Anche le scuole del Torinese rifiutano i premi della Gelmini
di STEFANO PAROLA
Niente da fare: i docenti torinesi non vogliono essere
valutati. A dire “no” alla sperimentazione voluta dal ministero dell’Istruzione
sono state prima le scuole di Torino e poi quelle della Provincia. Per far
partire il progetto occorrevano 15 scuole, ma ancora non si trovano. E ora
l’Ufficio scolastico regionale ha deciso di estendere l’iniziativa a tutta la
Regione.
Tutto è iniziato a novembre, quando il ministero ha
annunciato l’avvio della sperimentazione in quindici istituti di Torino e in
altrettanti di Napoli. Scuole materne, elementari, medie e superiori nelle quali
far nascere una commissione mista (preside, docenti e genitori) che individuerà
gli insegnanti più bravi in base a criteri come il curriculum, le attività
extra, il gradimento di genitori e studenti. A ciascun "prof" meritevole il
ministero darà in primavera una mezza mensilità in più.
Ma a
decidere se far aderire la propria scuola al progetto dovevano essere i collegi
docenti. Che a Torino hanno detto un “no” quasi corale, con l’unica eccezione
del liceo Segré. Così la scadenza, prevista per l’11 gennaio, è stata
posticipata al 14 febbraio. Ora però i volontari non si trovano. E il direttore
generale dell’Usr, Francesco De Sanctis, ha deciso di inviare una circolare in
cui annuncia che “il campione delle scuole partecipanti viene esteso a tutta la
regione, recependo le richieste già pervenute da scuole di altre province e
valorizzando in tal modo la ricchezza e la varietà delle esperienze piemontesi
nel campo della valutazione e dell’autovalutazione”.
Una decisione
che i Cobas, in una nota, definiscono “un’ulteriore truffa e forzatura da parte
del ministero”. E rilanciano la loro azione di disturbo nei confronti della
premialità ai docenti: “Invitiamo tutti i colleghi docenti a non aderire alla
sperimentazione, a bocciare questo ennesimo tentativo di dividere gli insegnanti
tra bravi e fannulloni”.