri manifestanti in viale Trastevere; alcuni di loro hanno cantato sulle note di “Bella Ciao”, un testo modificato ed intitolato “Ciao Stella”. Non sono mancate, tra gli striscioni davanti al ministero, critiche al sindaco di Roma e alla presidente della Regione Lazio: su uno striscione c'è scritto «Alemanno-Polverini Roma ve schifa».

Gli studenti del Movimento dei giovani democratici di Tivoli hanno srotolato sotto al Miur un mega striscione con l'eroe dei videogame anni ottanta, Pac-man, che mangia il premier.

«La riforma Gelmini porta ad una forte riduzione delle ore scolastiche e all'aumento indiscriminato degli alunni per classe. Se si ammala un collega la classe rimane scoperta con il rischio di incolumità per i ragazzi. Lo sa la Gelmini questo?». Lo ricorda un docente di un liceo di Ostia mentre partecipa alla manifestazione a Roma.

Nella capitaleè arrivato sotto il ministero dell'Istruzione, tra fumogeni viola e lo striscione "Chi apre una scuola chiude una prigione", il corteo di studenti che manifesta contro la riforma Gelmini. Ad aspettarlo alcune centinaia di manifestanti; tra loro una trentina del collettivo "Senza tregua" che si è disposto davanti all'entrata del dicastero indossando delle maschere con un volto bianco e portando uno striscione su cui è scritto: «Ci rubano il futuro». Sul Tevere gli studenti hanno calato un altro striscione: «voi le barriere, noi il ponte».

Migliaia di studenti - diecimila secondo gli organizzatori, quattromila per la questura - da stamane sfilano a Napoli per protestare insieme al mondo dell'Università contro i tagli alla scuola e alla ricerca italiana.

Le manifestazioni contro la riforma della scuola stanno avendo una «grande partecipazione in tutte le città italiane». Lo sottolinea una nota dell'Unione degli studenti. «A Torino - prosegue il comunicato - stanno manifestando 30 mila studenti, a Bologna 20 mila, a Milano 15 mila, a Firenze 5 mila e anche nelle città più piccole da Siena a Cosenza, da Catanzaro a Genova si registra la partecipazione di più seimila studenti. A Roma dove il corteo è appena partito, si registrano più di 30 mila persone, una partecipazione molto più imponente rispetto a quella del primo corteo del 2008 che ha lanciato la mobilitazione dell'Onda». «Una partecipazione così alta - dichiara Stefano Vitale, dell'Unione degli Studenti - è ben al di sopra delle migliori aspettative. È in atto una grande risposta degli studenti contro le politiche di questo governo. Tra poco dal Ministero pretendiamo delle risposte».

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini risponde com'è suo solito e si ammanta di "nuovo" e di cambiamenti - a suo dire - tutti per il meglio. Per lei la protesta ripropone «vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo». E ovviamente chi protesta lo fa per ideologia politica, non certo perché vede demolire la scuola pubblica. Rincara la dose il ministro: chi contesta oggi «è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra». E ancora: «Bisogna avere il coraggio di cambiare. È indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato». Muro contro qualsiasi possibile dialogo, quindi.

Le macerie della scuola pubblica di Jolanda Bufalini

Macerie: è quel che resta della scuola pubblica dopo i tagli che hanno riportato il numero degli studenti per aula a cifre da dopoguerra, abolito laboratori anche nei professionali e la possibilità di studiare due lingue, cancellato l’informatica e ridotto le ore di italiano. Caschetti gialli in testa, dunque, gli studenti delle superiori saranno oggi in 80 cortei annunciati dall’Uds, nelle strade e nelle piazze di 60 città italiane. Ma non saranno soli. Ci saranno anche gli universitari, perché il disegno di legge del ministro Gelmini, in discussione alla Camera, mina - anziché riformare - le fondamenta dell’università pubblica. l’Unione degli universitari ha lanciato sul sito costruttori di sapere (costruttoridisapere.it) una foto-petizione: 1600 fotografie con caschetto giallo in testa. Anche Roberto Saviano - raccontano gli studenti dell’Udu di Pavia - ha solidarizzato, accettando una maglietta con la scritta «costruttori di sapere», dopo una conferenza sulla lotta alle mafie. Insieme a ragazze e ragazzi che hanno coniato lo slogan «chi apre una scuola chiude una prigione», ci saranno i sindacati e la rete dei ricercatori e dei precari delle università.

Sciopera Unicobas mentre l’indicazione della Flc-Cgil, è di scioperare alla prima ora (all’ultima nei turni pomeridiani o serali). «Saremo in tanti alle manifestazioni studentesche», spiega il segretario Domenico Pantaleo, perché saranno tanti «i precari licenziati, i ricercatori, le rappresentanze delle Rsu». Quella di oggi, secondo il sindacalista, «è solo una prima tappa di una mobilitazione che non deve spegnersi con un unico grande fuoco». Mobilitazione che vedrà un altro momento importante il 14 ottobre (e un altro sciopero di un’ora), quando alla Camera si discuterà il Ddl Gelmini. «Il baratto accettato dai rettori - sostiene Pantaleo - è scandaloso, si sono accontentati di briciole, anzi di promesse vuote». Finanziamenti, superamento della precarietà e diritto allo studio sono gli obiettivi della mobilitazione nelle università. Offerta formativa che «è sempre più povera, particolarmente nel Mezzogiorno» e lavoro per «le migliaia di precari licenziati», gli obiettivi per la scuola. E poi il pericolo che accomuna i diversi gradi: «la privatizzazione del sistema dell’apprendimento, che sta diventando un diritto per pochi». È, sostiene Pantaleo, «un arretramento culturale simboleggiato dalla farsa degli sponsor privati, leghisti a Adro, da supermercato nella provincia Andria Trani Barletta».


