Scuola, i video da tutta Italia. 300mila in piazza, tafferugli a Milano
Francesca Puglisi, Responsabile Scuola della Segreteria PD, in una nota
afferma: "Il ministro Gelmini ascolti il disagio che oggi migliaia di studenti
stanno manifestando dalle piazze di tutta Italia, invece di continuare a negare
l'evidenza perche', purtroppo, se qui c'e' qualcuno che abusa di vecchi slogan
e' proprio il ministro, quando parla di scuola come 'luogo di indottrinamento
politico della sinistra'. Altro che qualita' della scuola: gli studenti, dopo
gli interventi del governo, sono costretti a stare in aule sovraffollate oltre
il limite della decenza e della sicurezza e pagano in prima persona e tutti i
giorni i tagli operati dal governo. E quindi il governo dia alle scuole autonome
le risorse umane e finanziarie per l'innovazione didattica che serve per
riallineare i livelli di apprendimento degli studenti italiani a quelli dei
coetanei europei".
La rete calcola che oggi siano scesi in piazza in
tutta Italia «circa 300mila studenti» in «più di 100 piazze italiane». Chiedono
investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica, una
didattica nuova e più diritti per gli studenti. Insomma, una scuola pubblica e
non la sua demolizione di fatto.
A Verona il corteo, precisa la stessa
Questura, era totalmente pacifico quando tre persone, estranee alla
manifestazione, hanno lanciato bengala, fumogeni e uova con dentro della vernice
blu contro una filiale di una banca. La polizia è intervenuta ma un agente è
stato colpito al volto da una fiammata di un bengala ferendosi lievemente. I tre
sono stati portati in Questura. Il corteo è proseguito.
A Firenze, il
corteo vede una folta partecipazione. Qualcuno dalla testa della manifestazione
ha lanciato un fumogeno, bottiglie di vetro e uova contro la sede della scuola
privata degli Scolopi, in via Cavour. Un gesto che ha suscitato la reazione e la
protesta degli altri studenti che sfilavano. Piccolo tafferuglio poi davanti
alla prefettura: spintoni e qualche pugno, alcuni ragazzi sono poi identificati
dalle forze dell'ordine intervenute. Gli animi si sono placati e il corteo ha
ripreso la sua marcia. Cortei anche a Siena e Livorno.
A Milano ci sono
stati tafferugli vicino all'Università statale. Gli studenti, 20mila per gli
organizzatori, la metà per la Questura, verso il Provveditorato hanno lanciato
uova e petardi verso la sagoma di Mariastella Gelmini. E, dicono agenzie di
stampa, sono state lanciate pietre verso l'edificio del Provveditorato. Una
delegazione degli studenti è stata lasciata passare e ha costruito con cartoni e
sacchi una piccola struttura militare davanti il cancello d'ingresso:
«Provveditorato limite invalicabile: zona militare, vigilanza a cura del
generale Colosio». Gli insulti più frequenti contro il provveditore Giuseppe
Colosio e Mariastella Gelmini. Ha aperto il il corteo un manifesto che ritrae il
ministro dell'istruzione con una tuta mimetica dell'esercito. «Ci tagliano gli
insegnanti, ci riducono i laboratori, ci costringono in classi da oltre 30
studenti», ha spiegato Gianmarco del coordinamento dei collettivi studenteschi.
«È vergognoso - ha aggiunto - che invece il ministero avalli progetti che di
fatto introducono l'educazione militare nelle scuole».
Sempre a Milano
alcuni studenti riferiscono di essere stati caricati dalla polizia. Un
funzionario della Digos della Questura è rimasto leggermente ferito all'occhio
destro dopo che un giovane gli ha spruzzato del liquido urticante durante il
confronto nei pressi dell'ateneo. Un docente precario racconta che la polizia in
piazza Missori ha caricato con manganellate un gruppo di universitari in corteo
non autorizzato. Al momento non risultano feriti.
A Roma continua la
protesta davanti al ministero dell'istruzione. «Dimissioni» urlano le migliaia
di ragazzi e ragazze mentre continuano ad arrivare altri manifestanti in viale
Trastevere; alcuni di loro hanno cantato sulle note di “Bella Ciao”, un testo
modificato ed intitolato “Ciao Stella”. Non sono mancate, tra gli striscioni
davanti al ministero, critiche al sindaco di Roma e alla presidente della
Regione Lazio: su uno striscione c'è scritto «Alemanno-Polverini Roma ve
schifa».
Gli studenti del Movimento dei giovani democratici di Tivoli
hanno srotolato sotto al Miur un mega striscione con l'eroe dei videogame anni
ottanta, Pac-man, che mangia il premier.
«La riforma Gelmini porta ad
una forte riduzione delle ore scolastiche e all'aumento indiscriminato degli
alunni per classe. Se si ammala un collega la classe rimane scoperta con il
rischio di incolumità per i ragazzi. Lo sa la Gelmini questo?». Lo ricorda un
docente di un liceo di Ostia mentre partecipa alla manifestazione a Roma.
Nella capitaleè arrivato sotto il ministero dell'Istruzione, tra
fumogeni viola e lo striscione "Chi apre una scuola chiude una prigione", il
corteo di studenti che manifesta contro la riforma Gelmini. Ad aspettarlo alcune
centinaia di manifestanti; tra loro una trentina del collettivo "Senza tregua"
che si è disposto davanti all'entrata del dicastero indossando delle maschere
con un volto bianco e portando uno striscione su cui è scritto: «Ci rubano il
futuro». Sul Tevere gli studenti hanno calato un altro striscione: «voi le
barriere, noi il ponte».
Migliaia di studenti - diecimila secondo gli
organizzatori, quattromila per la questura - da stamane sfilano a Napoli per
protestare insieme al mondo dell'Università contro i tagli alla scuola e alla
ricerca italiana.
Le manifestazioni contro la riforma della scuola
stanno avendo una «grande partecipazione in tutte le città italiane». Lo
sottolinea una nota dell'Unione degli studenti. «A Torino - prosegue il
comunicato - stanno manifestando 30 mila studenti, a Bologna 20 mila, a Milano
15 mila, a Firenze 5 mila e anche nelle città più piccole da Siena a Cosenza, da
Catanzaro a Genova si registra la partecipazione di più seimila studenti. A Roma
dove il corteo è appena partito, si registrano più di 30 mila persone, una
partecipazione molto più imponente rispetto a quella del primo corteo del 2008
che ha lanciato la mobilitazione dell'Onda». «Una partecipazione così alta -
dichiara Stefano Vitale, dell'Unione degli Studenti - è ben al di sopra delle
migliori aspettative. È in atto una grande risposta degli studenti contro le
politiche di questo governo. Tra poco dal Ministero pretendiamo delle risposte».
