Intervista  su  "Concorsopoli" a  Stefano d'Errico, segretario nazionale dell'Unicobas scuola"

D. Cosa pensa l’Unicobas del sistema di corruzione relativo ai concorsi scolastici?
 

 

R. Innanzitutto occorre far fronte al problema incipiente della corruzione. Bisogna approfondire le indagini ed usare la massima severità. Siamo convinti che concorsopoli abbia colpito anche le prove per le medie e le superiori. E’ ora di finirla col dequalificare la scuola con queste vergogne. Ne va della dignità di un corpo docente sostanzialmente sano a causa di un sistema di comitati d’affari ramificati ed efficienti, incistati invece nell’amministrazione e nelle clientele dei sindacati compiacenti.
 

 

D. De Mauro ha annunciato una revisione del meccanismo concorsuale. Risolverà il problema?
 

 

R. Da anni il nostro sindacato sta ponendo la questione dell’inadeguatezza dello strumento concorsuale. De Mauro non risolve il problema perchè rimane succube della logica concorsopatica sostenuta dai confederali e dallo SNALS. I futuri “valutatori imparziali” che dovrebbe sfornare il ministero non darebbero certo più garanzie dei commissari attuali. Sarebbero sempre reclutati con il placet delle varie lobby provveditoriali e sindacali. Nè si risolve il problema affermando una triennalizzazione dei concorsi, peraltro già prevista per legge (e disattesa) da anni. Infine, le prove rimarrebbero estemporanee e la valutazione non potrebbe venire consolidata con corsi ed effettuata in itinere.

Occorre eliminare la piaga dei concorsi per l’insegnamento, che da sempre hanno prodotto le medesime vergogne che oggi vengono finalmente alla luce. Le notizie di questi giorni rappresentano, per gli addetti ai lavori, null’altro che la scoperta “dell’acqua calda”. Bisogna che si istituiscano nuovi corsi di laurea realmente propedeutici all’insegnamento. La scuola non può assorbire chiunque aspiri ad un semplice posto di lavoro, nè fungere da acefalo serbatoio di contenimento della disoccupazione intellettuale del Paese. Questa è una professione ove si può essere anche equivalenti ad Einstein nel campo dei saperi, ma non risultare ugualmente adatti nell’interazione didattica, ove si richiedono adeguate capacità relazionali, pedagogiche ed empatiche.

La soluzione è sì l’istituzione di lauree adeguate, valide e non riduttive sotto il profilo disciplinare (come quelle in procinto di venire varate) ma con esami obbligatori di metodologia, didattica e psicologia dell’età evolutiva, comprendenti almeno un anno di tirocinio pratico full time, ma a patto che siano tutte direttamente abilitanti all’insegnamento, e che poi si formino graduatorie uniche di ambito provinciale per assumere direttamente i più meritevoli, senza alcun concorso o “abilitazione” successiva. Occorre eliminare i concorsi e, nel frattempo, assumere solo i precari, con un selettivo tutoraggio sul campo (piuttosto che con farsesche abilitazioni riservate attuate ancora secondo la logica del corso-concorso). Occorre creare un ordine, ed elaborare un rigido codice deontologico della funzione docente e finalmente retribuire gli insegnanti come professionisti.
 

 

D. Ma la scuola è davvero alla sfascio?
 

 

Nei recenti episodi, l’inadeguatezza del meccanismo è stata anche aggravata dalla scelta del Ministero dell’Istruzione, che l’anno scorso ha bandito per le elementari ancora concorsi per diplomati nonostante dall’85 i nuovi programmi prevedessero la laurea anche per questo ordine di scuola. Ma il fondo si tocca finalmente perchè a soprassedere a tutte le operazioni vengono chiamati i soliti sindacati consociativi, che fanno dei concorsi un brodo di coltura per le loro operazioni clientelari. Sono stati infatti CGIL, CISL, UIL e SNALS ad impedire che la perversa logica dei concorsi venisse abbandonata: troppo remunerativi per rinunciarvi i corsi-farsa di preparazione, organizzati su scala industriale! L’Unicobas si augura che vengano scoperti anche gli eventuali padrini sindacali che si celano dietro i corrotti!

D. Cosa pensa l’Unicobas della recente proposta dell’Associazione Nazionale Presidi, di una assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici?
 

 

R. Dopo il dilagare di uno scandalo che nasce dall’inchiesta su di un preside di Priverno e su commissioni tutte presiedute, come prevede la normativa attuale, da capi di istituto, ci pare una proposta francamente insostenibile. Anzi, il rischio dell’allargarsi di un’utilizzazione discrezionale del potere nella scuola, lo paventiamo come effetto della cosiddetta “autonomia scolastica”, dove i presidi hanno ottenuto già la possibilità di assumere fuori dal controllo di ogni graduatoria pubblica alcuni “esperti”. Evidentemente i dirigenti scolastici puntano ad un rialzo delle loro prerogative, mentre noi pensiamo ad una scuola costituita su di un’autonomia vera e democratica, nel rispetto di criteri di partecipazione paritetici. La scuola è una comunità educante, nè un ufficio nè un’azienda e gli insegnanti non sono gli impiegati del sistema immaginato da confederali e SNALS.
 

 

D. La CGIL ha puntato l’indice anche sui corsi di preparazione per il sostegno ai portatori di handicap.
 

 

R. La CGIL dice le cose a metà. Ovvero, mentre fa rilevare la speculazione sui corsi di sostegno, dimentica che questo avviene perchè l’Unicobas è rimasto l’unico sindacato che chiede da anni che lo stato offra corsi pubblici gratuiti, aperti ai precari, per le specializzazioni relative. I confederali e lo SNALS consentono invece che su parte delle cattedre per i portatori di handicap non vengano poi assunti solo i precari forniti di titolo, ma si utilizzi personale di ruolo “riconvertito” con corsi-farsa per risparmiare. Se non si crea una classe specifica, chi ne fa le spese sono i disabili ed i precari. Ma questo è un altro aspetto dello sfascio programmato...