Manovra. L'allarme di Napolitano
06-09-2011
Il presidente della Repubblica scende nuovamente in
campo per chiedere che la manovra sia "rafforzata" e resa più "credibile".
Parole nette, quelle del presidente della Repubblica, che potrebbero aprire una
breccia o nel muro eretto dal ministro dell'Economia o in quello del leader
leghista.
ROMA. Lo spread aumenta, le borse crollano e l'Europa preme
sul governo. E così le fibrillazioni tornano a scuotere la maggioranza dove
Silvio Berlusconi è stretto fra due fuochi: da un lato la Bce che chiede misure
più incisive per continuare a sostenere l'Italia contro gli speculatori;
dall'altro il doppio veto di Giulio Tremonti (sull'Iva) e di Umberto Bossi
(sulle pensioni).
Spetta così a Giorgio Napolitano scendere nuovamente in campo per chiedere
che la manovra sia "rafforzata" e resa più "credibile". Parole nette, quelle del
presidente della Repubblica, che potrebbero aprire una breccia o nel muro eretto
dal ministro dell'Economia o in quello del leader leghista.
Nonostante la manovra da 45 miliardi sia in dirittura d'arrivo, le lancette
sembrano tornate a un mese fa: lo spread dei titoli italiani è tornato
pericolosamente vicino a quota 400 punti e a piazza Affari si registra un tonfo
dopo l'altro. Sul fronte politico, poi, la situazione appare persino peggiore
visto che dopo il monito di Jean Claude Trichet e Mario Draghi - presente e
futuro della Bce - sul rischio che Francoforte interrompa l'acquisto di titoli
italiani, è arrivata la durissima bacchettata di Angela Merkel che ha denunciato
"l'estrema fragilità" dell'economie italiana e greca.
Un quadro decisamente allarmante per Palazzo Chigi, ma anche per il
Quirinale. "Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante" arrivato ieri
dall'impennata dello spread che denota una "persistente difficoltà a recuperare
fiducia", tuona Napolitano che sottolinea come si sia ancora in tempo per
introdurre nella manovra "misure capaci di rafforzarne l'efficacia e la
credibilità".
L'appello del Colle è che "tutte le parti politiche" si sforzino a questo
scopo, superando "incomprensioni e pregiudiziali insostenibili".
Un appello simile lo rivolge anche Gianni Letta. "Il paese attraversa
attraversa un momento difficile", riconosce il sottosegretario, che poi
aggiunge: "Tutti dobbiamo avere lo stesso obiettivo: giovare al bene del Paese".
Parole dirette all'opposizione, certo, ma anche alla maggioranza visto che è
dal governo che l'Europa attende risposte. Due in particolare: un aumento
dell'Iva, che a detta di Francoforte e di Bankitalia non avrebbe quegli effetti
recessivi e inflattivi paventati dal Tesoro, ed una vera riforma delle pensioni
che vede però contraria la Lega. E proprio di pensioni il ministro dell'Economia
ha parlato a via Bellerio con Umberto Bossi, tentando di convincere il Senatur
della necessità di un graduale innalzamento dell'età pensionabile. Ma nemmeno la
telefonata del presidente del Consiglio, che in diretta ha cercato di sostenere
il pressing del Professore, ha sortito effetto: il 'no' di Bossi è stato netto.
Una strana e momentanea alleanza quella del Cavaliere e del Professore:
Berlusconi - preoccupato dall'ipotesi che la crisi lo disarcioni lasciando
spazio a un governo tecnico - sa di dover 'dare' qualcosa all'Europa ed in
particolare alla Bce, che giovedì prossimo dovrà decidere se continuare a
comprare titoli italiani. Ma non può aumentare l'Iva come questo, pur se
ufficiosamente, da Draghi e Trichet perché Tremonti si oppone. Il ministro
dell'Economia continua a ripetere che la manovra è rimasta praticamente la
stessa: ad eccezione del contributo di solidarietà (che vale 'appena' 2,2
miliardi su 45), il grosso é fatto di tagli a ministeri, enti locali e welfare.