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini risponde com'è suo
solito e si ammanta di "nuovo" e di cambiamenti - a suo dire - tutti per il
meglio. Per lei la protesta ripropone «vecchi slogan di chi vuole mantenere lo
status quo». E ovviamente chi protesta lo fa per ideologia politica, non certo
perché vede demolire la scuola pubblica. Rincara la dose il ministro: chi
contesta oggi «è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede
di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra». E
ancora: «Bisogna avere il coraggio di cambiare. È indispensabile proseguire
sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata
al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo
rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la
scuola italiana in passato». Muro contro qualsiasi possibile dialogo, quindi.
Le macerie della scuola pubblica di Jolanda
Bufalini
Macerie: è quel che resta della scuola pubblica dopo i tagli
che hanno riportato il numero degli studenti per aula a cifre da dopoguerra,
abolito laboratori anche nei professionali e la possibilità di studiare due
lingue, cancellato l’informatica e ridotto le ore di italiano. Caschetti gialli
in testa, dunque, gli studenti delle superiori saranno oggi in 80 cortei
annunciati dall’Uds, nelle strade e nelle piazze di 60 città italiane. Ma non
saranno soli. Ci saranno anche gli universitari, perché il disegno di legge del
ministro Gelmini, in discussione alla Camera, mina - anziché riformare - le
fondamenta dell’università pubblica. l’Unione degli universitari ha lanciato sul
sito costruttori di sapere (costruttoridisapere.it) una foto-petizione: 1600
fotografie con caschetto giallo in testa. Anche Roberto Saviano - raccontano gli
studenti dell’Udu di Pavia - ha solidarizzato, accettando una maglietta con la
scritta «costruttori di sapere», dopo una conferenza sulla lotta alle mafie.
Insieme a ragazze e ragazzi che hanno coniato lo slogan «chi apre una scuola
chiude una prigione», ci saranno i sindacati e la rete dei ricercatori e dei
precari delle università.
Sciopera Unicobas mentre l’indicazione della
Flc-Cgil, è di scioperare alla prima ora (all’ultima nei turni pomeridiani o
serali). «Saremo in tanti alle manifestazioni studentesche», spiega il
segretario Domenico Pantaleo, perché saranno tanti «i precari licenziati, i
ricercatori, le rappresentanze delle Rsu». Quella di oggi, secondo il
sindacalista, «è solo una prima tappa di una mobilitazione che non deve
spegnersi con un unico grande fuoco». Mobilitazione che vedrà un altro momento
importante il 14 ottobre (e un altro sciopero di un’ora), quando alla Camera si
discuterà il Ddl Gelmini. «Il baratto accettato dai rettori - sostiene Pantaleo
- è scandaloso, si sono accontentati di briciole, anzi di promesse vuote».
Finanziamenti, superamento della precarietà e diritto allo studio sono gli
obiettivi della mobilitazione nelle università. Offerta formativa che «è sempre
più povera, particolarmente nel Mezzogiorno» e lavoro per «le migliaia di
precari licenziati», gli obiettivi per la scuola. E poi il pericolo che accomuna
i diversi gradi: «la privatizzazione del sistema dell’apprendimento, che sta
diventando un diritto per pochi». È, sostiene Pantaleo, «un arretramento
culturale simboleggiato dalla farsa degli sponsor privati, leghisti a Adro, da
supermercato nella provincia Andria Trani Barletta».
CORRIERE ADRIATICO.IT 8.10.2010
Urbino E’ nato il Coordinamento provinciale dei Comitati per la difesa dell’istruzione pubblica e si propone di coordinare le attività del Comitato genitori insegnanti per la difesa della scuola pubblica di Pesaro, del Comitato genitori insegnanti per la difesa della scuola pubblica di Fano del e Comitato genitori insegnanti per la difesa dell’Istruzione pubblica di Urbino), del Coordinamento Precari Scuola di Pesaro e Urbino e di altri comitati che verranno a costituirsi. Il coordinamento organizza oggi una serie di iniziative su territorio provinciale in occasione della mobilitazione in difesa della scuola e dell’istruzione pubblica promossa da Cgil e Unicobas e a sostegno della manifestazione promossa nello stesso giorno dagli studenti medi a Pesaro, dell’assemblea permanente degli studenti universitari di Urbino e della protesta dei ricercatori universitari di Urbino.
Scuola
in piazza, scontri a Milano: agente ferito
Gelmini: "Così indottrinano i
giovani a sinistra"
Milano - Studenti in piazza oggi contro tagli e riforme in atto. Si ripete il rito annuale delle manifestazioni, come da copione. Sono partiti 50 cortei in tutta Italia per chiedere la "rottamazione" del ddl Gelmini prima ancora che venga approvato. Lo sciopero per l’intera giornata è stato proclamato da Usi Ait Scuola e Unicobas, mentre Flc-Cgil ha indetto l’astensione dal lavoro per un’ora indetta dalla Flc-Cgil. Lo slogan della giornata è "Cambiare ora la scuola!". Contestati anche i corsi organizzati in collaborazione tra scuole e esercito.
Universitari e studenti delle scuole superiori uniti Insieme a Unione degli studenti e Rete degli studenti, che difendono i diritti degli iscritti alla scuola superiore, infatti, sfilano l’Unione degli universitari, il Link ed il neonato movimento anti-ddl Costruttori di sapere. A Roma, il corteo degli studenti universitari partito dalla Sapienza si è unito agli studenti delle superiori partiti da Piramide per arrivare assieme davanti al Miur. Sono in 30mila a sfilare secondo gli organizzatori. Traffico in tilt al centro di Roma e in zona Ostiense. Proprio davanti al ministero, stamattina i ragazzi di Unione degli Studenti e a Link-coordinamento universitario hanno iniziato la protesta piazzando all'alba due striscioni. "8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l’incubo, noi la sveglia" e "La paura fa 90 ...CORTEI IN ITALIA" gli slogan.
