LA STAMPA.IT 5.9.2011
Politica
06/09/2011 -

Manovra in aula al Senato
Cgil scende in piazza

Susanna Camusso, leader della Cgil, alla conferenza stampa sullo sciopero di oggi

Comizi in 100 piazze italiane, sciopero di 8 ore e stop dei trasporti. Nel mirino l'articolo 8

Manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino a Catania, braccia incrociate per 8 ore, stop dei trasporti: è arrivato il martedì scelto dalla Cgil per lo sciopero generale, in perfetta coincidenza con l’approdo del decreto ’incriminatò nell’aula del Senato. La protesta è stata, infatti, indetta il 23 agosto contro una manovra dai tratti «profondamente iniqui» che gran parte dei cambiamenti che si sono succeduti in questi giorni non hanno fatto altro che «aggravare».

In particolare, nelle ultime ore è montata la polemica sull’articolo 8, ribattezzato come «l’articolo sui licenziamenti facili». «Direi che da parte di Cisl e Uil c'è una grande sottovalutazione dell’effetto che può avere una norma come l’articolo 8, che viola le leggi esistenti e i diritti dei lavoratori, a nostro avviso assolutamente anticostituzionale», ha detto il leader della Cgil Susanna Camusso.

E proprio sull’articolo 8 della manovra si concentrerebbero le preoccupazioni di Giorgio Napolitano, che, secondo fonti parlamentari dell’opposizione, guarderebbe con attenzione agli effetti delle possibilità di deroga introdotte col provvedimento. Non c’è solo il passaggio cruciale dei licenziamenti, infatti, ma anche il timore che si possa derogare anche sulla sicurezza sul lavoro.

Per il segretario del sindacato, «la manovra come quella precedente, come tutta l’opera del ministro del Lavoro è stata costruita sull’idea di isolare chi ha qualche elemento di dissenso. Mi pare evidente che il senso sia quello di vendicarsi». Per il sindacato di Corso d’Italia «un’altra manovra è possibile, dal segno diverso, pagata da chi più ha e non ha mai pagato».

Modificare il segno del decreto di ferragosto è, quindi, l’obiettivo del quinto sciopero generale dall’insediamento del governo Berlusconi, il secondo da quando alla guida della Cgil c’è Susanna Camusso e il primo, dopo un periodo molto lungo, che si svolge a metà settimana, rompendo la consuetudine degli scioperi di venerdì. La mobilitazione di domani rappresenta, come sottolinea lo stesso sindacati, visti i tempi ristretti della sua proclamazione e realizzazione, decisi per stare al passo con l’iter della manovra in Parlamento, «un notevole sforzo organizzativo».

Uno stop di otto ore per ogni turno di lavoro e per tutte le categorie di lavoratori, manifestazioni territoriali in tutto il Paese, con quella di Roma che sarà conclusa da Camusso. Il segretario generale terrà il suo comizio nei pressi del Colosseo in tarda mattinata. Il corteo romano, infatti, partirà da Piazza dei Cinquecento (il concentramento è previsto alle ore 9), proseguirà per le vie del centro e giungerà vicino all’Arco di Costantino verso le 11.

Lo sciopero avrà, però, anche una piazza virtuale, la manifestazione sarà seguita passo passo dal sito della Cgil, dove chi desidera potrà raccontare via sms il suo ’personalè sciopero. La contestazione di Corso d’Italia proseguirà nella sera, con la Fiom di Maurizio Landini che ha organizzato un presidio davanti a Palazzo Madama, che andrà avanti fino alle 22 con un’assemblea pubblica e musica.

Inoltre, domani si fermeranno anche i sindacati di base (Usb, Slaicobas, Orsa, Cib-Unicobas, Snater, Sicobas e Usi), per protestare sempre contro la manovra ma in base a una piattaforma e a motivazioni diverse rispetto a quelle della Cgil.