Non solo: per il Professore l'Iva è meglio tenerla come arma di riserva, in caso
di emergenza certo, ma soprattutto come mezzo per alleviare i drastici tagli al
welfare e consentire quella riforma fiscale da lui stesso auspicata.
Ma Tremonti non vuole agire prima del via libera alla manovra: il rischio -
ripete ai suoi interlocutori - non è solo per l'effetto recessivo e inflattivo,
ma anche 'politico', perché se aumentassimo l'Iva prima di aver approvato la
manovra, ministri e amministratori locali chiederebbero subito di attenuare i
tagli. Da qui il suo no, che si unisce a quello di Bossi sulle pensioni. Un
doppio veto che rischia di 'strangolare' il premier che davanti ha due opzioni:
forzare la mano a Tremonti, magari varando, come ultima carta, un decreto per
aumentare l'Iva nel Cdm i programma giovedì prossimo, ma correndo il rischio di
un effetto domino che trascini l'intero governo, o forzare quella di Bossi, con
tutte le conseguenze che ciò potrebbe comportare. Due scelte entrambe molto
pericolose, che forse Berlusconi non vorrebbe prendere ma che che ora, davanti
al monito del Quirinale, dovrà in qualche modo affrontare. E dopo il
vertice negativo di via Bellerio è sulla prima ipotesi, quella dell'Iva, su cui
molti nella maggioranza sembrano puntare.
Sciopero Cgil in cento piazze
ROMA. Oggi manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino
a Catania, braccia incrociate per 8 ore, stop dei trasporti: è arrivato il
martedì scelto dalla Cgil per lo sciopero generale, in perfetta coincidenza con
l'approdo del decreto 'incriminato' nell'aula del Senato. La protesta è stata,
infatti, indetta il 23 agosto contro una manovra dai tratti "profondamente
iniqui" che gran parte dei cambiamenti che si sono succeduti in questi giorni
non hanno fatto altro che "aggravare".
In particolare, nelle ultime ore é montata la polemica sull'articolo 8,
ribattezzato come "l'articolo sui licenziamenti facili". "Direi che da parte di
Cisl e Uil c'é una grande sottovalutazione dell'effetto che può avere una norma
come l'articolo 8, che viola le leggi esistenti e i diritti dei lavoratori, a
nostro avviso assolutamente anticostituzionale", ha detto il leader della Cgil
Susanna Camusso. Per il segretario del sindacato, "la manovra come quella
precedente, come tutta l'opera del ministro del Lavoro è stata costruita
sull'idea di isolare chi ha qualche elemento di dissenso. Mi pare evidente che
il senso sia quello di vendicarsi".
Per il sindacato di Corso d'Italia "un'altra manovra è possibile, dal segno
diverso, pagata da chi più ha e non ha mai pagato". Modificare il segno del
decreto di ferragosto è, quindi, l'obiettivo del quinto sciopero generale
dall'insediamento del governo Berlusconi, il secondo da quando alla guida della
Cgil c'é Susanna Camusso e il primo, dopo un periodo molto lungo, che si svolge
a metà settimana, rompendo la consuetudine degli scioperi di venerdì. La
mobilitazione di oggi rappresenta, come sottolinea lo stesso sindacati, visti i
tempi ristretti della sua proclamazione e realizzazione, decisi per stare al
passo con l'iter della manovra in Parlamento, "un notevole sforzo
organizzativo". Uno stop di otto ore per ogni turno di lavoro e per tutte le
categorie di lavoratori, manifestazioni territoriali in tutto il Paese, con
quella di Roma che sarà conclusa da Camusso.