CORRIERE ADRIATICO.IT 8.10.2010

ingrandisci carattere rimpicciolisci carattere invia ad un amico 

Urbino E’ nato il Coordinamento provinciale dei Comitati per la difesa dell’istruzione pubblica e si propone di coordinare le attività del Comitato genitori insegnanti per la difesa della scuola pubblica di Pesaro, del Comitato genitori insegnanti per la difesa della scuola pubblica di Fano del e Comitato genitori insegnanti per la difesa dell’Istruzione pubblica di Urbino), del Coordinamento Precari Scuola di Pesaro e Urbino e di altri comitati che verranno a costituirsi. Il coordinamento organizza oggi una serie di iniziative su territorio provinciale in occasione della mobilitazione in difesa della scuola e dell’istruzione pubblica promossa da Cgil e Unicobas e a sostegno della manifestazione promossa nello stesso giorno dagli studenti medi a Pesaro, dell’assemblea permanente degli studenti universitari di Urbino e della protesta dei ricercatori universitari di Urbino.


articolo di venerdì 08 ottobre 2010


Scuola in piazza, scontri a Milano: agente ferito
Gelmini: "Così indottrinano i giovani a sinistra"

di Redazione

Si ripete il rito: universitari e studenti delle scuole superiori protestano contro tagli e riforma. Blitz all'alba davanti al ministero dell'Istruzione: piazzati due striscioni. Traffico in tilt a Roma e Milano. Gelmini: "Vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo" Il video

Milano - Studenti in piazza oggi contro tagli e riforme in atto. Si ripete il rito annuale delle manifestazioni, come da copione. Sono partiti  50 cortei in tutta Italia per chiedere la "rottamazione" del ddl Gelmini prima ancora che venga approvato. Lo sciopero per l’intera giornata è stato proclamato da Usi Ait Scuola e Unicobas, mentre Flc-Cgil ha indetto l’astensione dal lavoro per un’ora indetta dalla Flc-Cgil. Lo slogan della giornata è "Cambiare ora la scuola!". Contestati anche i corsi organizzati in collaborazione tra scuole e esercito.

Universitari e studenti delle scuole superiori uniti Insieme a Unione degli studenti e Rete degli studenti, che difendono i diritti degli iscritti alla scuola superiore, infatti, sfilano l’Unione degli universitari, il Link ed il neonato movimento anti-ddl Costruttori di sapere. A Roma, il corteo degli studenti universitari partito dalla Sapienza si è unito agli studenti delle superiori partiti da Piramide per arrivare assieme davanti al Miur. Sono in 30mila a sfilare secondo gli organizzatori. Traffico in tilt al centro di Roma e in zona Ostiense. Proprio davanti al ministero, stamattina i ragazzi di Unione degli Studenti e a Link-coordinamento universitario hanno iniziato la protesta piazzando all'alba due striscioni. "8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l’incubo, noi la sveglia" e "La paura fa 90 ...CORTEI IN ITALIA" gli slogan.

La replica della Gelmini Non si fa attendere la risposta di Mariastella Gelmini, che commenta: "La protesta di oggi però mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra". Il ministro dell'Istruzione difende le riforme sostenendo che "bisogna avere il coraggio di cambiare. Dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile. È necessario lo sforzo di tutti coloro che hanno a cuore la scuola".

Tafferugli a Milano Partito qualche fumogeno durante il corteo di Milano, che ha bloccato tutto il centro. Tra striscioni colorati, slogan contro "la cultura militare nelle scuole" e urlando "assedio assedio", i circa 10mila studenti hanno raggiunto il provveditorato agli studi di via Ripamonti per protestare contro il provveditore lombardo, Giuseppe Colosio. Gli studenti sono tenuti a distanza dall’ingresso dell'edificio, transennato dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno srotolato uno striscione polemico nei confronti dell’introduzione della
cultura militare nelle scuole, e hanno posto una sagoma del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, vestita in abiti militari, che è diventata bersaglio del lancio di uova, rotoli di carta igienica e di qualche petardo. Sul posto sono presenti agenti di polizia in tenuta antisommossa. Una parte di studenti, però, si è staccata dal corteo principale e si è diretta verso l'università Statale. Da lì circa 200 persone sono ripartite spontaneamente e sono stati bloccati dalla polizia in Piazza Velasca con una carica. Un agente della Digos è rimasto leggermente ferito all’occhio destro da un giovane che gli ha spruzzato del liquido urticante. I manifestanti sono partiti nuovamente, stavolta scortati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa, per arrivare in via Larga all’urlo "blocchiamo tutto,
blocchiamo subito". 

Tensioni anche nelle altre città Momenti di tensione anche a Torino, dove sono stati lanciati fumogeni e altri oggetti, tra cui bottiglie di vetro, contro la polizia. Il lancio è avvenuto alla fine del corteo, in via Po, vicino alla sede delle facoltà umanistiche. Non ci sono state gravi conseguenze. Stessa scena anche a Firenze, dove gli studenti in testa al corteo, ha lanciato un fumogeno, bottiglie e uova contro la sede della scuola privata degli Scolopi, in via Cavour, suscitando la protesta degli altri studenti che sfilavano e portando a scontri, placati subito dalle forze dell'ordine, davanti alla prefettura: ci sono stati spintoni e qualche pugno, fortunatamente senza conseguenze.  Alcuni settori del corteo hanno aggredito, sempre in via Cavour, un gruppo di studenti di destra di Azione Giovani, che stavano camminando sul lato opposto del marciapiede. Ne è nato un tafferuglio, e le forze dell’ordine hanno identificato i responsabili.


WALL STREET ITALIA 8.10.2010

Scuola/ Nella notte studenti affiggono 2 striscioni davanti Miur

Protesta Uds-Link: 'La paura fa 90... cortei in Italia'

di
Pubblicato il 08 ottobre 2010 | Ora 10:41
Fonte: Apcom
Commentato: 0 volte

Roma, 8 ott. (Apcom) - Ha preso il via prestissimo, quando era ancora buio, la protesta degli studenti contro i tagli alla scuola e le riforme del ministro Gelmini: la mobilitazione - che coincide con quella dei sindacati Usi e Unicobas, che si fermeranno per l'intera giornata, e Flc-Cgil, che incroceranno le braccia per un'ora - è stata aperta con una sorta di blitz davanti al ministero dell'Istruzione. Gli studenti di Uds e Link hanno affisso due striscioni all'ingresso del Dicastero di viale Trastevere, spiegando poi il gesto come necessario "per dare il buongiorno al ministro" in una giornata speciale. Sul primo striscione c'era scritto: '8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia'. Sull'altro 'La paura fa 90... cortei in Italia'.


LA VOCE D'ITALIA

Scuola: studenti in piazza

Manifestazioni in tutta Italia

Milano - Studenti in piazza contro la riforma Gelmini in scuole, università ed enti di ricerca, con gli scioperi indetti da Flc-Cgil e Unicobas e manifestazioni della Rete degli Studenti organizzate in decine di città su tutto il territorio nazionale.

Flc-Cgil ha dato il via alle iniziative di protesta nei comparti della scuola con lo sciopero dei docenti nella prima ora di lezione, che sarà seguito da astensioni dal lavoro ad intermittenza ogni quindici giorni fino a dicembre.

Il sindacato ha spiegato che la protesta riguarda i tagli, la crisi della formazione professionale e l'incertezza all'avvio del nuovo anno scolastico.

Scioperano invece per l'intera giornata gli aderenti a Unicobas Scuola, che protesteranno, sempre in giornata, davanti al ministero dell'Istruzione a Roma.

La Rete degli Studenti manifesta in oltre 50 città, da Aosta ad Agrigento: "Rimuoveremo le macerie create da Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di provvedimenti spot sulla disciplina e una 'finta' riforma che non fa altro che tagliare tutto il possibile", si legge in una nota.