AMERICA OGGI 6.9.2011

La politica

Manovra. L'allarme di Napolitano

06-09-2011

Il presidente della Repubblica scende nuovamente in campo per chiedere che la manovra sia "rafforzata" e resa più "credibile". Parole nette, quelle del presidente della Repubblica, che potrebbero aprire una breccia o nel muro eretto dal ministro dell'Economia o in quello del leader leghista.


ROMA. Lo spread aumenta, le borse crollano e l'Europa preme sul governo. E così le fibrillazioni tornano a scuotere la maggioranza dove Silvio Berlusconi è stretto fra due fuochi: da un lato la Bce che chiede misure più incisive per continuare a sostenere l'Italia contro gli speculatori; dall'altro il doppio veto di Giulio Tremonti (sull'Iva) e di Umberto Bossi (sulle pensioni).

Spetta così a Giorgio Napolitano scendere nuovamente in campo per chiedere che la manovra sia "rafforzata" e resa più "credibile". Parole nette, quelle del presidente della Repubblica, che potrebbero aprire una breccia o nel muro eretto dal ministro dell'Economia o in quello del leader leghista.

Nonostante la manovra da 45 miliardi sia in dirittura d'arrivo, le lancette sembrano tornate a un mese fa: lo spread dei titoli italiani è tornato pericolosamente vicino a quota 400 punti e a piazza Affari si registra un tonfo dopo l'altro. Sul fronte politico, poi, la situazione appare persino peggiore visto che dopo il monito di Jean Claude Trichet e Mario Draghi - presente e futuro della Bce - sul rischio che Francoforte interrompa l'acquisto di titoli italiani, è arrivata la durissima bacchettata di Angela Merkel che ha denunciato "l'estrema fragilità" dell'economie italiana e greca.

Un quadro decisamente allarmante per Palazzo Chigi, ma anche per il Quirinale. "Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante" arrivato ieri dall'impennata dello spread che denota una "persistente difficoltà a recuperare fiducia", tuona Napolitano che sottolinea come si sia ancora in tempo per introdurre nella manovra "misure capaci di rafforzarne l'efficacia e la credibilità".

L'appello del Colle è che "tutte le parti politiche" si sforzino a questo scopo, superando "incomprensioni e pregiudiziali insostenibili".

Un appello simile lo rivolge anche Gianni Letta. "Il paese attraversa attraversa un momento difficile", riconosce il sottosegretario, che poi aggiunge: "Tutti dobbiamo avere lo stesso obiettivo: giovare al bene del Paese".

Parole dirette all'opposizione, certo, ma anche alla maggioranza visto che è dal governo che l'Europa attende risposte. Due in particolare: un aumento dell'Iva, che a detta di Francoforte e di Bankitalia non avrebbe quegli effetti recessivi e inflattivi paventati dal Tesoro, ed una vera riforma delle pensioni che vede però contraria la Lega. E proprio di pensioni il ministro dell'Economia ha parlato a via Bellerio con Umberto Bossi, tentando di convincere il Senatur della necessità di un graduale innalzamento dell'età pensionabile. Ma nemmeno la telefonata del presidente del Consiglio, che in diretta ha cercato di sostenere il pressing del Professore, ha sortito effetto: il 'no' di Bossi è stato netto.

Una strana e momentanea alleanza quella del Cavaliere e del Professore: Berlusconi - preoccupato dall'ipotesi che la crisi lo disarcioni lasciando spazio a un governo tecnico - sa di dover 'dare' qualcosa all'Europa ed in particolare alla Bce, che giovedì prossimo dovrà decidere se continuare a comprare titoli italiani. Ma non può aumentare l'Iva come questo, pur se ufficiosamente, da Draghi e Trichet perché Tremonti si oppone. Il ministro dell'Economia continua a ripetere che la manovra è rimasta praticamente la stessa: ad eccezione del contributo di solidarietà (che vale 'appena' 2,2 miliardi su 45), il grosso é fatto di tagli a ministeri, enti locali e welfare. Non solo: per il Professore l'Iva è meglio tenerla come arma di riserva, in caso di emergenza certo, ma soprattutto come mezzo per alleviare i drastici tagli al welfare e consentire quella riforma fiscale da lui stesso auspicata.