La replica della Gelmini Non si fa attendere la risposta di Mariastella Gelmini, che commenta: "La protesta di oggi però mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra". Il ministro dell'Istruzione difende le riforme sostenendo che "bisogna avere il coraggio di cambiare. Dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile. È necessario lo sforzo di tutti coloro che hanno a cuore la scuola".
Tafferugli a Milano Partito qualche fumogeno durante il
corteo di Milano, che ha bloccato tutto il centro. Tra striscioni colorati,
slogan contro "la cultura militare nelle scuole" e urlando "assedio assedio", i
circa 10mila studenti hanno raggiunto il provveditorato agli studi di via
Ripamonti per protestare contro il provveditore lombardo, Giuseppe Colosio. Gli
studenti sono tenuti a distanza dall’ingresso dell'edificio, transennato dalle
forze dell’ordine. I manifestanti hanno srotolato uno striscione polemico nei
confronti dell’introduzione della
cultura militare nelle scuole, e hanno
posto una sagoma del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, vestita in
abiti militari, che è diventata bersaglio del lancio di uova, rotoli di carta
igienica e di qualche petardo. Sul posto sono presenti agenti di polizia in
tenuta antisommossa. Una parte di studenti, però, si è staccata dal corteo
principale e si è diretta verso l'università Statale. Da lì circa 200 persone
sono ripartite spontaneamente e sono stati bloccati dalla polizia in Piazza
Velasca con una carica. Un agente della Digos è rimasto leggermente ferito
all’occhio destro da un giovane che gli ha spruzzato del liquido urticante. I
manifestanti sono partiti nuovamente, stavolta scortati dalle forze dell’ordine
in assetto antisommossa, per arrivare in via Larga all’urlo "blocchiamo
tutto,
blocchiamo subito".
Tensioni anche nelle altre città Momenti di tensione anche a Torino, dove sono stati lanciati fumogeni e altri oggetti, tra cui bottiglie di vetro, contro la polizia. Il lancio è avvenuto alla fine del corteo, in via Po, vicino alla sede delle facoltà umanistiche. Non ci sono state gravi conseguenze. Stessa scena anche a Firenze, dove gli studenti in testa al corteo, ha lanciato un fumogeno, bottiglie e uova contro la sede della scuola privata degli Scolopi, in via Cavour, suscitando la protesta degli altri studenti che sfilavano e portando a scontri, placati subito dalle forze dell'ordine, davanti alla prefettura: ci sono stati spintoni e qualche pugno, fortunatamente senza conseguenze. Alcuni settori del corteo hanno aggredito, sempre in via Cavour, un gruppo di studenti di destra di Azione Giovani, che stavano camminando sul lato opposto del marciapiede. Ne è nato un tafferuglio, e le forze dell’ordine hanno identificato i responsabili.
WALL STREET ITALIA 8.10.2010
Scuola/ Nella notte studenti affiggono 2 striscioni davanti Miur
Protesta Uds-Link: 'La paura fa 90... cortei in Italia'
Roma, 8 ott. (Apcom) - Ha preso il via prestissimo, quando era ancora buio, la protesta degli studenti contro i tagli alla scuola e le riforme del ministro Gelmini: la mobilitazione - che coincide con quella dei sindacati Usi e Unicobas, che si fermeranno per l'intera giornata, e Flc-Cgil, che incroceranno le braccia per un'ora - è stata aperta con una sorta di blitz davanti al ministero dell'Istruzione. Gli studenti di Uds e Link hanno affisso due striscioni all'ingresso del Dicastero di viale Trastevere, spiegando poi il gesto come necessario "per dare il buongiorno al ministro" in una giornata speciale. Sul primo striscione c'era scritto: '8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia'. Sull'altro 'La paura fa 90... cortei in Italia'.
LA VOCE D'ITALIA
Scuola: studenti in piazza
Manifestazioni in tutta
Italia
Flc-Cgil ha dato il via alle iniziative di protesta nei comparti della scuola con lo sciopero dei docenti nella prima ora di lezione, che sarà seguito da astensioni dal lavoro ad intermittenza ogni quindici giorni fino a dicembre.
Il sindacato ha spiegato che la protesta riguarda i tagli, la crisi della formazione professionale e l'incertezza all'avvio del nuovo anno scolastico.
Scioperano invece per l'intera giornata gli aderenti a Unicobas Scuola, che protesteranno, sempre in giornata, davanti al ministero dell'Istruzione a Roma.
La Rete degli Studenti manifesta in oltre 50 città, da Aosta ad Agrigento: "Rimuoveremo le macerie create da Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di provvedimenti spot sulla disciplina e una 'finta' riforma che non fa altro che tagliare tutto il possibile", si legge in una nota.
Il 15 ottobre è indetto uno sciopero generale dei Cobas, con docenti e personale Ata che si asterranno dal lavoro per tutta la giornata con manifestazioni territoriali previste in varie città.
L'Unione degli universitari (Udu), dopo aver protestato nei giorni scorsi all'interno degli atenei, ha in programma un presidio davanti a Montecitorio dove tra il 10 e il 12 ottobre la Camera dovrebbe discutere il ddl sull'Università.
Per quanto riguarda Cisl e Uil, nessuna manifestazione specifica per i comparti della scuola. Le due sigle hanno infatti deciso di organizzare un'unica manifestazione nazionale, domani, a piazza del Popolo a Roma, in cui confluiranno i problemi dei diversi settori tra cui, appunto, la scuola.
A Torino le scuole in piazza
Sciopero generale della Scuola oggi a Torino, come in tutta Italia, contro le riforme e i drastici tagli Gelmini-Tremonti. E il 15 ottobre si replica.“Almeno un pregio la Gelmini ce l’ha” - commenta una studentessa in piazza a Torino - “quello di avere unito nella protesta contro di lei Nord e Sud, genitori, alunni e docenti, tutte le scuole di ogni ordine e grado e perfino tutte le università”.
E’ questo uno degli amari commenti che si sentono a Torino, in piazza, durante lo sciopero generale della scuola indetto da Unicobas.
A Torino si stanno mobilitando coralmente studenti di tutte le scuole, docenti, genitori, ma anche il personale dell’Università, sebbene le riforme contro cui protestano (tutte del Ministro Gelmini) siano in realtà leggi differenti.