Il 15 ottobre è indetto uno sciopero generale dei Cobas, con docenti e  personale Ata che si asterranno dal lavoro per tutta la giornata con manifestazioni territoriali previste in varie città.

L'Unione degli universitari (Udu), dopo aver protestato nei giorni scorsi all'interno degli atenei, ha in programma un presidio davanti a Montecitorio dove tra il 10 e il 12 ottobre la Camera dovrebbe discutere il ddl sull'Università.

Per quanto riguarda Cisl e Uil, nessuna manifestazione specifica per i comparti della scuola. Le due sigle hanno infatti deciso di organizzare un'unica manifestazione nazionale, domani, a piazza del Popolo a Roma, in cui confluiranno i problemi dei diversi settori tra cui, appunto, la scuola.
8/10/2010
 







SUPEREVA  Piemonte 

A Torino le scuole in piazza

Sciopero generale della Scuola oggi a Torino, come in tutta Italia, contro le riforme e i drastici tagli Gelmini-Tremonti. E il 15 ottobre si replica.

“Almeno un pregio la Gelmini ce l’ha” - commenta una studentessa in piazza a Torino - “quello di avere unito nella protesta contro di lei Nord e Sud, genitori, alunni e docenti, tutte le scuole di ogni ordine e grado e perfino tutte le università”.

E’ questo uno degli amari commenti che si sentono a Torino, in piazza, durante lo sciopero generale della scuola indetto da Unicobas.

A Torino si stanno mobilitando coralmente studenti di tutte le scuole, docenti, genitori, ma anche il personale dell’Università, sebbene le riforme contro cui protestano (tutte del Ministro Gelmini) siano in realtà leggi differenti.

In alcune scuole torinesi da alcuni giorni è già partita l’occupazione e l’autogestione. In molte scuole i Docenti per protesta si rifiutano di fare straordinari (necessari per coprire i “buchi” lasciati scoperti dai tagli agli organici) e le attività extrascolastiche (viaggi di istruzione, uscite, laboratori) a causa della mancanza dei fondi.
E oggi sono tutti in corteo in piazza.

“Una nuova protesta contro i tagli all’organico e l’impoverimento della qualità della scuola - scrive Maria Teresa Martinengo su La Stampa dell’8 ottobre - ha coinvolto ieri un altro istituto professionale, il «Beccari» e, in parte, il «Bodoni-Paravia», l’istituto per le arti grafiche e fotografiche (di Torino, ndr). Martedì avevano «scioperato» all’improvviso i ragazzi del Boselli, assistiti con una certa «comprensione» dai loro docenti. Questa volta gli studenti non sono rimasti, come l’altro giorno, all’interno della scuola: hanno formato un corteo di centinaia di persone che ha marciato lungo via Bologna, via Milano, via Garibaldi fino a piazza Castello, davanti alla Regione - obiettivo della manifestazione -, per finire davanti alla Rai di via Verdi”

“Il «Beccari» è il grande istituto alberghiero - prosegue nel suo articolo la Martinengo - dove pochi giorni fa gli operatori scolastici avevano denunciato il disagio della categoria, pesantemente colpita dai tagli. Ieri gli studenti - che hanno attraversato la città così com’erano, senza striscioni o cartelli - hanno spiegato di essersi mossi «perché ci stanno diminuendo le ore di pratica. Quando usciremo di qui non sapremo fare niente»”.

Il corteo torinese, che si unisce agli oltre 50 cortei di protesta che oggi si muovono in tutta Italia, da Roma a Napoli, da Bari a Siena, da Foggia a Salerno, è partito dalla centrale piazza Arbarello (dove fino a pochi anni fa vi era la sede storica della Facoltà di Economia) per proseguire lungo via Cernaia, via Pietro Micca, la centralissima Piazza Castello, via Verdi e raggiungere Palazzo Nuovo, sede delle Facoltà Umanistiche.

Secondo le stime della polizia a Torino questa mattina erano in piazza più di 15.000 persone, mentre per gli organizzatori il numero raggiungeva le 30.000 unità.

Alcuni studenti universitari, travestiti da clown, hanno distribuito buste vuote, rappresentanti le borse di studio “vuote”. La protesta ha raggiunto la sede della Regione Piemonte, contro i tagli aggiuntivi alle borse di studio imposti dal Governatore Cota.

“Ciò che ci amareggia di più” - commenta una docente delle superiori in sciopero - “è che il Ministro Gelmini continua a fare un muro di gomma, respingendo tutte le critiche, facendo finta di non vedere il disastro della scuola, citando cifre e dati elaborati dal Ministero che non corrispondono assolutamente alla realtà e parlando per frasi fatte e luoghi comuni“.

“In tutta Europa - si legge sul comunicato ufficiale con cui Unicobas ha proclamato lo sciopero generale della scuola per l’8 ottobre - nonostante le note difficoltà finanziarie, nessun governo tocca la scuola, che anzi ottiene finanziamenti ulteriori. In Italia, il Paese che, come dimostrano i recentissimi dati OCSE, spendeva già la percentuale più bassa del prodotto interno lordo per istruzione, università e ricerca, vengono sottratti alla scuola 8,5 miliardi di euro”.


LECCE PRIMA.IT 8.10.2010

[08/10/2010]

“ISTRUZIONE PUBBLICA SENZA VOLTO”: PROTESTA IN PIAZZA
A Lecce come in altre 50 città il corteo con studenti, docenti, delegazioni universitarie e sindacali. Un migliaio gli aderenti che hanno sfilato per i viali della città. Momenti di tensione in Ateneo

LECCE – Ottocento secondo al Questura di Lecce, forse un migliaio, secondo gli organizzatori, gli studenti di vario ordine e grado aderenti alle sigle e movimenti studenteschi che questa mattina hanno manifestato in corteo nel capoluogo salentino, come più o meno è successo nelle altre città italiane, contro la riforma del ministro Gelmini.

“Gelmini taglia il tuo stipendio non la scuola”; “La cultura non si riforma”; “L’obbligo di imparare aliena il gusto di creare”; “Contro l’impoverimento culturale lotta sociale”. E’ quel che recitano alcuni dei numerosi striscioni esibiti dagli studenti. Ma, la protesta, ovviamente, non è solo loro. “Scuola in lutto” i cartelli dei docenti di ruolo e precari, con i primi che hanno “saltato” la prima ora di lezione per aderire alla manifestazione. L’ora di sciopero, infatti, è stata indetta anche dalla Flc-Cgil, Unicobas, le sigle che manifestano insieme agli studenti e ai coordinamenti dei precari di tutta Italia.