Il segretario generale terrà il suo comizio nei pressi del Colosseo in tarda
mattinata. Il corteo romano, infatti, partirà da Piazza dei Cinquecento (il
concentramento è previsto alle ore 9), proseguirà per le vie del centro e
giungerà vicino all'Arco di Costantino verso le 11. Lo sciopero avrà, però,
anche una piazza virtuale, la manifestazione sarà seguita passo passo dal sito
della Cgil, dove chi desidera potrà raccontare via sms il suo 'personale'
sciopero. La contestazione di Corso d'Italia proseguirà nella sera, con la Fiom
di Maurizio Landini che ha organizzato un presidio davanti a Palazzo Madama, che
andrà avanti fino alle 22 con un'assemblea pubblica e musica. Inoltre, oggi si
fermeranno anche i sindacati di base (Usb, Slaicobas, Orsa, Cib-Unicobas,
Snater, Sicobas e Usi), per protestare sempre contro la manovra ma in base a una
piattaforma e a motivazioni diverse rispetto a quelle della Cgil.
L'UNITA' 5.9.2011
Domani manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino a Catania, braccia
incrociate per 8 ore, stop dei trasporti: è arrivato il martedì scelto dalla
Cgil per lo sciopero generale, in perfetta coincidenza con l'approdo del decreto
“incriminato” nell'aula del Senato. La protesta è stata, infatti, indetta il 23
agosto contro una manovra dai tratti «profondamente iniqui» che gran parte dei
cambiamenti che si sono succeduti in questi giorni non hanno fatto altro che
«aggravare». In particolare, nelle ultime ore è montata la polemica
sull'articolo 8, ribattezzato come «l'articolo sui licenziamenti facili».
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DELL'UNITA'
Per il sindacato di Corso d'Italia «un'altra
manovra è possibile, dal segno diverso, pagata da chi più ha e non ha mai
pagato». Modificare il segno del decreto di ferragosto è, quindi, l'obiettivo
del quinto sciopero generale dall'insediamento del governo Berlusconi, il
secondo da quando alla guida della Cgil c'è Susanna Camusso e il primo, dopo un
periodo molto lungo, che si svolge a metà settimana, rompendo la consuetudine
degli scioperi di venerdì.
SPOT | Mappa corteo Roma
La mobilitazione di
domani rappresenta, come sottolinea lo stesso sindacati, visti i tempi ristretti
della sua proclamazione e realizzazione, decisi per stare al passo con l'iter
della manovra in Parlamento, «un notevole sforzo organizzativo». Uno stop di
otto ore per ogni turno di lavoro e per tutte le categorie di lavoratori,
manifestazioni territoriali in tutto il Paese, con quella di Roma che sarà
conclusa da Camusso. Il segretario generale terrà il suo comizio nei pressi del
Colosseo in tarda mattinata. Il corteo romano, infatti, partirà da Piazza dei
Cinquecento (il concentramento è previsto alle ore 9), proseguirà per le vie del
centro e giungerà vicino all'Arco di Costantino verso le
11.
Camusso:
violata Costituzione, sciopero necessario
Lo sciopero
avrà, però, anche una piazza virtuale, la manifestazione sarà seguita passo
passo dal sito della Cgil, dove chi desidera potrà raccontare via sms il suo
“personale” sciopero. La contestazione di Corso d'Italia proseguirà nella sera,
con la Fiom di Maurizio Landini che ha organizzato un presidio davanti a Palazzo
Madama, che andrà avanti fino alle 22 con un'assemblea pubblica e musica.
Inoltre, domani si fermeranno anche i sindacati di base (Usb, Slaicobas, Orsa,
Cib-Unicobas, Snater, Sicobas e Usi), per protestare sempre contro la manovra ma
in base a una piattaforma e a motivazioni diverse rispetto a quelle della Cgil.
BERGAMO SERA 5.9.2011
Sciopero Generale
La confederazione sindacale CGIL e le e organizzazioni sindacali U.S.B.,
Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SiCobas e Usi hanno proclamato lo
sciopero generale per tutti i lavoratori pubblici e privati in data martedì 6
settembre per la durata di 8 ore.
Si comunica pertanto che in tale data potrebbero non essere garantiti il
regolare svolgimento delle attività didattiche e la regolare apertura degli
uffici.