In alcune scuole torinesi da alcuni giorni è già partita
l’occupazione e l’autogestione. In molte
scuole i Docenti per protesta si rifiutano di fare straordinari
(necessari per coprire i “buchi” lasciati scoperti dai tagli agli organici) e le
attività extrascolastiche (viaggi di istruzione, uscite, laboratori) a causa
della mancanza dei fondi.
E oggi sono tutti in corteo in piazza.
“Una nuova protesta contro i tagli all’organico e l’impoverimento della qualità della scuola - scrive Maria Teresa Martinengo su La Stampa dell’8 ottobre - ha coinvolto ieri un altro istituto professionale, il «Beccari» e, in parte, il «Bodoni-Paravia», l’istituto per le arti grafiche e fotografiche (di Torino, ndr). Martedì avevano «scioperato» all’improvviso i ragazzi del Boselli, assistiti con una certa «comprensione» dai loro docenti. Questa volta gli studenti non sono rimasti, come l’altro giorno, all’interno della scuola: hanno formato un corteo di centinaia di persone che ha marciato lungo via Bologna, via Milano, via Garibaldi fino a piazza Castello, davanti alla Regione - obiettivo della manifestazione -, per finire davanti alla Rai di via Verdi”
“Il «Beccari» è il grande istituto alberghiero - prosegue nel suo articolo la Martinengo - dove pochi giorni fa gli operatori scolastici avevano denunciato il disagio della categoria, pesantemente colpita dai tagli. Ieri gli studenti - che hanno attraversato la città così com’erano, senza striscioni o cartelli - hanno spiegato di essersi mossi «perché ci stanno diminuendo le ore di pratica. Quando usciremo di qui non sapremo fare niente»”.
Il corteo torinese, che si unisce agli oltre 50 cortei di protesta che oggi si muovono in tutta Italia, da Roma a Napoli, da Bari a Siena, da Foggia a Salerno, è partito dalla centrale piazza Arbarello (dove fino a pochi anni fa vi era la sede storica della Facoltà di Economia) per proseguire lungo via Cernaia, via Pietro Micca, la centralissima Piazza Castello, via Verdi e raggiungere Palazzo Nuovo, sede delle Facoltà Umanistiche.
Secondo le stime della polizia a Torino questa mattina erano in piazza più di 15.000 persone, mentre per gli organizzatori il numero raggiungeva le 30.000 unità.
Alcuni studenti universitari, travestiti da clown, hanno distribuito buste vuote, rappresentanti le borse di studio “vuote”. La protesta ha raggiunto la sede della Regione Piemonte, contro i tagli aggiuntivi alle borse di studio imposti dal Governatore Cota.
“Ciò che ci amareggia di più” - commenta una docente delle superiori in sciopero - “è che il Ministro Gelmini continua a fare un muro di gomma, respingendo tutte le critiche, facendo finta di non vedere il disastro della scuola, citando cifre e dati elaborati dal Ministero che non corrispondono assolutamente alla realtà e parlando per frasi fatte e luoghi comuni“.
“In tutta Europa - si legge sul comunicato ufficiale con cui Unicobas ha proclamato lo sciopero generale della scuola per l’8 ottobre - nonostante le note difficoltà finanziarie, nessun governo tocca la scuola, che anzi ottiene finanziamenti ulteriori. In Italia, il Paese che, come dimostrano i recentissimi dati OCSE, spendeva già la percentuale più bassa del prodotto interno lordo per istruzione, università e ricerca, vengono sottratti alla scuola 8,5 miliardi di euro”.
LECCE PRIMA.IT 8.10.2010
[08/10/2010]
“Gelmini taglia il tuo stipendio non la scuola”; “La cultura non si riforma”; “L’obbligo di imparare aliena il gusto di creare”; “Contro l’impoverimento culturale lotta sociale”. E’ quel che recitano alcuni dei numerosi striscioni esibiti dagli studenti. Ma, la protesta, ovviamente, non è solo loro. “Scuola in lutto” i cartelli dei docenti di ruolo e precari, con i primi che hanno “saltato” la prima ora di lezione per aderire alla manifestazione. L’ora di sciopero, infatti, è stata indetta anche dalla Flc-Cgil, Unicobas, le sigle che manifestano insieme agli studenti e ai coordinamenti dei precari di tutta Italia.
Il corteo si è mosso intorno alle 9.30 dal piazzale antistante la stazione di Lecce, per proseguire lungo viale Oronzo Quarta, viale Gallipoli e viale dell’Università. E in Ateneo la manifestazione continua con l’assemblea a cui parteciperanno studenti della scuola e dell'università, docenti e ricercatori.
Studenti in corteo dei licei leccesi, Banzi, Virgilio, De Giorgi, dell’Istituto tecnico Fermi. La mobilitazione avrebbe coinvolto un'alta percentuale di studenti. Al liceo classico Palmieri, per esempio, secondo quanto dichiarato dal preside Umberto Mazzotta, l'84 per cento degli studenti non ha seguito le lezioni. Giunte in città anche le rappresentanze dei licei Capece di Maglie, Galileo Galilei di Nardò, liceo Colombo e Itis di Galatina.
Tensione in Ateneo all’inizio dell’assemblea
Al termine del corteo i manifestanti si sono ritrovati nell’aula magna del “Codacci Pisanelli” per discutere nel merito i contenuti della protesta. Ma, poco prima dell’avvio degli interventi, un gruppetto di studenti ha protestato a gran voce, per sollecitare gli organizzatori della manifestazione ad una forma di lotta più incisiva e che non si limitasse solo alla giornata odierna.
Si sono verificati attimi di tensione. Dopo i tentativi di chiarimento sui punti di divergenza che riguardano essenzialmente le modalità del confronto con il ministro Gelmini e la sua riforma, l’assemblea è poi iniziata con qualche difficoltà.
Scuola, riprende la protesta. Oggi in piazza sindacati e rete degli studenti
Oggi si protesta contro la riforma Gelmini in scuole, università ed enti di ricerca, con gli scioperi indetti da Flc-Cgil e Unicobas e manifestazioni della Rete degli Studenti organizzate in decine di città. Flc-Cgil ha dato il via alle iniziative di protesta nei comparti della scuola con lo sciopero dei docenti nella prima ora di lezione, che sarà seguito da astensioni dal lavoro ad intermittenza ogni quindici giorni fino a dicembre.