Il corteo si è mosso intorno alle 9.30 dal piazzale antistante la stazione di Lecce, per proseguire lungo viale Oronzo Quarta, viale Gallipoli e viale dell’Università. E in Ateneo la manifestazione continua con l’assemblea a cui parteciperanno studenti della scuola e dell'università, docenti e ricercatori.

Studenti in corteo dei licei leccesi, Banzi, Virgilio, De Giorgi, dell’Istituto tecnico Fermi. La mobilitazione avrebbe coinvolto un'alta percentuale di studenti. Al liceo classico Palmieri, per esempio, secondo quanto dichiarato dal preside Umberto Mazzotta, l'84 per cento degli studenti non ha seguito le lezioni. Giunte in città anche le rappresentanze dei licei Capece di Maglie, Galileo Galilei di Nardò, liceo Colombo e Itis di Galatina.

Tensione in Ateneo all’inizio dell’assemblea

Al termine del corteo i manifestanti si sono ritrovati nell’aula magna del “Codacci Pisanelli” per discutere nel merito i contenuti della protesta. Ma, poco prima dell’avvio degli interventi, un gruppetto di studenti ha protestato a gran voce, per sollecitare gli organizzatori della manifestazione ad una forma di lotta più incisiva e che non si limitasse solo alla giornata odierna.

Si sono verificati attimi di tensione. Dopo i tentativi di chiarimento sui punti di divergenza che riguardano essenzialmente le modalità del confronto con il ministro Gelmini e la sua riforma, l’assemblea è poi iniziata con qualche difficoltà.



 
METROPOLIS WEB 8.10.2010
 

Scuola, riprende la protesta. Oggi in piazza sindacati e rete degli studenti

Oggi si protesta contro la riforma Gelmini in scuole, università ed enti di ricerca, con gli scioperi indetti da Flc-Cgil e Unicobas e manifestazioni della Rete degli Studenti organizzate in decine di città. Flc-Cgil ha dato il via alle iniziative di protesta nei comparti della scuola con lo sciopero dei docenti nella prima ora di lezione, che sarà seguito da astensioni dal lavoro ad intermittenza ogni quindici giorni fino a dicembre.

La protesta, spiega il sindacato, riguarda i tagli, la crisi della formazione professionale, l'incertezza all'avvio del nuovo anno scolastico. Scioperano invece per l'intera giornata gli aderenti a Unicobas Scuola, che hanno inoltre in programma una protesta davanti al ministero dell'Istruzione a Roma.

La Rete degli Studenti manifesta in oltre 50 città, da Aosta ad Agrigento: "Rimuoveremo le macerie create da Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di provvedimenti spot sulla disciplina e una 'finta' riforma che non fa altro che tagliare tutto il possibile", si legge in un comunicato.  

Il 15 ottobre sarà poi la volta dello sciopero generale indetto dai Cobas, coi docenti e il personale Ata che si asterranno dal lavoro per tutta la giornata, e manifestazioni territoriali previste in varie città. L'Unione degli universitari (Udu), dopo aver protestato nei giorni scorsi all'interno degli atenei, ha in programma un presidio davanti a Montecitorio dove tra il 10 e il 12 ottobre la Camera dovrebbe discutere il ddl sull'Università.

Per quanto riguarda Cisl e Uil, nessuna manifestazione specifica per i comparti della scuola. Le due sigle hanno infatti deciso di organizzare un'unica manifestazione nazionale, domani, a piazza del Popolo a Roma, in cui confluiranno i problemi dei diversi settori tra cui, appunto, la scuola.


VARESE NEWS 8.10.2010

Milano

Studenti in corteo contro i tagli alla scuola

In novanta città italiane gli studenti sono scesi in strada per protestare contro la Riforma e la politica che penalizza la scuola pubblica. A Milano sfilano in 10 000
immagine di separazione
immagine di separazione
In piazza contro i tagli della Gelmini. In novanta città italiane i ragazzi si sono dati appuntamento per lanciare il proprio urlo di protesta. In Lombardia, il corteo principale è partito da largo Cairoli a Milano organizzato dal coordinamento dei collettivi studenteschi. Manifestazioni sono in corso anche a Bergamo e a Brescia. Circa 20 mila, secondo gli organizzatori, le persone scese in piazza nel capoluogo lombardo, principalmente studenti dei vari istituti superiori di Milano, ma anche docenti precari, che hanno aderito alla manifestazione.

Quella di oggi si annuncia essere la prima di una serie di proteste contro la Riforma della scuola e i tagli. Il 13 ottobre si fermerà il personale non docente con contratti co.co.co. aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo. Il 15 ottobre toccherà ai docenti e Ata vicini ai Cobas. Il 16 le associazioni studentesche si uniranno alla protesta di Fiom-Cgil. Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all'Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell'ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al ministero
.

L'Unione degli Studenti, tra gli organizzatori, sfila con lo slogan "
Chi apre una scuola chiude una prigione".
Ai cortei partecipano anche le rappresentanze dei genitori,  dei lavoratori della scuola, dei precari e degli studenti universitari. Un'ora di sciopero é stata indetta anche dalla Flc-Cgil; l'Unicobas manifesterà insieme agli studenti e ai coordinamenti dei precari di tutta Italia

 
ROMA

Scuola: blitz studenti Uds e Lingk, striscioni al ministero

Giornata di protesta in molte citta' contro la riforma Gelmini

immagine di separazione
immagine di separazione
(ANSA) - ROMA, 8OTT - Con 2 striscioni davanti al ministero della Pubblica Istruzione piazzati all'alba, e' cominciata la giornata di protesta contro la riforma. A sistemarli sono stati aderenti all'Unione degli Studenti e a Link-coordinamento universitario. '8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia', 'La paura fa 90 ...CORTEI IN ITALIA' e' scritto sui 2 striscioni. Oggi manifestazioni in molte citta' contro la riforma Gelmini. Un'ora di sciopero di Flc-Cgil; Unicobas manifestera' con gli studenti.
 


