BUON ANNO ‘0’
Ci siamo lasciati alle spalle un anno
2010 che ha sancito l’azzeramento del diritto allo studio, con la Riforma
“Gelmini”, del diritto di sciopero e di altri fondamentali diritti dei
lavoratori, prima attaccati dall’ “accordo Pomigliano”, poi assediati dal
“Collegato Lavoro” ed infine rasi al suolo con l’ “accordo Mirafiori”.
Tutto ciò è avvenuto
in barba a quanto affermato nella Costituzione italiana, a questo punto
piu’correttamente da apostrofare “carta” costituzionale.
Ci teniamo a ricordare
che i sopra citati diritti sono stati ottenuti grazie alle lotte sociali di
studenti e di lavoratori riuniti in un “movimento dal basso”: è quest’ultimo e
nient’altro a fare la storia dell’emancipazione dell’umanità
dall’oppressione.
C’è chi non
ha assistito in silenzio al consumarsi di questo scempio…ha resistito, ma non è
bastato! Perchè?
Non c’è stata
coscienza generalizzata che le lotte intraprese riguardavano tutti, eccetto chi
detiene il potere e chi collabora servilmente con esso. Quindi non si e’
attivata nemmeno la solidarietà, né all’interno tra i diretti interessati, nè
all’esterno tra gli indirettamente colpiti. Ancora ci domandiamo, perchè?
La coscienza sociale
del cittadino medio è spenta dalla dipendenza televisiva e dall’abuso degli
altri “media” di ultima generazione. La solidarietà, che non può esistere senza
coscienza, è stata dissolta dall’egemonia ‘culturale’ neoliberista, in voga
ormai in Italia da oltre 20 anni, che ha prodotto di riflesso il motto egoistico
del “mi faccio gli affari miei”, per il resto “si salvi chi
può”.
E’ il capitalismo ad avere generato la
‘crisi’ che sta ricadendo sui lavoratori e sui loro figli studenti. Altresì non
vanno dimenticati i cassintegrati ed i disoccupati che, non da ora, pagano il
costo sociale del capitalismo e della sua falsa liberta’ di fare profitti. Ma
c’è anche un’altra ‘crisi’: quella inventata e utilizzata dai ‘soliti noti’ come
“piede di porco” per privatizzare i beni ed i servizi comuni (dalla sanità,
all’acqua, al sapere) e per
scassinare i diritti, imponendo sacrifici servili ai lavoratori, attraverso il
ricatto del “o così o non lavorate, perchè delocalizziamo” o con la scusa del
“non ci sono soldi, perchè c’è crisi”.
Non prendere atto di ciò che sta
accadendo significa farsi beffare e ‘mazziare’ consensualmente e può far
scatenare la ‘guerra tra poveri’ assieme alla ‘caccia all’immigrato’ che ‘ruba’
il lavoro.
Non bisogna cadere
nella trappola del “dividi e domina” piazzata dal potere. Anzi bisogna imparare
proprio dagli ‘ultimi’, da chi non ha piu’ nulla da perdere: proprio gli
immigrati “irregolari” sono di recente usciti dalla “clandestinità”, hanno
cominciato a lottare uniti contro le nuove leggi razziste e ad auto-organizzarsi
per avere il permesso di soggiorno. In verità hanno già vinto..la dignità!
Oramai nessuno è più esente dalla precarietà e dalla
clandestinità: la prima intesa come instabilità nel presente ed assenza di
prospettive per il futuro, la seconda anche come mancanza di diritti.
Siamo una moltitudine di sfruttati e senza diritti nè futuro di
fronte a pochi potenti e ai loro lacchè: ricostruiamo la solidarietà sociale e
riprendiamoci i diritti, di più e meglio di prima!
Noi la loro crisi la
risolviamo ed i soldi per farlo sappiamo dove stanno!
Per disoccupati e
studenti meno abbienti e per tutti i precari nei periodi di non lavoro: REDDITO SOCIALE
SUBITO!
Servirà ad evitare
miseria, ricatti e precarietà economica…
Per tutti i migranti abitanti in Italia:
PERMESSO DI SOGGIORNO E REGOLARIZZAZIONE
SUBITO!
Serviranno a
consentire l’ospitalità e la parità di diritti lavorativi a chi ne è degno,
evitando il gioco al ribasso dei salari e la gara spregevole a chi è disposto a
farsi sfruttare di più…
Per il diritto al sapere in quanto bene comune:
AUTORIFORMA SOCIALE
DELL’ISTRUZIONE!
AUTOGESTIONE
COOPERATIVA!
Per godere di un
lavoro vero, perché creativo e senza padroni di ogni sorta, realizzante la
persona del lavoratore, oltre alla soddisfazione dei suoi bisogni. Per
rispondere al ricatto del padrone: “chiudi e delocalizza pure, la fabbrica ce la
prendiamo noi lavoratori!”
Come ottenere tutto ciò: con la mobilitazione e lo sciopero
generale!
Che il 2011 sia un anno di lotta!
Si
riparte daccapo: il ‘che fare’ è chiaro, il ‘come fare’ è tutto da vedere e la
strada tutta ‘da farsi’.
UNIVERSITARI LIBERTARI
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