La protesta, spiega il sindacato, riguarda i tagli, la crisi della formazione professionale, l'incertezza all'avvio del nuovo anno scolastico. Scioperano invece per l'intera giornata gli aderenti a Unicobas Scuola, che hanno inoltre in programma una protesta davanti al ministero dell'Istruzione a Roma.
La Rete degli Studenti manifesta in oltre 50 città, da Aosta ad Agrigento: "Rimuoveremo le macerie create da Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di provvedimenti spot sulla disciplina e una 'finta' riforma che non fa altro che tagliare tutto il possibile", si legge in un comunicato.
Il 15 ottobre sarà poi la volta dello sciopero generale indetto dai Cobas, coi docenti e il personale Ata che si asterranno dal lavoro per tutta la giornata, e manifestazioni territoriali previste in varie città. L'Unione degli universitari (Udu), dopo aver protestato nei giorni scorsi all'interno degli atenei, ha in programma un presidio davanti a Montecitorio dove tra il 10 e il 12 ottobre la Camera dovrebbe discutere il ddl sull'Università.
Per quanto riguarda Cisl e Uil, nessuna manifestazione specifica per i comparti della scuola. Le due sigle hanno infatti deciso di organizzare un'unica manifestazione nazionale, domani, a piazza del Popolo a Roma, in cui confluiranno i problemi dei diversi settori tra cui, appunto, la scuola.
VARESE NEWS 8.10.2010
Studenti in corteo contro i tagli alla scuola
Quella di oggi si annuncia essere la prima di una serie di proteste contro la Riforma della scuola e i tagli. Il 13 ottobre si fermerà il personale non docente con contratti co.co.co. aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo. Il 15 ottobre toccherà ai docenti e Ata vicini ai Cobas. Il 16 le associazioni studentesche si uniranno alla protesta di Fiom-Cgil. Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all'Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell'ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al ministero.
L'Unione degli Studenti, tra gli organizzatori, sfila con lo slogan "Chi apre una scuola chiude una prigione".
Scuola: blitz studenti Uds e Lingk, striscioni al ministero
Giornata di protesta in molte citta' contro la riforma Gelmini
LA GAZZETTA DEL SUD 8.10.2010
Studenti e Unicobas
contro la Gelmini
Aderiscono anche i giovani di Sinistra e Libertà. L'obiettivo è la difesa della scuola pubblica
Ancora in piazza. Ancora in strada per dire no alla riforma Gelmini. Mobilitazione studentesca nazionale, a Brescia e in tutta Italia, oggi, del Kollettivo Studenti in Lotta, a cui si aggiunge lo sciopero proclamato da Unicobas Scuola e l'adesione di Sinistra Ecologia Libertà.
«Di nuovo nelle strade di Brescia per riprenderci il nostro futuro», recita lo slogan del Kollettivo ad annunciare il corteo studentesco contro il governo Berlusconi che, sostengono i manifestanti, «sta distruggendo la scuola pubblica e l'università, e anche quest'anno, la nostra risposta è la lotta: contro la riforma Gelmini, contro il 5 in condotta e contro il tetto delle 50 assenze per la bocciatura: contro questo modello di scuola». Il corteo, però, non scenderà in piazza solo contro qualcosa, ma anche per: «Per la scuola pubblica di tutti e per fermare la privatizzazione dei servizi». Il ritrovo è fissato alle 9 in piazza Garibaldi e, nel frattempo, Unicobas ha proclamato lo sciopero generale della scuola aderendo, in 42 città italiane, a cortei e manifestazioni (dopo aver urlato il proprio dissenso nazionale per la mancata comunicazione dello sciopero da parte della tv pubblica, con l'appoggio di Pancho Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione vigilanza).
ACCANTO al Kollettivo e al sindacato, alla manifestazione studentesca di oggi aderisce anche il gruppo giovani di Sinistra Ecologia Libertà: «Ci saremo perchè crediamo nel ruolo insostituibile della scuola pubblica, laica, di tutti e per tutti, come motore di crescita e sviluppo non solo del capitale umano, ma anche di quello sociale, cioè quel tessuto di senso civico, di fiducia reciproca, di disponibilità a cooperare per il bene comune che sono il presupposto essenziale per lo sviluppo di una collettività - sostiene il gruppo -. Senza insegnanti validi e motivati, un'offerta formativa di qualità, materiali e strutture adeguate, il capitale umano e quello sociale, in Italia, continueranno sulla strada del declino».
di
Lorena Loiacono Week-end in corteo per la Capitale, traffico in tilt e soliti disagi per i romani: oggi è la volta degli studenti, domani arriveranno in migliaia per manifestare in difesa del lavoro. Parte questa mattina l’autunno caldo delle proteste con il primo maxi sciopero dell’anno scolastico: «La legge 133, i tagli agli organici e i provvedimenti sul riordino delle scuole superiori – spiega Tito Russo, coordinatore dell’Unione degli studenti – rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di istruzione». Ed allora l’intero mondo della scuola vedrà sfilare i ragazzi delle superiori, sostenuti dall’Uds e dalla Rete degli studenti medi, insieme a genitori e docenti precari del coordinamento delle scuole di Roma, al loro fianco anche i ricercatori e gli universitari della Sapienza, di Tor Vergata e di Roma Tre. Il corteo partirà alle 9,30 da piazzale dei Partigiani a Piramide per attraversare il centro e raggiungere il ministero in viale Trastevere, dove un presidio occuperà l’area fino alle 14: saranno 22 le linee bus interessate da deviazioni di percorso. Ma se il corteo contribuirà a provocare non pochi disagi per la viabilità, non mancheranno neanche i problemi all’interno delle scuole: i sindacati Usi Ait Scuola e Unicobas infatti hanno indetto lo sciopero per l’intera giornata di oggi mentre la Flc-Cgil incrocerà le braccia solo per la prima ora, nelle scuole così come nelle università e nei centri di ricerca. |
ROMA (8 ottobre 2010) - Gli studenti e i professori, a pochi
giorni dall'inizio della scuola, scendono già i piazza per protestare. E lo
fanno in tutta Italia con manifestazioni e cortei, mentre sono a rischio le
lezioni nei 42mila istituti dello Stivale per lo sciopero proclamato dai
sindacati che durerà per tutta la giornata di venerdì 8 ottobre.
Le
manifestazioni che porteranno in strada professori, precari, studenti, genitori,
universitari sono attese in 50 città italiane. Ma è nella capitale che si
concentrerà la protesta con i cortei che sfileranno sotto il ministero della
Pubblica istruzione per concentrarsi poi in una grande assemblea pubblica.