LA GAZZETTA DEL SUD 8.10.2010


 Studenti e insegnanti oggi in piazza contro i tagli del governo alla scuola

Roma Il mondo della scuola e dell'università torna in piazza per protestare contro i tagli del governo. Oggi appuntamento in oltre 50 città italiane, da Torino a Palermo: sfileranno in corteo gli studenti delle scuole medie e superiori, gli universitari ma anche i ricercatori.
Sarà inoltre il primo giorno di sciopero nazionale dei lavoratori di tutti i comparti della conoscenza indetto dalla Flc Cgil: dagli insegnanti ai ricercatori, dai docenti universitari al personale tecnico-amministrativo tutti incroceranno le braccia per un'ora. E sarà soltanto la prima tappa di un percorso: le ore di sciopero saranno attuate in maniera articolata dal sindacato fino al mese di dicembre. Anche l'Unicobas ha aderito. Tutto questo per dire «no» alle politiche e ai tagli del governo su scuola, università e ricerca.
Gli studenti medi spiegano le ragioni della protesta: «Non possiamo accettare il progetto di distruzione della scuola pubblica che questo governo sta attuando – sostengono – la "finta" riforma non fa altro che tagliare tutto il possibile lasciando le nostre scuole in ginocchio. Dopo le mobilitazioni del primo giorno di scuola, gli studenti rimettono il caschetto giallo da lavoro e sono pronti a manifestare in oltre 50 città, mentre continuano ad arrivare le segnalazioni di nuovi cortei. Rimuoveremo le macerie create da Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di provvedimenti spot sulla disciplina. L'Italia non può uscire dalla crisi e immaginare un futuro senza la scuola e senza di noi: per questo domani comincia la nostra ricostruzione».
L'Unione degli studenti annuncia oltre 80 cortei studenteschi sotto lo slogan «Chi apre una scuola chiude una prigione». «Da Milano a Palermo passando per Genova, Trieste, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Bari e tanti capoluoghi piccoli e grandi vedranno gli studenti prendere la parola perchè è ora di cambiare registro» spiega Tito Russo, coordinatore UdS.


 
BRESCIA OGGI 8.10.2010
LO SCIOPERO. Un corteo da piazza Garibaldi


Studenti e Unicobas
contro la Gelmini

Aderiscono anche i giovani di Sinistra e Libertà. L'obiettivo è la difesa della scuola pubblica

Ancora in piazza. Ancora in strada per dire no alla riforma Gelmini. Mobilitazione studentesca nazionale, a Brescia e in tutta Italia, oggi, del Kollettivo Studenti in Lotta, a cui si aggiunge lo sciopero proclamato da Unicobas Scuola e l'adesione di Sinistra Ecologia Libertà.
«Di nuovo nelle strade di Brescia per riprenderci il nostro futuro», recita lo slogan del Kollettivo ad annunciare il corteo studentesco contro il governo Berlusconi che, sostengono i manifestanti, «sta distruggendo la scuola pubblica e l'università, e anche quest'anno, la nostra risposta è la lotta: contro la riforma Gelmini, contro il 5 in condotta e contro il tetto delle 50 assenze per la bocciatura: contro questo modello di scuola». Il corteo, però, non scenderà in piazza solo contro qualcosa, ma anche per: «Per la scuola pubblica di tutti e per fermare la privatizzazione dei servizi». Il ritrovo è fissato alle 9 in piazza Garibaldi e, nel frattempo, Unicobas ha proclamato lo sciopero generale della scuola aderendo, in 42 città italiane, a cortei e manifestazioni (dopo aver urlato il proprio dissenso nazionale per la mancata comunicazione dello sciopero da parte della tv pubblica, con l'appoggio di Pancho Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione vigilanza).
ACCANTO al Kollettivo e al sindacato, alla manifestazione studentesca di oggi aderisce anche il gruppo giovani di Sinistra Ecologia Libertà: «Ci saremo perchè crediamo nel ruolo insostituibile della scuola pubblica, laica, di tutti e per tutti, come motore di crescita e sviluppo non solo del capitale umano, ma anche di quello sociale, cioè quel tessuto di senso civico, di fiducia reciproca, di disponibilità a cooperare per il bene comune che sono il presupposto essenziale per lo sviluppo di una collettività - sostiene il gruppo -. Senza insegnanti validi e motivati, un'offerta formativa di qualità, materiali e strutture adeguate, il capitale umano e quello sociale, in Italia, continueranno sulla strada del declino».



LEGGO
di Lorena Loiacono


Week-end in corteo per la Capitale, traffico in tilt e soliti disagi per i romani: oggi è la volta degli studenti, domani arriveranno in migliaia per manifestare in difesa del lavoro. Parte questa mattina l’autunno caldo delle proteste con il primo maxi sciopero dell’anno scolastico: «La legge 133, i tagli agli organici e i provvedimenti sul riordino delle scuole superiori – spiega Tito Russo, coordinatore dell’Unione degli studenti – rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di istruzione».
Ed allora l’intero mondo della scuola vedrà sfilare i ragazzi delle superiori, sostenuti dall’Uds e dalla Rete degli studenti medi, insieme a genitori e docenti precari del coordinamento delle scuole di Roma, al loro fianco anche i ricercatori e gli universitari della Sapienza, di Tor Vergata e di Roma Tre.
Il corteo partirà alle 9,30 da piazzale dei Partigiani a Piramide per attraversare il centro e raggiungere il ministero in viale Trastevere, dove un presidio occuperà l’area fino alle 14: saranno 22 le linee bus interessate da deviazioni di percorso. Ma se il corteo contribuirà a provocare non pochi disagi per la viabilità, non mancheranno neanche i problemi all’interno delle scuole: i sindacati Usi Ait Scuola e Unicobas infatti hanno indetto lo sciopero per l’intera giornata di oggi mentre la Flc-Cgil incrocerà le braccia solo per la prima ora, nelle scuole così come nelle università e nei centri di ricerca.
 
GIORNALE DI MILANO 8.10.2010
Si fermano le lezioni, la scuola scende in piazza per protesta in tutta Italia
Le manifestazioni portano in strada professori, precari, studenti, genitori, universitari

ROMA (8 ottobre 2010) - Gli studenti e i professori, a pochi giorni dall'inizio della scuola, scendono già i piazza per protestare. E lo fanno in tutta Italia con manifestazioni e cortei, mentre sono a rischio le lezioni nei 42mila istituti dello Stivale per lo sciopero proclamato dai sindacati che durerà per tutta la giornata di venerdì 8 ottobre.
Le manifestazioni che porteranno in strada professori, precari, studenti, genitori, universitari sono attese in 50 città italiane. Ma è nella capitale che si concentrerà la protesta con i cortei che sfileranno sotto il ministero della Pubblica istruzione per concentrarsi poi in una grande assemblea pubblica. Promotori sono gli studenti della Rete, Uds e universitari. Situazione difficile invece per i ragazzi che sceglieranno di andare ugualmente in classe. Le lezioni sono a rischio. I sindacati  Usi Ait Scuola e Unicobas si sono schierati contro i tagli l mondo dell'istruzione . Mentre la Flc-Cgil ha chiesto agli insegnanti di astenersi dal lavoro.

Simona Bigliardi

IL GAZZETTINO.IT 8.10.2010

Scuola, studenti in piazza contro tagli
Cortei in tutta Italia, tensione a Milano

A Roma manifestazione al ministero dell'Istruzione. Lancio di fumogeni a Torino, incidenti a Firenze e a Livorno

         invia      stampa     

ROMA (8 ottobre) - Studenti in piazza in tutta Italia contro i tagli alla scuola. Scontri a Milano, lancio di fumogeni a Torino, incidenti a Firenze.