Ma Tremonti non vuole agire prima del via libera alla manovra: il rischio - ripete ai suoi interlocutori - non è solo per l'effetto recessivo e inflattivo, ma anche 'politico', perché se aumentassimo l'Iva prima di aver approvato la manovra, ministri e amministratori locali chiederebbero subito di attenuare i tagli. Da qui il suo no, che si unisce a quello di Bossi sulle pensioni. Un doppio veto che rischia di 'strangolare' il premier che davanti ha due opzioni: forzare la mano a Tremonti, magari varando, come ultima carta, un decreto per aumentare l'Iva nel Cdm i programma giovedì prossimo, ma correndo il rischio di un effetto domino che trascini l'intero governo, o forzare quella di Bossi, con tutte le conseguenze che ciò potrebbe comportare. Due scelte entrambe molto pericolose, che forse Berlusconi non vorrebbe prendere ma che che ora, davanti al monito del Quirinale, dovrà in qualche modo affrontare.  E dopo il vertice negativo di via Bellerio è sulla prima ipotesi, quella dell'Iva, su cui molti nella maggioranza sembrano puntare.

 

 

Sciopero Cgil in cento piazze

 

ROMA. Oggi manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino a Catania, braccia incrociate per 8 ore, stop dei trasporti: è arrivato il martedì scelto dalla Cgil per lo sciopero generale, in perfetta coincidenza con l'approdo del decreto 'incriminato' nell'aula del Senato. La protesta è stata, infatti, indetta il 23 agosto contro una manovra dai tratti "profondamente iniqui" che gran parte dei cambiamenti che si sono succeduti in questi giorni non hanno fatto altro che "aggravare".

In particolare, nelle ultime ore é montata la polemica sull'articolo 8, ribattezzato come "l'articolo sui licenziamenti facili". "Direi che da parte di Cisl e Uil c'é una grande sottovalutazione dell'effetto che può avere una norma come l'articolo 8, che viola le leggi esistenti e i diritti dei lavoratori, a nostro avviso assolutamente anticostituzionale", ha detto il leader della Cgil Susanna Camusso. Per il segretario del sindacato, "la manovra come quella precedente, come tutta l'opera del ministro del Lavoro è stata costruita sull'idea di isolare chi ha qualche elemento di dissenso. Mi pare evidente che il senso sia quello di vendicarsi".

Per il sindacato di Corso d'Italia "un'altra manovra è possibile, dal segno diverso, pagata da chi più ha e non ha mai pagato". Modificare il segno del decreto di ferragosto è, quindi, l'obiettivo del quinto sciopero generale dall'insediamento del governo Berlusconi, il secondo da quando alla guida della Cgil c'é Susanna Camusso e il primo, dopo un periodo molto lungo, che si svolge a metà settimana, rompendo la consuetudine degli scioperi di venerdì. La mobilitazione di oggi rappresenta, come sottolinea lo stesso sindacati, visti i tempi ristretti della sua proclamazione e realizzazione, decisi per stare al passo con l'iter della manovra in Parlamento, "un notevole sforzo organizzativo". Uno stop di otto ore per ogni turno di lavoro e per tutte le categorie di lavoratori, manifestazioni territoriali in tutto il Paese, con quella di Roma che sarà conclusa da Camusso.