Promotori sono gli studenti della Rete, Uds e universitari. Situazione difficile
invece per i ragazzi che sceglieranno di andare ugualmente in classe. Le lezioni
sono a rischio. I sindacati Usi Ait Scuola e Unicobas si sono schierati
contro i tagli l mondo dell'istruzione . Mentre la Flc-Cgil ha chiesto agli
insegnanti di astenersi dal lavoro.
Simona Bigliardi
IL GAZZETTINO.IT 8.10.2010
Scuola, studenti in piazza contro tagli
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ROMA (8 ottobre) - Studenti in piazza in tutta Italia contro i tagli
alla scuola. Scontri a Milano, lancio di fumogeni a Torino, incidenti a
Firenze.
Con due striscioni piazzati davanti al ministero della
Pubblica Istruzione in viale Trastevere a Roma all'alba è cominciata
la giornata di protesta contro la riforma varati dal ministro Mariastella
Gelmini organizzata dalle organizzazioni degli studenti medi e
universitari. «8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia»,
recitava uno striscione. «La paura fa 90 ... cortei in Italia», si leggeva
su un altro.
Caschetti gialli e maschere bianche. Gli
studenti sono scesi in piazza oggi in oltre 90 città. Ad aprire il corteo
romano, partito questa mattina da Piramide lo striscione degli studenti
medi che ricorda come la scuola sia un patrimonio di tutti «La scuola è un
bene comune. Studenti, precari, genitori in mobilitazione». Alla
manifestazione, accanto agli studenti medi, anche i fratelli maggiori
dell'università, insegnanti precari e genitori per dire no alla
«distruzione della scuola pubblica». Un'ora di sciopero è stata indetta
anche dalla Flc-Cgil, mentre l'Unicobas è scesa in piazza con gli
studenti.
A Roma, il corteo si è concluso sotto il ministero
dell'Istruzione. Bloccato per diverse ore il transito in viale Trastevere.
Gli studenti hanno chiesto le dimissioni della Gelmini, ribattezzata
«Gelminator, il ministro della distruzione». Tra gli slogan cantanti o
esposti sui diversi "lenzuoli" c'erano: «Quod non fecerunt barbari fecit
Gelmini»; «Riforme, tagli, precarietà rubano il futuro e ci tolgono la
dignità», «Gelmini saremo il tuo inferno», «lotta, lotta, lotta non ti
fermare il ddl può cambiare». I ragazzi hanno poi distribuito volantini
con il testo di una canzone arrangiata con un testo contro Gelmini e
Tremonti sulle note di «Bella ciao» che diventa «Stella ciao».
Da Bolzano a Palermo, annunciano soddisfatti gli
organizzatori, la partecipazione è stata straordinaria, «oltre le
nostre aspettative. Oltre 30 mila studenti in piazza a Roma, cosi come a
Torino, 20mila a Bologna, 15mila a Milano, 5mila a Firenze e anche nelle
città più piccole da Siena a Cosenza, da Catanzaro a Genova si registra la
partecipazione di più seimila studenti.
«Anche oggi indossiamo i
caschetti gialli da lavoro - spiega Sofia Sabatino, portavoce della
Rete degli Studenti - per difenderci dalle macerie che Gelmini e Tremonti
ci hanno lasciato. Edifici fatiscenti, didattica stantia, docenti sempre
più stanchi e privi di motivazione, contributi "volontari" delle famiglie
a coprire le mancanze di fondi, capaci e meritevoli privi di mezzi: questa
è "l'epocale riforma" del Ministro Bulldozer. Pretendiamo investimenti
nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e il diritto allo
studio, una didattica nuova e più diritti per gli
studenti».
Scontri a Miano. A Milano il corteo è partito da
largo Cairoli. Circa 10mila, secondo gli organizzatori, le persone scese
in piazza, principalmente studenti dei vari istituti superiori di Milano,
ma anche docenti precari, che hanno aderito alla manifestazione. Tensioni
tra forze dell'ordine e manifestanti del «No Gelmini Day» ci sono state
quando uno spezzone della manifestazione principale, ripartito
spontaneamente dall'Università Statale, è stato bloccato dalla polizia in
Piazza Velasca con una carica.
Davanti all'ingresso del
provveditorato i manifestanti hanno srotolato uno striscione polemico
nei confronti dell'introduzione della cultura militare nelle scuole, e
hanno posto una sagoma del ministro dell'Istruzione, vestita in abiti
militari, che è diventata bersaglio del lancio di uova, rotoli di carta
igienica e di qualche petardo. Sul posto sono presenti agenti di polizia
in tenuta antisommossa.
Siamo stati caricati dalla polizia
all'altezza di piazza Missori, riferisce un docente precario a che
dice di essere stato testimone dell'intervento della polizia. Secondo il
docente precario "sono volate manganellate" ma non ci sarebbero feriti.
Secondo quanto si è appreso il gruppo di studenti intendeva transitare in
una zona vietata al passaggio del corteo e la polizia è intervenuta con
una carica di alleggerimento.
A Torino lancio di fumogeni e
altri oggetti, tra cui bottiglie di vetro, contro la polizia alla
manifestazione anti-Gelmini degli studenti. Sono stati questi gli unici
momenti di tensione di un corteo che, partito stamattina attorno alle 9
dal luogo storico dei concentramenti studenteschi (piazza Arbarello), ha
visto la partecipazione di 30 mila persone, secondo gli organizzatori, di
10 mila, secondo le forze dell'ordine. Al termine del corteo, in via Po,
nei pressi di Palazzo Nuovo (sede delle facoltà umanistiche) si è
scatenato il lancio di oggetti e fumogeni che non ha avuto gravi
conseguenze. La protesta ha riguardato sia le scuole medie superiori sia
le università dove i ricercatori hanno sospeso le loro
lezioni.