Con due striscioni piazzati davanti al ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere a Roma all'alba è cominciata la giornata di protesta contro la riforma varati dal ministro Mariastella Gelmini organizzata dalle organizzazioni degli studenti medi e universitari. «8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia», recitava uno striscione. «La paura fa 90 ... cortei in Italia», si leggeva su un altro.

Caschetti gialli e maschere bianche. Gli studenti sono scesi in piazza oggi in oltre 90 città. Ad aprire il corteo romano, partito questa mattina da Piramide lo striscione degli studenti medi che ricorda come la scuola sia un patrimonio di tutti «La scuola è un bene comune. Studenti, precari, genitori in mobilitazione». Alla manifestazione, accanto agli studenti medi, anche i fratelli maggiori dell'università, insegnanti precari e genitori per dire no alla «distruzione della scuola pubblica». Un'ora di sciopero è stata indetta anche dalla Flc-Cgil, mentre l'Unicobas è scesa in piazza con gli studenti.

A Roma, il corteo si è concluso sotto il ministero dell'Istruzione. Bloccato per diverse ore il transito in viale Trastevere. Gli studenti hanno chiesto le dimissioni della Gelmini, ribattezzata «Gelminator, il ministro della distruzione». Tra gli slogan cantanti o esposti sui diversi "lenzuoli" c'erano: «Quod non fecerunt barbari fecit Gelmini»; «Riforme, tagli, precarietà rubano il futuro e ci tolgono la dignità», «Gelmini saremo il tuo inferno», «lotta, lotta, lotta non ti fermare il ddl può cambiare». I ragazzi hanno poi distribuito volantini con il testo di una canzone arrangiata con un testo contro Gelmini e Tremonti sulle note di «Bella ciao» che diventa «Stella ciao».

Da Bolzano a Palermo, annunciano soddisfatti gli organizzatori, la partecipazione è stata straordinaria, «oltre le nostre aspettative. Oltre 30 mila studenti in piazza a Roma, cosi come a Torino, 20mila a Bologna, 15mila a Milano, 5mila a Firenze e anche nelle città più piccole da Siena a Cosenza, da Catanzaro a Genova si registra la partecipazione di più seimila studenti.

«Anche oggi indossiamo i caschetti gialli da lavoro - spiega Sofia Sabatino, portavoce della Rete degli Studenti - per difenderci dalle macerie che Gelmini e Tremonti ci hanno lasciato. Edifici fatiscenti, didattica stantia, docenti sempre più stanchi e privi di motivazione, contributi "volontari" delle famiglie a coprire le mancanze di fondi, capaci e meritevoli privi di mezzi: questa è "l'epocale riforma" del Ministro Bulldozer. Pretendiamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, una didattica nuova e più diritti per gli studenti».

Scontri a Miano. A Milano il corteo è partito da largo Cairoli. Circa 10mila, secondo gli organizzatori, le persone scese in piazza, principalmente studenti dei vari istituti superiori di Milano, ma anche docenti precari, che hanno aderito alla manifestazione. Tensioni tra forze dell'ordine e manifestanti del «No Gelmini Day» ci sono state quando uno spezzone della manifestazione principale, ripartito spontaneamente dall'Università Statale, è stato bloccato dalla polizia in Piazza Velasca con una carica.

Davanti all'ingresso del provveditorato i manifestanti hanno srotolato uno striscione polemico nei confronti dell'introduzione della cultura militare nelle scuole, e hanno posto una sagoma del ministro dell'Istruzione, vestita in abiti militari, che è diventata bersaglio del lancio di uova, rotoli di carta igienica e di qualche petardo. Sul posto sono presenti agenti di polizia in tenuta antisommossa.

Siamo stati caricati dalla polizia all'altezza di piazza Missori, riferisce un docente precario a che dice di essere stato testimone dell'intervento della polizia. Secondo il docente precario "sono volate manganellate" ma non ci sarebbero feriti. Secondo quanto si è appreso il gruppo di studenti intendeva transitare in una zona vietata al passaggio del corteo e la polizia è intervenuta con una carica di alleggerimento.

A Torino lancio di fumogeni e altri oggetti, tra cui bottiglie di vetro, contro la polizia alla manifestazione anti-Gelmini degli studenti. Sono stati questi gli unici momenti di tensione di un corteo che, partito stamattina attorno alle 9 dal luogo storico dei concentramenti studenteschi (piazza Arbarello), ha visto la partecipazione di 30 mila persone, secondo gli organizzatori, di 10 mila, secondo le forze dell'ordine. Al termine del corteo, in via Po, nei pressi di Palazzo Nuovo (sede delle facoltà umanistiche) si è scatenato il lancio di oggetti e fumogeni che non ha avuto gravi conseguenze. La protesta ha riguardato sia le scuole medie superiori sia le università dove i ricercatori hanno sospeso le loro lezioni.

Tafferugli a Firenze. Circa 4 mila le persone in piazza a Firenze. Durante il corteo, organizzato da Unione degli studenti e Collettivi di sinistra, sono stati lanciati fumogeni, bottiglie e uova contro l'Istituto degli Scolopi, una scuola privata, dove sull'ingresso è stata anche lasciata la scritta “Basta preti”. Nei pressi della prefettura c'è stato un tafferuglio quando i manifestanti sono venuti a contatto con giovani di destra: schiaffi, pugni e spintoni. Non ci sarebbero feriti; la Digos comunque sta svolgendo accertamenti e saranno visionate immagini video e fotografie. Identificati alcuni giovani. Cori e slogan sono stati lanciati contro il ministro Gelmini, Berlusconi, la riforma scolastica e gli istituti privati. Forti disagi al traffico paralizzato anche dal fuori programma nel finale, quando i manifestanti hanno deviato dal percorso previsto entrando nel sottopasso stradale della Fortezza. Bloccati veicoli privati e bus sui viali. Cortei contro la riforma ci sono stati anche a Livorno con 2.000 partecipanti e a Siena con 1.500. A Livorno rissa per motivi di campanile: giovani livornesi ritenevano di aver individuato un gruppo di pisani e li hanno picchiati, poi è stato chiarito che gli aggrediti erano ragazzi di Vada, in provincia di Livorno. Due i feriti.