Il segretario generale terrà il suo comizio nei pressi del Colosseo in tarda mattinata. Il corteo romano, infatti, partirà da Piazza dei Cinquecento (il concentramento è previsto alle ore 9), proseguirà per le vie del centro e giungerà vicino all'Arco di Costantino verso le 11. Lo sciopero avrà, però, anche una piazza virtuale, la manifestazione sarà seguita passo passo dal sito della Cgil, dove chi desidera potrà raccontare via sms il suo 'personale' sciopero. La contestazione di Corso d'Italia proseguirà nella sera, con la Fiom di Maurizio Landini che ha organizzato un presidio davanti a Palazzo Madama, che andrà avanti fino alle 22 con un'assemblea pubblica e musica. Inoltre, oggi si fermeranno anche i sindacati di base (Usb, Slaicobas, Orsa, Cib-Unicobas, Snater, Sicobas e Usi), per protestare sempre contro la manovra ma in base a una piattaforma e a motivazioni diverse rispetto a quelle della Cgil.  

L'UNITA' 5.9.2011

Domani manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino a Catania, braccia incrociate per 8 ore, stop dei trasporti: è arrivato il martedì scelto dalla Cgil per lo sciopero generale, in perfetta coincidenza con l'approdo del decreto “incriminato” nell'aula del Senato. La protesta è stata, infatti, indetta il 23 agosto contro una manovra dai tratti «profondamente iniqui» che gran parte dei cambiamenti che si sono succeduti in questi giorni non hanno fatto altro che «aggravare». In particolare, nelle ultime ore è montata la polemica sull'articolo 8, ribattezzato come «l'articolo sui licenziamenti facili».

DOMANI NELLE PIAZZE
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Per il sindacato di Corso d'Italia «un'altra manovra è possibile, dal segno diverso, pagata da chi più ha e non ha mai pagato». Modificare il segno del decreto di ferragosto è, quindi, l'obiettivo del quinto sciopero generale dall'insediamento del governo Berlusconi, il secondo da quando alla guida della Cgil c'è Susanna Camusso e il primo, dopo un periodo molto lungo, che si svolge a metà settimana, rompendo la consuetudine degli scioperi di venerdì.

SPOT  | Mappa corteo Roma

La mobilitazione di domani rappresenta, come sottolinea lo stesso sindacati, visti i tempi ristretti della sua proclamazione e realizzazione, decisi per stare al passo con l'iter della manovra in Parlamento, «un notevole sforzo organizzativo». Uno stop di otto ore per ogni turno di lavoro e per tutte le categorie di lavoratori, manifestazioni territoriali in tutto il Paese, con quella di Roma che sarà conclusa da Camusso. Il segretario generale terrà il suo comizio nei pressi del Colosseo in tarda mattinata. Il corteo romano, infatti, partirà da Piazza dei Cinquecento (il concentramento è previsto alle ore 9), proseguirà per le vie del centro e giungerà vicino all'Arco di Costantino verso le 11.

Camusso: violata Costituzione, sciopero necessario

Lo sciopero avrà, però, anche una piazza virtuale, la manifestazione sarà seguita passo passo dal sito della Cgil, dove chi desidera potrà raccontare via sms il suo “personale” sciopero. La contestazione di Corso d'Italia proseguirà nella sera, con la Fiom di Maurizio Landini che ha organizzato un presidio davanti a Palazzo Madama, che andrà avanti fino alle 22 con un'assemblea pubblica e musica. Inoltre, domani si fermeranno anche i sindacati di base (Usb, Slaicobas, Orsa, Cib-Unicobas, Snater, Sicobas e Usi), per protestare sempre contro la manovra ma in base a una piattaforma e a motivazioni diverse rispetto a quelle della Cgil.

BERGAMO SERA 5.9.2011

Sciopero generale

 Redazione  05 settembre 2011  Università     

Sciopero Generale

Sciopero Generale

La confederazione sindacale CGIL e le e organizzazioni sindacali U.S.B., Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SiCobas e Usi hanno proclamato lo sciopero generale per tutti i lavoratori pubblici e privati in data martedì 6 settembre per la durata di 8 ore.

Si comunica pertanto che in tale data potrebbero non essere garantiti il regolare svolgimento delle attività didattiche e la regolare apertura degli uffici.