Tafferugli a Firenze. Circa 4 mila le persone in
piazza a Firenze. Durante il corteo, organizzato da Unione degli studenti
e Collettivi di sinistra, sono stati lanciati fumogeni, bottiglie e uova
contro l'Istituto degli Scolopi, una scuola privata, dove sull'ingresso è
stata anche lasciata la scritta “Basta preti”. Nei pressi della prefettura
c'è stato un tafferuglio quando i manifestanti sono venuti a contatto con
giovani di destra: schiaffi, pugni e spintoni. Non ci sarebbero feriti; la
Digos comunque sta svolgendo accertamenti e saranno visionate immagini
video e fotografie. Identificati alcuni giovani. Cori e slogan sono stati
lanciati contro il ministro Gelmini, Berlusconi, la riforma scolastica e
gli istituti privati. Forti disagi al traffico paralizzato anche dal fuori
programma nel finale, quando i manifestanti hanno deviato dal percorso
previsto entrando nel sottopasso stradale della Fortezza. Bloccati veicoli
privati e bus sui viali. Cortei contro la riforma ci sono stati anche a
Livorno con 2.000 partecipanti e a Siena con 1.500. A Livorno rissa per
motivi di campanile: giovani livornesi ritenevano di aver individuato un
gruppo di pisani e li hanno picchiati, poi è stato chiarito che gli
aggrediti erano ragazzi di Vada, in provincia di Livorno. Due i
feriti.
Scuola, Oggi studenti e precari in piazza contro ddl Gelmini
L'UNITA'.IT 8.10.2010
Scuola e università in piazza contro la mannaia del governo
La scuola e l'università lottano per una cosa molto semplice: la
sopravvivenza dell'istituzione pubblica. Una sopravvivenza che i tagli del
governo Berlusconi, avvalorati dal ministro all'istruzione Mariastella
Gelmini, mettono in serio pericolo. Perciò domani, venerdì 8, in oltre 50
città dal nord al sud passando per il centro, da Torino a Palermo passando
per Roma, scuole e università protestano e scendono in
piazza.
Sfilano in corteo gli studenti delle scuole medie e
superiori, gli universitari oltre che i ricercatori. È anche il primo
giorno di sciopero nazionale dei lavoratori di tutti i comparti della
conoscenza indetto dalla Flc Cgil: dagli insegnanti ai ricercatori, dai
docenti universitari al personale tecnico-amministrativo tutti
incroceranno le braccia per un'ora. E sarà soltanto la prima tappa di un
percorso: le ore di sciopero verranno scaglionate fino a dicembre. Anche
l'Unicobas ha aderito. Il tutto per respingere le politiche e i tagli del
governo su scuola, università e ricerca.
Gli studenti medi
spiegano perché protestano: “Non possiamo accettare il progetto di
distruzione della scuola pubblica che questo governo sta attuando -
sostengono - la “finta” riforma non fa altro che tagliare tutto il
possibile lasciando le nostre scuole in ginocchio”. Dopo le mobilitazioni
del primo giorno di scuola, gli studenti rimettono il caschetto giallo da
lavoro e sono pronti a manifestare in tutto il paese, mentre continuano ad
arrivare le segnalazioni di nuovi cortei. Rimuoveremo le macerie create da
Gelmini e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola:
chiediamo investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia
scolastica e il diritto allo studio, più diritti agli studenti invece di
provvedimenti spot sulla disciplina. L'Italia non può uscire dalla crisi e
immaginare un futuro senza la scuola e senza di noi: per questo domani
comincia la nostra ricostruzione».
L'Unione degli studenti
annuncia oltre 80 cortei studenteschi sotto lo slogan “Chi apre una scuola
chiude una prigione”. «Da Milano a Palermo passando per Genova, Trieste,
Torino, Bologna, Roma, Napoli, Bari e tanti capoluoghi piccoli e grandi
vedranno gli studenti prendere la parola perché è ora di cambiare
registro» spiega Tito Russo, coordinatore UdS. «La 133, i tagli agli
organici e il riordino delle scuole superiori rappresentano il colpo
finale al sistema pubblico di istruzione, il mutamento radicale della
concezione del valore formativo e la messa in discussione definitiva
dell'istruzione laica e pubblica. Alla “riforma epocale” del ministro
Gelmini, noi contrapponiamo “L'AltraRiforma”, un percorso nazionale di
costruzione di un modello diverso di didattica, rappresentanza, autonomia,
partecipazione che da mesi stiamo portando avanti nelle scuole».
Parteciperanno ai cortei anche rappresentanze di genitori,
lavoratori della scuola, precari e studenti universitari. «Anche noi
abbiamo aderito - spiega Claudio Riccio rappresentante degli studenti
universitari di Link - perché oggi tutto il mondo della conoscenza è sotto
attacco e serve un fronte comune per fermare i devastanti progetti di
riforma che ora si rivolgono anche sull'università».
A Roma il
corteo partirà alle 9.30 da Piramide per raggiungere la sede del ministero
dell'Istruzione in viale Trastevere; a Milano la partenza è prevista in
largo Cairoli mentre a Napoli gli studenti si danno appuntamento in piazza
Garibaldi. L'UdS fa sapere che non mancheranno azioni creative e di
visibilità in tutti i cortei.
Domani in piazza a Roma ci sarà
anche l'Unicobas. La Federazione sindacale dei comitati di base del
comparto scuola sottolinea che con riforma della scuola superiore «da
settembre hanno tagliato altri 41.200 posti (26.000 docenti e 15.500 Ata)
dopo i 57.000 eliminati lo scorso anno. Così - accusano - vogliono
distruggere la scuola pubblica, distruggendo le risorse umane e negando
normali apporti finanziari». Inoltre «per la prima volta abbiamo un liceo
scientifico privo del latino, una drastica riduzione dei programmi di
storia nella primaria, l'impoverimento generalizzato delle ore di
italiano, il taglio delle ore di laboratorio perfino negli istituti
tecnici e professionali. Il tempo pieno nelle elementari è stato
destrutturato, i moduli sono diventati una discarica, con gli insegnanti
spalmati anche su 10 classi. Il governo delle tre 'i ha addirittura
ridotto l'informatica e fatto sparire il bilinguismo nella media di primo
grado».
LIBERO.IT 8.10.2010
Mese
nero
per
la
scuola
italiana
Da
venerdì
8
ottobre
sindacati
in
piazza
contro
il
Ddl
Gelmini.
Manifestazioni
e
cortei
spezzetteranno
le
lezioni
Calendario scioperi - Ai sindacati studenteschi Udu e Link (già in mobilitazione da lunedì scorso), venerdì si uniranno anche Usi Ait Scuola e Unicobas, che sfileranno a Roma fino al ministero dell’Istruzione, agli studenti delle scuola superiori (l'Unione degli Studenti promette di riempire 45 piazze), ai coordinamenti dei genitori e ai coordinamenti precari scuola.