 


Scuola, Oggi studenti e precari in piazza contro ddl Gelmini

di Apcom
Roma, 8 ott. (Apcom) - La protesta degli studenti della scuola contro i tagli e le riforme in atto si unirà oggi con quella dei 'colleghi più grandi dell'università che chiedono la 'rottamazione del ddl Gelmini prima ancora che venga approvato: all'interno degli oltre 50 cortei che si snoderanno in tutta Italia, nel giorno dello sciopero per l'intera giornata proclamato da Usi Ait Scuola e Unicobas, e dell'astensione dal lavoro per un'ora indetta dalla Flc-Cgil, sfileranno anche diverse associazioni studentesche accademiche.
Ad Unione degli studenti e Rete degli studenti, che difendono i diritti degli iscritti alla scuola superiore, si uniranno l'Unione degli universitari, il Link ed il neonato movimento anti-ddl 'Costruttori di sapere. Emblematico, in tal senso, quello che accadrà a Roma: il corteo degli studenti universitari che partirà dalla Sapienza (preceduto dallo striscione 'Governo, Rettori, Confindustria siete il passato. Riprendiamoci il futuro) si unirà agli studenti medi partiti da Piramide per arrivare assieme davanti al Miur.
Studenti della scuola e universitari saranno insieme pure a Siena, Cosenza, Viterbo, Napoli, Salerno, Catania, Trieste, Foggia, Taranto, Campobasso. A Bari il corteo terminerà davanti alla Regione, per richiedere alla Giunta un'inversione di tendenza negli investimenti per le borse di studio. Per il diritto allo studio gli universitari saranno in piazza sotto la Regione anche in Campania.
 



L'UNITA'.IT 8.10.2010

Scuola e università in piazza contro la mannaia del governo

La scuola e l'università lottano per una cosa molto semplice: la sopravvivenza dell'istituzione pubblica. Una sopravvivenza che i tagli del governo Berlusconi, avvalorati dal ministro all'istruzione Mariastella Gelmini, mettono in serio pericolo. Perciò domani, venerdì 8, in oltre 50 città dal nord al sud passando per il centro, da Torino a Palermo passando per Roma, scuole e università protestano e scendono in piazza.

Sfilano in corteo gli studenti delle scuole medie e superiori, gli universitari oltre che i ricercatori. È anche il primo giorno di sciopero nazionale dei lavoratori di tutti i comparti della conoscenza indetto dalla Flc Cgil: dagli insegnanti ai ricercatori, dai docenti universitari al personale tecnico-amministrativo tutti incroceranno le braccia per un'ora. E sarà soltanto la prima tappa di un percorso: le ore di sciopero verranno scaglionate fino a dicembre. Anche l'Unicobas ha aderito. Il tutto per respingere le politiche e i tagli del governo su scuola, università e ricerca.

Gli studenti medi spiegano perché protestano: “Non possiamo accettare il progetto di distruzione della scuola pubblica che questo governo sta attuando - sostengono - la “finta” riforma non fa altro che tagliare tutto il possibile lasciando le nostre scuole in ginocchio”. Dopo le mobilitazioni del primo giorno di scuola, gli studenti rimettono il caschetto giallo da lavoro e sono pronti a manifestare in tutto il paese, mentre continuano ad arrivare le segnalazioni di nuovi cortei. Rimuoveremo le macerie create da Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di provvedimenti spot sulla disciplina. L'Italia non può uscire dalla crisi e immaginare un futuro senza la scuola e senza di noi: per questo domani comincia la nostra ricostruzione».

L'Unione degli studenti annuncia oltre 80 cortei studenteschi sotto lo slogan “Chi apre una scuola chiude una prigione”. «Da Milano a Palermo passando per Genova, Trieste, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Bari e tanti capoluoghi piccoli e grandi vedranno gli studenti prendere la parola perché è ora di cambiare registro» spiega Tito Russo, coordinatore UdS. «La 133, i tagli agli organici e il riordino delle scuole superiori rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di istruzione, il mutamento radicale della concezione del valore formativo e la messa in discussione definitiva dell'istruzione laica e pubblica. Alla “riforma epocale” del ministro Gelmini, noi contrapponiamo “L'AltraRiforma”, un percorso nazionale di costruzione di un modello diverso di didattica, rappresentanza, autonomia, partecipazione che da mesi stiamo portando avanti nelle scuole».

Parteciperanno ai cortei anche rappresentanze di genitori, lavoratori della scuola, precari e studenti universitari. «Anche noi abbiamo aderito - spiega Claudio Riccio rappresentante degli studenti universitari di Link - perché oggi tutto il mondo della conoscenza è sotto attacco e serve un fronte comune per fermare i devastanti progetti di riforma che ora si rivolgono anche sull'università».

A Roma il corteo partirà alle 9.30 da Piramide per raggiungere la sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere; a Milano la partenza è prevista in largo Cairoli mentre a Napoli gli studenti si danno appuntamento in piazza Garibaldi. L'UdS fa sapere che non mancheranno azioni creative e di visibilità in tutti i cortei.

Domani in piazza a Roma ci sarà anche l'Unicobas. La Federazione sindacale dei comitati di base del comparto scuola sottolinea che con riforma della scuola superiore «da settembre hanno tagliato altri 41.200 posti (26.000 docenti e 15.500 Ata) dopo i 57.000 eliminati lo scorso anno. Così - accusano - vogliono distruggere la scuola pubblica, distruggendo le risorse umane e negando normali apporti finanziari». Inoltre «per la prima volta abbiamo un liceo scientifico privo del latino, una drastica riduzione dei programmi di storia nella primaria, l'impoverimento generalizzato delle ore di italiano, il taglio delle ore di laboratorio perfino negli istituti tecnici e professionali. Il tempo pieno nelle elementari è stato destrutturato, i moduli sono diventati una discarica, con gli insegnanti spalmati anche su 10 classi. Il governo delle tre 'i ha addirittura ridotto l'informatica e fatto sparire il bilinguismo nella media di primo grado».



LIBERO.IT 8.10.2010


Mese nero per la scuola italiana

Da venerdì 8 ottobre sindacati in piazza contro il Ddl Gelmini. Manifestazioni e cortei spezzetteranno le lezioni

Mentre il ministro Gelmini si affanna per cercare di anticipare la discussione alla Camera della sua riforma universitaria, il cui rinvio rischia di mettere in difficoltà l'intero pacchetto normativo, gli Atenei italiani si preparano per un ottobre rovente, contraddistinto da cortei, scioperi e manifestazioni contro il Ddl attualmente in discussione nella Commissione Cultura di Montecitorio.