Ma è l'intero mese di ottobre a essere a rischio, con i corsi universitari che rischiano seriamente di partire con il freno a mano tirato.
Venerdì 15 ottobre le lezioni potrebbero essere a rischio: i lavoratori della conoscenza della Cgil hanno infatti deciso di astenersi per due ora (la prima o l’ultima). A scioperare con loro, per l’intera giornata, saranno i docenti e gli Ata vicini ai Cobas (sono previste diverse manifestazioni locali). Due giorni prima (il 13 ottobre) a fermarsi sarà invece il personale non docente con contratti di tipo co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo.
Le contestazioni di rappresentanti della scuola continueranno il 16 ottobre, quando le associazioni studentesche si mischieranno ai manifestanti Fiom-Cgil. Il 30 ottobre torneranno in piazza i precari: a Napoli è in programma una manifestazione del Cps. Il 3 novembre protesteranno gli iscritti all’Anief, gli educatori in formazione che nel giorno dell’ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma davanti al Miur.
I motivi sono sempre quelli: i tagli che secondo i sindacati stanno spolpando il settore.
E la situazione potrebbe degenerare se anche altri sindacati nazionali, primo fra tutti la Cisl, dovesse unirsi ai manifestanti. Del resto lo stesso segretario generale Raffaele Bonanni aveva promesso di allestire in autunno una contestazione nazionale contro la situazione della scuola.
OGGI TREVISO 8.10.2010
UN AUTUNNO CALDO, ANZI CALDISSIMO
Ottobre caldo sul versante sciperi. Ecco il
calendario
TREVISO - Sarà un mese caldo sul versante degli scioperi – fa sapere l’ADICO – con scioperi annunciati sul versante dei trasporti e della scuola.
Già fissati stop a voli, treni e bus, ma l'ondata di proteste non risparmierà nemmeno insegnanti e personale non docente. Ecco le principali iniziative. I treni e gli autobus si fermeranno il 21 e il 22 ottobre prevedono che le attività ferroviarie si fermeranno dalle 21 del 21 ottobre alla stessa ora del 22 ottobre mentre bus, metropolitane e tram non circoleranno nell'intera giornata del 22 ottobre secondo modalità locali e nel rispetto delle fasce di garanzia.
Per i voli a terra invece il 14 e il 25 ottobre. Giovedì 14 a incrociare le braccia sono i dipendenti di Meridiana Fly con modalità differenti. I lavoratori aderenti a Rsa Fit Cisl, Uiltrasporti e Anpac si fermeranno per due ore (dalle 10 alle 12); quelli aderenti a Rsa Filt Cgil (personale navigante di cabina esclusi voli da e per Torino), Rsa Fit Cisl, Uiltrasporti, Anpav per quattro ore (dalle 10 alle 14 esclusi i voli ). Fermi anche i piloti dell'Up dalle 10 alle 14 (esclusi i voli da e per Torino Caselle) e con le stesse modalità i lavoratori aderenti a Usb e Sdl. Lunedì 25 invece a protestare per l'intera giornata saranno piloti e assistenti di volo di Alitalia Cai-AirOne aderenti a Filt Cgil, Ipa, Avia dalle 00.00 alle 24.
Per la scuola proteste in vista nella prima metà del mese. L'8 ottobre incroceranno le braccia i lavoratori del Comparto Scuola (personale docente e ad ata comp. scuola) agli Unicobas per l'intera giornata. Lo stesso giorno stop anche per i dipendenti del Comparto Scuola (docenti o ata impiegati presso il Miur, scuole e istituti o servizi esternalizzati) aderenti a Usi Ait Scuola (tutto il giorno). Infine anche il personale docente, educativo, ata e dirigente scolastico del Ministero dell'Istruzione aderente a Flc Cgil protesterà l'8 ottobre.
Il 13 ottobre fermo il personale co.co.co assimilato ata del Ministero dell'Istruzione aderente a Felsa Cisl, Nidil Cgil, e Uil Cpo per l'intera giornata. E il 15 ottobre stop per i lavoratori del comparto scuola del Ministero aderenti ai Cobas.
Venerdì 8 ottobre sarà anche il giorno delle proteste nell'università.
L'UNITA'.IT
8.10.2010
Scuola, un mese di proteste Comincia l'Università
Per la scuola non c'è pace: contro tagli e riforme decisi dal governo,
dopo gli scioperi della fame intrapresi sul finire dell'estate dai
precari, culminati con il blocco dello Stretto di Messina di metà
settembre, a partire da domani assisteremo alla mobilitazione di studenti
e dei sindacati di comparto: i primi a scendere in piazza, per tre giorni
consecutivi, saranno le associazioni studentesche universitarie, con in
testa Udu e Link.
Venerdì 8 Ottobre la mobilitazione si estenderà
ai sindacati Usi Ait Scuola e Unicobas, che sfileranno a Roma fino al
ministero dell'Istruzione, agli studenti delle scuola superiori (l'Unione
degli Studenti promette di riempire 45 piazze), ai coordinamenti dei
genitori e ai coordinamenti precari scuola. Venerdì prossimo le lezioni
potrebbero davvero essere a rischio: i lavoratori della conoscenza della
Cgil hanno infatti deciso di astenersi per un'ora (la prima o l'ultima).
Il 13 ottobre a fermarsi sarà il personale non docente con
contratti di tipo co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo.
Due giorni dopo, il 15 ottobre, a scioperare, per l'intera giornata,
saranno docenti e Ata vicini ai Cobas (sono previste diverse
manifestazioni locali). Le contestazioni di rappresentanti della scuola
continueranno il 16 ottobre, quando le associazioni studentesche si
mischieranno ai manifestanti Fiom-Cgil. Il 30 ottobre torneranno in piazza
i precari: a Napoli è in programma una manifestazione del Cps.
Il 3
novembre protesteranno gli iscritti all'Anief, gli educatori in formazione
che nel giorno dell'ennesimo sciopero generale si ritroveranno a Roma
davanti al Miur. Presto potrebbero inoltre entrare in scena gli altri
sindacati, ad iniziare dalla Cisl, che ha promesso da tempo, attraverso il
segretario generale Raffaele Bonanni, «una contestazione in autunno per il
settore della scuola martoriato dai tagli».