Calendario scioperi - Ai sindacati studenteschi Udu e Link (già in mobilitazione da lunedì scorso), venerdì si uniranno anche Usi Ait Scuola e Unicobas, che sfileranno a Roma fino al ministero dell’Istruzione, agli studenti delle scuola superiori (l'Unione degli Studenti promette di riempire 45 piazze), ai coordinamenti dei genitori e ai coordinamenti precari scuola.
Ma è l'intero mese di ottobre a essere a rischio, con i corsi universitari che rischiano seriamente di partire con il freno a mano tirato.
Venerdì 15 ottobre le lezioni potrebbero essere a rischio: i lavoratori della conoscenza della Cgil hanno infatti deciso di astenersi per due ora (la prima o l’ultima). A scioperare con loro, per l’intera giornata, saranno i docenti e gli Ata vicini ai Cobas (sono previste diverse manifestazioni locali). Due giorni prima (il 13 ottobre) a fermarsi sarà invece il personale non docente con contratti di tipo co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo.
Le contestazioni di rappresentanti della scuola continueranno il 16 ottobre, quando le associazioni studentesche si mischieranno ai manifestanti Fiom-Cgil. Il 30 ottobre torneranno in piazza i precari: a Napoli è in programma una manifestazione del Cps. Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all’Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell’ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al Miur.

I motivi sono sempre quelli: i tagli che secondo i sindacati stanno spolpando il settore.
E la situazione potrebbe degenerare se anche altri sindacati nazionali, primo fra tutti la Cisl, dovesse unirsi ai manifestanti. Del resto lo stesso segretario generale Raffaele Bonanni aveva promesso di allestire in autunno una contestazione nazionale contro la situazione della scuola.
 






OGGI TREVISO 8.10.2010
prima pagina

UN AUTUNNO CALDO, ANZI CALDISSIMO

Ottobre caldo sul versante sciperi. Ecco il calendario
scioperoscula124.jpg

TREVISO - Sarà un mese caldo sul versante degli scioperi – fa sapere l’ADICO – con scioperi annunciati sul versante dei trasporti e della scuola.

Già fissati stop a voli, treni e bus, ma l'ondata di proteste non risparmierà nemmeno insegnanti e personale non docente. Ecco le principali iniziative. I treni e gli autobus si fermeranno il 21 e il 22 ottobre prevedono che le attività ferroviarie si fermeranno dalle 21 del 21 ottobre alla stessa ora del 22 ottobre mentre bus, metropolitane e tram non circoleranno nell'intera giornata del 22 ottobre secondo modalità locali e nel rispetto delle fasce di garanzia.

Per i voli a terra invece il 14 e il 25 ottobre. Giovedì 14 a incrociare le braccia sono i dipendenti di Meridiana Fly con modalità differenti. I lavoratori aderenti a Rsa Fit Cisl, Uiltrasporti e Anpac si fermeranno per due ore (dalle 10 alle 12); quelli aderenti a Rsa Filt Cgil (personale navigante di cabina esclusi voli da e per Torino), Rsa Fit Cisl, Uiltrasporti, Anpav per quattro ore (dalle 10 alle 14 esclusi i voli ). Fermi anche i piloti dell'Up dalle 10 alle 14 (esclusi i voli da e per Torino Caselle) e con le stesse modalità i lavoratori aderenti a Usb e Sdl. Lunedì 25 invece a protestare per l'intera giornata saranno piloti e assistenti di volo di Alitalia Cai-AirOne aderenti a Filt Cgil, Ipa, Avia dalle 00.00 alle 24.

Per la scuola proteste in vista nella prima metà del mese. L'8 ottobre incroceranno le braccia i lavoratori del Comparto Scuola (personale docente e ad ata comp. scuola) agli Unicobas per l'intera giornata. Lo stesso giorno stop anche per i dipendenti del Comparto Scuola (docenti o ata impiegati presso il Miur, scuole e istituti o servizi esternalizzati) aderenti a Usi Ait Scuola (tutto il giorno). Infine anche il personale docente, educativo, ata e dirigente scolastico del Ministero dell'Istruzione aderente a Flc Cgil protesterà l'8 ottobre.

Il 13 ottobre fermo il personale co.co.co assimilato ata del Ministero dell'Istruzione aderente a Felsa Cisl, Nidil Cgil, e Uil Cpo per l'intera giornata. E il 15 ottobre stop per i lavoratori del comparto scuola del Ministero aderenti ai Cobas.

Venerdì 8 ottobre sarà anche il giorno delle proteste nell'università.

 

L'UNITA'.IT 

8.10.2010

Scuola, un mese di proteste Comincia l'Università

Per la scuola non c'è pace: contro tagli e riforme decisi dal governo, dopo gli scioperi della fame intrapresi sul finire dell'estate dai precari, culminati con il blocco dello Stretto di Messina di metà settembre, a partire da domani assisteremo alla mobilitazione di studenti e dei sindacati di comparto: i primi a scendere in piazza, per tre giorni consecutivi, saranno le associazioni studentesche universitarie, con in testa Udu e Link.

Venerdì 8 Ottobre la mobilitazione si estenderà ai sindacati Usi Ait Scuola e Unicobas, che sfileranno a Roma fino al ministero dell'Istruzione, agli studenti delle scuola superiori (l'Unione degli Studenti promette di riempire 45 piazze), ai coordinamenti dei genitori e ai coordinamenti precari scuola. Venerdì prossimo le lezioni potrebbero davvero essere a rischio: i lavoratori della conoscenza della Cgil hanno infatti deciso di astenersi per un'ora (la prima o l'ultima).

Il 13 ottobre a fermarsi sarà il personale non docente con contratti di tipo co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo. Due giorni dopo, il 15 ottobre, a scioperare, per l'intera giornata, saranno docenti e Ata vicini ai Cobas (sono previste diverse manifestazioni locali). Le contestazioni di rappresentanti della scuola continueranno il 16 ottobre, quando le associazioni studentesche si mischieranno ai manifestanti Fiom-Cgil. Il 30 ottobre torneranno in piazza i precari: a Napoli è in programma una manifestazione del Cps.

Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all'Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell'ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al Miur. Presto potrebbero inoltre entrare in scena gli altri sindacati, ad iniziare dalla Cisl, che ha promesso da tempo, attraverso il segretario generale Raffaele Bonanni, «una contestazione in autunno per il settore della scuola martoriato dai tagli».

03 ottobre 2010

Per il 15 ottobre sarà è previsto lo sciopero generale indetto dai Cobas, che coinvolgerà docenti e personale Ata. Braccia incrociate per tutta la giornata, e manifestazioni territoriali previste in varie città. Si aggiunge anche l'Unione degli universitari (Udu) che organizza un presidio davanti a Montecitorio, dove tra il 10 e il 12 ottobre la Camera dovrebbe discutere Protesta unilaterale contro la riforma Gelmini: scuola, università e ricerca si mobilitano con gli scioperi indetti da Flc-Cgil e Unicobas e le manifestazioni studentesche organizzate della Rete degli Studenti in oltre 50 città italiane. I docenti hanno scioperato per la prima ora di lezione, le proteste proseguiranno ogni 15 giorni fino a dicembre. Sciopero per tutta la giornata per gli aderenti a Unicobas Scuola, che manifesteranno inoltre davanti al ministero dell'Istruzione a Roma.